un guerriero cammina solitario, lungo un percorso di morte e vendetta, mentre l’oscurità attende, quieta, il giorno che riscatterà la sua anima.
Berserk non è solo il nome del manga, ma anche la sua essenza più recondita. Esso rappresenta la vera minorità di Gatsu, intrisa del sangue di mille battaglie. Con l’aiuto di Kant e Platone, ne comprenderemo la vera portata.
Il cavaliere nero
In un mondo intriso di malvagità, dove gli uomini divengono demoni, e i demoni si travestono da uomini; dove spiriti malvagi e culti abominevoli si dibattono nell’oscurità, un uomo percorre una strada di inestinguibile vendetta. Un guerriero senza valori ne futuro, che vive unicamente per estirpare il male, con qualunque mezzo necessario. Il suo volto è la maschera della vendetta, e la sua spada una sentenza certa di morte! Come può un uomo celare nella sua ombra così tanto orrore e disperazione? Quali sono i tragici passi che l’hanno condotto in quel cammino di morte? Ricercare la conoscenza è la spinta verso l’annientamento della propria minorità, e tuttavia ho l’obbligo di mettervi in guardia. Se continuerete, se non indugerete sulla soglia, ma l’oltrepasserete, gli spoiler non saranno più un miraggio, ma una tetra certezza!
Nascere nella morte
Dove può nascere un vero guerriero, se non in grembo alla morte. Così, Gatsu viene dato alla luce da una donna già morta, entrando subito a contatto con la vera realtà di quel mondo. La morte è ovunque, ed essa attende, senza fretta. Per fortuna, una compagnia di mercenari decise di adottarlo. Tra questi, quello che si assume il ruolo di padre è Gambino, un soldato rude e violento.
Secondo Kant, la vera minorità è “l’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un’ altro”. Ma cosa succede, quando la guida che ci viene data dal destino, non ha conosciuto altro che la via del sangue? Sotto la tutela di Gambino, Gatsu impara subito la spietatezza richiesta ad un guerriero. Gambino non perde tempo, e fin dalla tenera età lo addestra ad essere un vero guerriero. La spada, unico suo “giocattolo”, diventa l’unico mezzo con cui può esprimere se stesso.
Tuttavia, i campi di battaglia sono un crogiolo imprevedibile di disperazione e morte. La vita di un mercenario è appesa ad un filo, e la tragedia non si fa attendere.

Il lato oscuro della minorità
Se da un lato, la minorità concede protezione e sicurezza, dall’altro richiede una relazione unilaterale, dove il minore è sottoposto alle decisioni del maestro. Gatsu vuole bene a Gambino, ma dopo un grave incidente in battaglia, il mercenario perde la gamba, e con essa il suo amore per Gatsu. La sua sanità mentale cede, in un turbinio di ombre distorte di ciò che fu. Ritiene Gatsu colpevole delle sue disgrazie, e non esita a tentare di ucciderlo per questo. Gatsu si difende e lo uccide. Solo e colpevole di omicidio, è costretto a fuggire dalla compagnia.
Seguirà un periodo di semi-minorità, dove, solo grazie alla sua spada, e sottostando ad essa, riuscirà a guadagnarsi da vivere. Tutto cambierà quando incontrerà Grifis, il capo di una banda di mercenari, che lo accoglierà bruscamente nel suo esercito per sfruttare le sue doti in battaglia.
L’ombra del guerriero
Il cavaliere nero cammina, su una strada lastricata di morte, e ricorda Grifis, Caska, e la squadra dei falchi. La compagnia del mercenari a cui dedicò la vita, fino alla fine.
Grifis è il vero simbolo dell’ombra della minorità. Più la luce di essa si fa radiosa, scaldandoci con la sua sicurezza, e più l’ombra s’allunga in grotteschi disegni di morte. Gatsu decide di sottostare a lui, e al suo sogno di grandezza, per ritrovare la sicurezza perduta. Grifis è un abile stratega, un condottiero eccezionale e uno spietato guerriero. È la vera minorità, assoluta e inestinguibile, che ci obbliga a sottostargli perché è l’unica scelta sensata. Gatsu finalmente trova degli amici, e un posto dove stare. Tuttavia, con il passare del tempo realizza che Grifis non lo considera un amico, ma una pedina da usare senza ritegno. Così, dopo innumerevoli battaglie combattute insieme, Gatsu decide di abbandonarlo, distruggendo, in quella notte di addii e lacrime, la minorità che lo attanagliava da anni.
Il paradosso del tutore
La minorità è un legame, che lega indissolubilmente maestro e minore. Se inizialmente il tutore occupa una posizione dominante, la maledizione del legame può portare ad un vero paradosso. Persino il tutore, che guida l’allievo, può finire per dipendere da esso, sottostando anche lui ad una minorità inconscia. Così, dopo l’addio di Gatsu, Grifis perde il controllo, provocando la fine della squadra dei falchi. Gatsu tenta di salvare Grifis, imprigionato dal re delle Midlands, e tuttavia non riesce completamente nell’intento. Ciò che salva è un corpo sfigurato e denutrito , a cui sono negate le ambizioni di una vita.
E venne il giorno
Gatsu ricorda quel giorno, dove semi-dei oscuri e profani diedero a Grifis una scelta. Offrire l’intera squadra dei falchi ad un orgia di demoni e follia, permettendo con il loro sacrificio di ottenere un posto al loro fianco, o abbandonarsi alla morte. Grifis decide, e la follia dilaga. Gatsu è uno dei pochi a sopravvivere, e ad assistere al massacro che fu. Privato di un braccio ed un occhio, e degli unici amici che avesse mai avuto, è catapultato in un mondo di follia, dove demoni e mostri dilagano nel mondo degli uomini alla ricerca di sangue e piaceri eterni. Lui è l’unico che conosce la verità, e userà ogni suo mezzo per ottenere la tanto agognata vendetta
La sorte di Gatsu ricorda perfettamente quella toccata all’uomo del mito della caverna di Platone. Li, in quei meandri lugubri, uomini stanno incatenati davanti ad una fiamma. Dietro di loro passano persone con in mano ogni sorta di oggetti, ma loro non possono vederli. Solo le loro ombre, proiettate dalla fiamma, danzano eteree davanti a loro. Le ombre sono tutto ciò che conoscono. Tuttavia un prigioniero riesce a liberarsi, ed a raggiungere la luce del sole. È l’unico a capire la verità. È l’unico che potrà ridiscendere nelle tenebre di quella grotta, affrontando le ombre ancora una volta, per liberare gli altri prigionieri, schiavi di illusioni momentanee, ed eteree.