La mandragola: scopriamo origini, leggende e riferimenti letterari su questa oscura radice

Conosciamo insieme la radice della mandragola attraverso la leggenda, i riferimenti letterari e il cinema.

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Ognuno prenda un paio di paraorecchi!” oggi si parla di Mandragole!

Una pianta magica dai poteri sconosciuti e gli effetti nefasti, mortali se adulta, una radice dalla forma umanoide che pare esser stata creata dal diavolo in persona, un topos letterario e cinematografico affascinante e oscuro, in due sole parole: Mandragora officinaru

Ma cosa sappiamo di questa pianta? Conosciamone la storia, le curiosità, e la mitologia come se fossimo degli studenti di Hogwarts nella classe di Erbologia!

 

La mandragola tra nascita, mito e l’antica Roma

Secondo la leggenda, la Mandragola nacque dall’unione dell’urina e dello sperma dei condannati a morte per impiccagione, e pare che essa, porti con sè l’innocenza strappata ai condannati al momento della morte; ragion per cui si ritiene pericolosissimo raccoglierla: le sue urla potrebbero condurre alla paralisi o alla follia (se raccolta da neonata), o addirittura alla morte (se raccolta da adulta).

Come fare allora per raccogliere una radice così pericolosa? 

Gli antichi romani credevano che dentro la radice ci fosse un demone nascosto, che, se sollecitato, avrebbe ucciso l’incauto raccoglitore, si suggeriva quindi di disegnare 3 cerchi intorno la radice con un ramo di salice, e dopo aver fatto urinare una fanciulla sul terreno, di farla raccogliere da una vergine, guardando ad ovest. 

Se invece si voleva evitare che fossero mani umane a toccarla, le fonti di Teofrasto di Lesbo e di Plinio il vecchio testimoniano un metodo diverso: dopo aver coperti le orecchie per evitare la pazzia, e aver versato del sangue di mestruo o dell’urina di una fanciulla sul terreno, si legava al collo della radice una corda, legata dall’altro capo al collo di un cane nero, che correndo l’avrebbe dissotterrata, allora il cane, sentendo le urla della radice, sarebbe morto, e sarebbe stato possibile toccarla. 

La pianta andava sempre uccisa prima dei 7 anni di vita, poi si rischiava che dopo averla raccolta questa prendesse sembianze umane, dopo l’estirpazione la pianta veniva purificata in un bagno di vino rosso, e poi conservata e alimentata di sangue e sperma, qualora si volessero aumentare le proprie ricchezze le si doveva mettere accanto una moneta d’oro.

 

Dal medioevo a Machiavelli

Nel medioevo la Mandragola era considerata demoniaca, e veniva distinta in maschio (bianca e utilizzata soprattutto in magia nera e arti occulte), e femmina (nera e con poteri afrodisiaci e amorosi).

 

Il Signore esaudì Lia, la quale concepì e partorì a Giacobbe un quinto figlio.”

Genesi 30:14-18 

 

Oltre che nella Bibbia, in cui Lea grazie alla mandragora riesce a concepire Issacar, anche Machiavelli, nell’omonima commedia, racconta delle proprietà della radice. Nella “Mandragola” machiavelliana infatti, si racconta dell’amore del servo Callimaco per la bella quanto sterile (perchè è bene ricordare che all’epoca la sterilità era preclusa agli uomini) Lucrezia, il servo, volendo trascorrere una notte di passione con l’amata, racconta al marito, messer Nicia, che esiste un infuso miracoloso per la fertilità: l’infuso di mandragora, ma che peró purtroppo chi giacerà per primo con la donna che ha bevuto l’infuso finirà vittima della morte; così il servo, travestito da mendicante, giace con la donna, convinta dalla madre e da un frate a sacrificare la sua purezza in nome di una buona causa, ma durante il rapporto, Callimaco le rivela il suo piano e le confessa il suo amore, divenendo suo amante e donandole un figlio.

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La mandragola nel Cinema

Oltre che topos letterario, la mandragola è anche un motivo ricorrente nella cinematografia.

Nel film del 1965 “La Mandragola”, diretto da Alberto Lattuada, con Totó e Rosanna Schiaffino, viene riportata la versione cinematografica della commedia di Machiavelli.

Guillermo del Toro nel “Labirinto del Fauno” del 2006, ripropone la mandragola come valido aiutante nelle gravidanze difficili, la piccola Ofelia infatti ne dispone una sotto il letto della madre, che porta avanti una gravidanza difficile, mettendola in una ciotola con del latte e nutrendola ogni giorno col suo sangue.

 

Al posto delle radici, dalla terra venne fuori un minuscolo neonato coperto di fango e terribilmente brutto. Le foglie gli spuntavano direttamente dalla testa. Aveva la pelle verdastra tutta chiazze ed era chiaro che stava urlando con quanta forza aveva nei polmoni.

Infine la ritroviamo in “Harry Potter e la camera dei segreti” alla lezione di Erbologia nella serra numero 3, lì la professoressa Pomona Sprout la coltiva e la fa studiare ai suoi alunni; la radice viene inoltre usata per guarire le pietrificazioni.

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