La relazione tra uomo e religione scandita da Feuerbach e Salmo

Considerando Dio come creazione dell’uomo e non viceversa, Feuerbach lancia l’esca per una critica che si sposterà sulla struttura della chiesa e della religione stessa grazie al brano “Un Dio personale” di Salmo.

 

Cosa può accomunare Feuerbach nella sua speculazione e il rap? Basti semplicemente porre l’attenzione sulla considerazione della religione che ne fa il filosofo della sinistra hegeliana e la forte critica presente nel testo “Un Dio personale” di Salmo per comprendere che nonostante la distanza di secoli la figura di Dio e della chiesa abbiano ormai “deviato” la loro via originaria.

Feuerbach e l’alienazione religiosa

Ludwing Andreas Feuerbach nasce a Landshut nel 1804, terzo figlio del giurista Paul Johann Anselm Ritter von Feuerbach, si iscrisse nel 1823 all’Università di Heidelberg per intraprendere la carriera religiosa ma venuto a contatto con la filosofia di Hegel, predominante in quel periodo, si iscrisse contro il volere del padre all’Università di Berlino nel 1824 per seguire le lezioni di Hegel stesso. Due anni dopo si associò a un gruppo conosciuto con il nome di “sinistra hegeliana” a causa di un allontanamento dalla filosofia del maestro in quanto, come chiarirà poi, Feuerbach considerava la filosofia dello Spirito come un capovolgimento della realtà: i momenti del sistema hegeliano, tesi e antitesi, si configurano con momenti astratti e ne deriva poi la sintesi come momento concreto ma ciò è impossibile. Completò i suoi studi all’Università di Erlangen pubblicando il suo primo libro solo nel 1830 con il titolo “Pensieri sulla morte e sull’immortalità” e successivamente il suo scritto più importante intitolato “Essenza del cristianesimo” pubblicato nel 1841 in cui Feuerbach riduceva la teologia e la religione all’antropologia affermando che Dio, nelle sue accezioni trascendentali, rappresenta l’alienazione da parte dell’uomo delle qualità di cui non è in possesso come l’onniscienza e l’onnipotenza riversate poi nella figura del Dio cristiano, vedendo come in realtà non siamo creati a sua immagine e somiglia ma è lui stesso ad essere creato a causa di questa mancanza da parte dell’uomo. Negli anni successivi partecipò al Congresso di Francoforte come osservatore della sinistra democratica tenendo anche alcune lezioni pubbliche nonostante il divieto di utilizzare le aule universitarie fino a che ritornò a Bruckberg, dove si tratterrà fino al fallimento della fabbrica di porcellane di famiglia costringendolo a recarsi a Rechenberg in condizione di estrema povertà fino alla morte il 13 settembre del 1872 preannunciata da due diversi ictus.

Salmo e il “Dio personale”

Nel brano “Un Dio personale”, tredicesima traccia del celebre album “The Island Chainsaw Massacre”, Salmo, cantante sardo della scena rap italiana, critica fortemente l’istituzione della chiesa e dei suoi precetti. Già dalle prime parole del testo <<Vorrei vedervi morire in fila vi guardo con mezzo sorriso in mano un mezzo fondo di Tequila>> vediamo come l’odio dell’artista verso i ministri e la chiesa stessa, sottolineando come colui che dovrebbe avvicinarci al Signore sia in realtà un peccatore peggiore di altri <<Un pervertito in sottoveste emana luce celeste>> richiamando il pregiudizio della presunta pedofilia dei ministri come metafora per rafforzare le sue accuse. Viene anche presa in considerazione la famosa frase di Nietzsche “Dio è morto” affiancando alla forte affermazione del filosofo tedesco l’immagine di una chiesa ricca e ormai lontana dai suoi ideali di povertà e carità <<Dio è morto invano, Dio è morto in ogni essere umano, Dio è morto dentro tutte le banche del Vaticano!>>. Alla conclusione del brano si nota un rifiuto al giudizio divino in base alle proprie azioni <<Messo in modo illogico un cristo cianotico, mi segue con lo sguardo dentro un quadro a effetto ottico>> e concludendo che ormai l’uomo è come perso, avendo ormai perso le proprie certezze e i propri “idoli” <<Senza sogni, senza fede, niente soldi, niente chiese, Un dio personale!>>.

La caduta di Dio e delle istituzioni religiose

Come possiamo notare dalle dichiarazioni di Feuerbach la religione nasce dal bisogno dell’uomo di sicurezza e certezza riguardo il mondo e la morte stessa e proprio per questo proietta le qualità a lui più lontane ad un essere superiore con cui si configura in uno stato di inferiorità. Quindi Dio rappresenta l’alienazione dell’essere dell’uomo proprio come la figura di Superman rappresenta, all’interno della cultura del nuovo secolo, l’eroe che, come il Dio di Feuerbach, rappresenta ciò che noi umani non siamo prendendo proprio l’epiteto di “Uomo d’acciaio”. L’esortazione di Salmo sta proprio a indicare la decadenza della struttura religiosa soprattutto nell’ambito clericale che, a causa dei vari scandali che fanno capolino ai telegiornali, ormai ha perso il suo ruolo di guida spirituale corrotta nella sua essenza più profonda facendoci chiedere se sia necessario un individuo esterno per poter entrare in contatto con Dio e con la fede sapendo che così come noi anche colui che ricopre il ruolo di ministro di Dio sia suscettibile al peccato e alla malvagità, rendendo indistinguibile la linea tra sacro e profano.

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