Non bisogna amare per amore, ma per schifo. Perché l’amore finisce, ed è una delusione. Anche lo schifo finisce, però è una soddisfazione.
Pensavo fosse amore…
Non un film d’amore, ma un film sull’amore: questo è ciò che pensa Massimo Troisi, soprannominato il comico dei sentimenti, considerato uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano. Un film dedicato completamente al sentimento amoroso, non che racconti una storia d’amore, ma in cui ogni scena, dialogo, personaggio, abbia l’amore come unico tema. Un film dov’è l’amore, in tutte le sue sfumature, il protagonista: questo è Pensavo fosse amore… invece era un calesse. Troisi cerca di capire perché ci si innamora tanto facilmente, e perché, altrettanto facilmente, il sentimento se ne va. Questo non basta. L’attore e regista ragiona anche sul perché certe coppie arrivano sull’orlo della crisi, si lasciano ma poi, come una calamita, non riescono mai a separarsi del tutto e tornano sui loro passi. Il riferimento è chiaro ed esplicito alla realtà di tutti i giorni, dove tutti, bene o male, abbiamo a che fare con l’amore, con il caos di relazioni messe in difficoltà dagli stravolgimenti del nostro animo e dalla tecnologia che avanza.
Invece era un calesse
La vera forza del film non si nasconde nella trama, ma in tutto quello che lo circonda. Massimo sembra interessato soprattutto ad arricchire la vicenda principale con citazioni, aneddoti, immagini, tutti collegati tra loro, come se ogni fotogramma fosse il tassello di un puzzle molto più grande. L’unione dell’opera cinematografica risiede nella sua stessa frammentarietà. Solo analizzando ciascun frammento si può comprendere a pieno il significato del tutto. Non siamo nuovi a questa modalità narrativa. Se ci soffermiamo a pensare, infatti, ci rendiamo conto che un altro grande artista ha usato la frammentarietà come collante che tenesse insieme la sua opera: Thomas Stearns Eliot. Quasi sette decenni separano i due artisti, tuttavia, amore e frammentarietà sono due punti chiave delle loro opere, nonostante il pensiero di Eliot sia molto più pessimista, rispetto a quello di Troisi.
Come linee parallele
Io credo che, in particolare, un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi tra di loro. Troppo diversi, capisci? Su questo, Troisi ed Eliot concordano pienamente. Se da un lato infatti abbiamo la rappresentazione dell’amore in tutti i suoi particolari, dall’altro, nel poemetto The waste land di Eliot l’autore propone il tema della sterilità nei rapporti individuali, i rapporti dell’eros. L’intera seconda sezione è basata sul tema delle relazioni amorose che, di qualunque tipo siano, si caratterizzano per sterilità, negatività e violenza. Thomas in particolare ci presenta due tipi di relazione amorosa, in due diversi contesti. in entrambi i casi, nonostante la diversa classe sociale di appartenenza, l’amore non c’è. È un soffio, un sospiro inafferrabile che non riusciamo ad udire e ci sfugge dalle mani. Non è possibile stabilire una connessione, una comunicazione tra la parte femminile e quella maschile perché non c’è, o non vuole esserci, comprensione. Nel poemetto di Eliot la lady chiama più volte quest’uomo misterioso che non sappiamo chi sia, abbiamo anche il dubbio che sia effettivamente lui a parlare, a rispondere. Nella pellicola, Tommaso, interpretato dallo stesso Massimo Troisi, cerca di stabilire un dialogo con Cecilia, interpretata da Francesca Neri, senza alcun risultato. Un punto di contrasto non indifferente è però nella figura femminile: Massimo ha spesso raccontato storie d’amore, mettendo al fianco del protagonista donne determinate, pienamente coscienti di sé e dei propri desideri. Donne capaci di prendere l’iniziativa, di esprimere i propri sentimenti, bisogni e debolezze, e in grado di mettere in difficoltà un uomo invece pigro, timido e impacciato, come egli stesso ha più volte confessato di essere. Eliot, al contrario, non rende nessuno dei suoi personaggi forti, addirittura, tende quasi a nullificarli. Non c’è connessione, non c’è dialogo. L’uomo e la donna sono due universi separati, sembra che non riescano neanche a parlare la loro lingua. Troppo pieni di loro stessi per ascoltare e prestare attenzione all’altro.
– L’hai sempre amata, o non l’hai mai amata? – Non mi ricordo.
L’amore ha sulle persone una forza prorompente e modificante come lo sbarco degli extraterrestri: proprio per questo, Troisi considera Pensavo fosse amore, invece era un calesse come un film di fantascienza. Un film capace di concentrare l’attenzione degli spettatori su un argomento unico, ma di forte presa. È tutto amore all’interno di questo film, così come nella seconda sezione del poemetto eliotiano. Opere al contempo eterogenee e ricche ma coerenti. È probabile che le convinzioni sull’amore dei due autori siano di impronta biografica, derivino da esperienze personali che li hanno cambiati nel profondo. Tuttavia, come dare loro torto.