La poesia alla fine della poesia: vediamo come Edoardo Sanguineti ha innovato il linguaggio letterario

A 14 anni dalla scomparsa di Edoardo Sanguineti scopriamo la sua poesia rivoluzionaria.

Edoardo Sanguineti e la 'Patafisica (Sandro Montalto) - 'Patafisica

“Straordinario spirito parodico […] con un gusto di arci-filologo arcimboldesco” così lo definisce Alfredo Giuliani nel 1961. Scrittore instancabile, pensatore critico, audace sperimentatore, Edoardo Sanguineti pubblica poesie, romanzi, articoli e saggi, con il principale obiettivo di superare il neorealismo e rinnovare il linguaggio letterario.

Vita e opere

Edoardo Sanguineti nasce a Genova il 9 dicembre 1930; quando ha solo quattro anni la famiglia si trasferisce a Torino e qui trascorre l’infanzia e l’adolescenza. Diplomatosi al liceo classico si iscrive alla facoltà di Lettere all’Università di Torino con una tesi su Dante dal titolo “Interpretazione di Malebolge“.  Intraprende la carriera universitaria dapprima a Torino, poi a Salerno e, infine, nella città natale. Inizia a scrivere poesie (come ha affermato egli stesso in un’intervista, Modena 26 aprile 2006) nel gennaio del 1951, a vent’anni: ha un obiettivo chiaro, riprendere gli stimoli delle avanguardie non al fine di imitarle, bensì di trovare un’equivalente per continuare a fare della non poesia e per rinnovarsi continuamente. Sarà anche uno dei più importanti teorici del gruppo ’63 e tra i fautori della Neoavanguardia.

Scrive numerosi articoli poi raccolti ad esempio in “Giornalino” (1976) e in altre successive; è traduttore tra le altre di opere di Euripide, Lucrezio, Seneca, Shakespeare e Goethe; romanziere (“Capriccio italiano”, 1963 e “Il giuoco dell’oca”, 1967) e autore di molti saggi critici e monografie su Dante, Gozzano, cura, poi, un’importante antologia “Poesia italiana del Novecento”. Non smetterà mai di scrivere poesie: le raccolte più importanti sono “Segnalibro Poesie 1951-1981” e “Il gatto Lupesco Poesie  1982-2001”). Vince numerosi premi letterari tra cui il Campiello alla carriera letteraria e il Bagutta sezione Poesia nel 2003.

Non solo poeta, drammaturgo, critico e letterato, dopo un’intensa militanza politica, Sanguineti si candida con il PCI alle elezioni per la Camera già nel 1968 e poi è eletto deputato alla Camera nel 1979. Muore il 18 maggio 2010 a Genova.

Il Gruppo '63 - Issuu

Gruppo 63: in origine erano cinque poeti…

Il gruppo nasce a Palermo nel 1963, atto fondativo ufficiale della Neoavanguardia. Poco prima, nel 1956, era stato fondato il “Verri” da Luciano Anceschi e nel 1961 era stata pubblicata l’antologia “I Novissimi” a cura di Alfredo Giuliani che comprendeva testi dello stesso curatore, di Elio Pagliarani, Nanni Balestrini, Antonio Porta e Sanguineti.

Il titolo della raccolta alludeva da un lato al carattere evidentemente innovativo della poesia e alla sua portata rivoluzionaria e rinnovatrice, dall’altro ai “novissimi” cristiani, ossia “le cose ultime”, la morte e il giudizio particolare, del singolo, quindi al compito ultimo del quale era investita la poesia nuova: accertarsi della fine della letteratura.

Si pubblica un’antologia di noi cinque, un’antologia manifesto, con il sottotitolo «Poesia per gli anni Sessanta» e vuole essere una proposta verso un nuovo atteggiamento del fare poetico. Il titolo stesso, “I novissimi”, lo propongo io e vuol essere un titolo abbastanza apocalittico, estremistico, anarchico: da un lato vuol dire estremamente nuovi, radicalmente nuovi nei confronti del passato, dall’altro lato, latinamente, vuol dire anche gli ultimi con cui si chiude l’esperienza della poesia. Noi siamo, in qualche modo, l’ultima spiaggia della poesia. E quindi con una certa atmosfera volutamente apocalittica.

E. Sanguineti, La poesia italiana del secondo Novecento, in «Comunicare. Letterature lingue», 1, 2001.

Ai cinque poeti, si aggiunsero nel tempo altri come Giorgio Manganelli, Luigi Malerba ed Umberto Eco.

EDOARDO SANGUINETI. Il volto del Poeta | Galleria d'Arte Moderna Torino

Un’evoluzione costante

La poesia di Edoardo Sanguineti è fatta di destrutturazione e ristrutturazione continue che si alternano senza fine (anche dopo l’esperienza del gruppo ’63, scioltosi nel 1968): fin dall’innovativo “Laborintus” del 1956,  passando per “Triperuno” in cui si susseguono iper-intellettualismo, poesia onirica e visionaria, prosaicità narrativa, l’adozione di un registro che tende al volgare e la messa a punto di una poesia comica, e ancora la riscoperta filologica della parola, la sperimentazione plurilinguistica, fino all’approdo a una vera e propria frantumazione dell’io e del linguaggio stesso, andando oltre la lingua della letteratura, verso una desemantizzazione. Come già anticipato, lo scopo primo di Sanguineti è da subito quello di rinnovarsi rispondendo alla crisi delle avanguardie e alla considerazione che non si possa più creare qualcosa di sorprendente e rivoluzionario.

Io cerco di mantenere questo spirito di rivolta e, se è possibile, di rivoluzione questo credo sia il compito attuale della poesia

(Modena, 2006)

La sua è una poesia “impegnata”, di denuncia sociale e politica, contro la società capitalistica e consumistica, la mercificazione… Ed è vista in un’ottica mitopoietica: la poesia, cioè, diviene creatrice di (nuovi) miti, di una nuova sensibilità che possa far fronte al presente corrotto e ingiusto.

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