La storia di Robin Hood ci porta a riflettere: è sempre sbagliato rubare?

Tramite la storia di Robin Hood comprendiamo come il reato di furto sia nato per proteggere gli interessi dei ricchi

Tutti conosciamo le gesta di Robin Hood, l’uomo con arco e cappuccio che svuotava le tasche dei ricchi di Nottingham per riempire quelle delle persone meno abbienti. La sua storia, una fusione tra realtà e leggenda, solleva questioni morali.

Robin Hood

Quella di Robin Hood è una storia che unisce realtà e leggenda e ne esistono ben due versioni: nella prima, risalente all’epoca medioevale, si identificava nel personaggio di Robin un semplice bandito che condivideva con i suoi occasionali complici parte del bottino, mentre nella seconda, che corrisponde a quella che noi conosciamo oggi, si descrive un brigante dal cuore d’oro, abile con arco e frecce, che rubava ai benestanti per dare a chi non possedeva nulla. In questa seconda versione del racconto, nonostante risalga ad un passato ormai remoto, si esprime un concetto e una morale estremamente attuali che consistono nell’evidenziare l’eccessivo divario economico e sociale che c’era e c’è nella nostra società. Tenendo in considerazione la smodata povertà di una parte della popolazione e la sovrabbondante ricchezza dell’altra ci troviamo ad esaminare quanto possa essere effettivamente immorale il furto.

Punizione del furto

Le punizioni nei confronti di chi assume un determinato comportamento possono essere distinte in due tipi: la punizione interessata, che dipende dalla necessità di proteggere i propri beni, e la punizione disinteressata, nata per controllare determinati comportamenti comunemente considerati non adatti alla vita in società. Poiché in tutte le società, come in quella del famigerato Robin Hood, c’è un forte difetto sulla distribuzione di ricchezze e potere, le classi benestanti hanno fatto sì che nascessero pesanti leggi sui furti (punizione interessata) per riuscire a proteggere i propri privilegi e a controllare coloro che venivano considerati inferiori. I riformatori morali speravano, attraverso la punizione interessata e disinteressata, di incoraggiare determinati comportamenti nei più poveri per farne dei lavoratori migliori e impedire le rivolte contro ricchi e potenti e questo ha reso più sbagliato moralmente rubare per fame che continuare a creare divario economico tra persone.

Marx e Hood

Il periodo storico in cui si sviluppa la vicenda di Robin Hood era segnato da una forte distinzione tra classi sociali, in particola era presente una classe borghese, la cui ricchezza era in aumento, e una classe di lavoratori, proletari, sempre più povera. Queste condizioni sono esattamente come descritte dal sociologo Karl Marx che ipotizzò una rivolta da parte dei proletari che avrebbe portato alla nascita di uno stato socialista ma l’unico a ribellarsi alle prepotenze dei più ricchi fu solo Robin Hood che nel suo piccolo provava a diminuire il gigantesco divario tra classi.

Comportamento morale

Decidere se un comportamento sia giusto (morale) o sbagliato (immorale) non è assolutamente semplice perché ci saranno sempre gruppi di persone differenti con idee e concezioni diverse in lotta fra loro.

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