Parliamo di Storia.
Il 17 giugno 1992 fu finalmente raggiunta l’intesa tra il presidente statunitense George W. Bush Sr. e il presidente della neonata Federazione Russa Boris Yeltsin su di un accordo storico tanto atteso e sperato da entrambe le parti sul disarmo atomico mondiale: il trattato START II.
La serie degli accordi START (acronimo dell’espressione inglese Strategic Arms Reduction Treaty) è composta da numerosi trattati riguardanti il pluridecennale problema della riduzione delle armi strategiche e l’attenuamento parziale degli effetti della teoria della Mutua Distruzione Assicurata (M.A.D.) attraverso vari tipi di limitazioni di numero e di tipo degli armamenti nucleari. Le radici della serie START affondano nel cuore della Guerra Fredda, quando già nel 1967 il presidente USA Lyndon Johnson intavolò i primissimi colloqui per il trattato SALT I (Strategic Armaments Limitations Talks) con l’allora leader sovietico Leonìd Il’ìč Brèžnev, lanciando per la prima volta un segnale d’allarme su di un problema crescente che fino al momento era rimasto privo di regolamentazione. SALT I fu caratterizzato da una formula semplice: in quanto la sopracitata teoria M.A.D. impediva lo scoppio di un conflitto termonucleare grazie all’equilibro degli armamenti tra le due superpotenze, l’unico modo per ridurre di numero l’arsenale mondiale era quello di effettuare un graduale sfoltimento in contemporanea presso entrambi gli schieramenti – in modo da non spostare l’ago della bilancia durante il processo.
Il metodo avanzato da Johnson fu mantenuto in tutti gli accordi successivi, fino al recentissimo New START firmato nel 2010 dai presidenti Obama e Medvedev. Allora perché il trattato START II viene comunemente considerato il tentativo più rilevante della Storia nel liberare l’umanità dalla piaga della guerra nucleare? Lo scenario geopolitico in cui imperversava il mondo durante gli ultimi anni del Novecento era tumultuoso ed incerto: il crollo del Muro di Berlino e il progressivo sfaldamento dell’Unione Sovietica avevano completamente stravolto i delicati equilibri della Guerra Fredda e dato i natali a nuove e fragili entità statali che ora si ritrovavano ad affrontare un periodo di transizione colmo di punti oscuri. Infatti, i precedenti accordi internazionali che li riguardavano indicavano come firmatario l‘URSS, e per evitare che perdessero la loro efficacia regolatrice, era necessaria una revisione ed una nuova ratificazione degli innumerevoli trattati bilaterali in atto fin dal 1921. Particolare attenzione doveva essere data alla questione riguardante la sorte dell’arsenale nucleare sovietico: più del cinquanta per cento delle basi di stoccaggio e dei silos operativi sovietici era stanziato nelle repubbliche sovietiche dell’ Est Europa (principalmente Ucraina, Bielorussia, Kaliningrad e Stati Baltici), ed ora che veniva a mancare la gestione amministrativa ed economica del Cremlino, i neonati stati post-sovietici necessitavano urgentemente di una soluzione condivisa: nessuno di loro poteva permettersi di mantenere una forza missilistica attiva.
Parte fondamentale di questo processo di riadattamento fu la volontà comune di conservare la validità del precedente trattato di disarmo, lo START I (firmato nel 1991 da Bush Sr. e Gorbachev), la quale portò all’apertura dei colloqui che si realizzeranno, appunto, nel famigerato START II. Durante dette trattative venne introdotto per la prima volta un divieto riguardante un argomento mai posto in discussione fino ad allora: vennero banditi i missili MIRV (acronimo inglese per indicare le testate a Veicoli Multipli di Rientro Indipendente).
Nella cosiddetta Triade Nucleare (ossia vari tipi di armi nucleari che possono essere lanciati via terra-aria-mare) il sistema d’arma più comune è il vettore a testata singola, il quale riduce la capacità offensiva di un missile ad una singola esplosione. Tuttavia nelle fasi terminali della Guerra Fredda l’Unione Sovietica, ritenendo uno scontro globale sempre più probabile, investì in modo ingente nella produzione di missili MIRV in grado di portare fino a 12 testate, aumentando vertiginosamente la capacità offensiva di un singolo missile. Il funzionamento di detto sistema è tremendamente efficace e distruttivo: il lancio dalla stratosfera di vettori multipli è in grado di rendere inefficace qualsiasi sistema di difesa antimissile, ad un costo irrisorio. Questa mossa faceva pericolosamente tendere l’asse dell’equilibrio a favore dei Russi, e ora che la situazione mondiale li aveva messi in una situazione travagliata, gli USA colsero l’occasione dello START II per cercare di riportare l’equilibrio degli armamenti.
Con la messa al bando del sistema MIRV il trattato START II diventava di fatto il tentativo più importante nel rendere il mondo libero dalle armi nucleari. Infelicemente, passerà alla storia come semplice tentativo, niente di più. Purtroppo il bando MIRV dello START II verrà reso inefficace nel 2002, quando per divergenze riguardo al sistema di difesa missilistico ABM, sia gli Stati Uniti che la Russia si ritireranno unilateralmente dal trattato. Secondo i portavoce governativi, questi attriti si sarebbero risolti con la ratificazione del sopracitato NewSTART nel 2010, ma il divieto per le testate MIRV non è stato più reintrodotto. Attualmente gli arsenali nucleari di tutto il mondo sono dotati di questo sistema d’arma, che di fatto rende molto più facile e meno costosa la proliferazione delle armi nucleari, quando in teoria, questa serie di trattati avrebbe dovuto invertire la tendenza.
In un’era di grandi cambiamenti della Storia come la fine della Guerra Fredda, il successo di Yeltsin e Bush Sr. avrebbe gradualmente consentito di relegare l’Epoca dell’ Atomo nei meandri del passato. Purtroppo, in assenza di una misura definitiva al fine di azzerare la potenza degli arsenali atomici, lo spettro della cortina di ferro continuerà ad aleggiare nella nostra vita di tutti i giorni.
Andrea Vigorito