La filosofia di Bioshock : l’utopia di Moro e Bacone destinata a cadere

Rapture

Bioshock è un videogioco distopico sparatutto sviluppato dalla 2K Boston ed uscito nel 2008. Definito dalla critica come uno dei videogiochi migliori di sempre, questa piccola opera d’arte colpi sopratutto per l’ingegnosa e complessa storia che lo circonda. Numerosi sono i riferimenti politici e filosofici presenti all’interno del gioco. La trama si sviluppa poco dopo la fine della seconda guerra mondiale. Andrew Ryan, stufo delle ansie politiche, sociali e religiose che opprimevano l’America privandone i cittadini della libertà, porta a compimento la sua idea di società : Rapture. Egli costruisce una città sottomarina leggermente più ad ovest da Reijkavik, capitale dell’Islanda, ma non è una comune città.

Rapture è una comunità economica e sociale composta da individui dalla mente libera, focalizzata unicamente sulla libertà, ella difende i diritti individuali e di proprietà piuttosto che operare secondo regole a favore di una comunità collettiva. L’obiettivo originale di Rapture era di creare una società capitalista libera da qualsiasi interferenza religiosa e governativa di qualsiasi tipo, in cui ogni cittadino potesse prosperare per il proprio guadagno, senza dover soddisfare i desideri degli altri. Ai “migliori e più brillanti del mondo” verrebbe garantita la libertà di volontà e la scelta in Rapture, senza restrizioni da parte del governo, della religione e istituzioni simili. Invece di attenersi alle tradizioni e ai sistemi morali imposti da quelle istituzioni, valori come la logica e la ragione scientifica dovevano guidare gli abitanti nella loro ricerca del successo. Purtroppo anche Rapture ha dei difetti. Non esistendo programmi sociali finanziati con fondi pubblici ed essendo una città incentrata sulla libertà privata, ogni cosa ha un prezzo: cibo, assistenza sanitaria, giustizia e persino la fornitura di ossigeno. Perciò i cittadini meno fortunati si trovano in condizioni impossibili da sostenere. L’ostilità di Ryan nei confronti dei nemici del suo piccolo stato e il crescente divario tra le classi sfocia poi nel paesaggio distopico che il giocatore deve affrontare all’interno del gioco. Cittadini ormai logorati da un mix di pazzia e sangue saranno quindi all’ordine del giorno.

Al di fuori del gameplay che struttura il gioco, la trama lascia di stucco il giocatore attraverso continui richiami storici e filosofici. Andrew Ryan, che crede incredibilmente nel valore della libertà ottenuta attraverso il lavoro, permette la vita a Rapture solo dei “migliori”. Egli vuole ricreare una razza ariana che non provi nessun’attenzione nei confronti della morale o della religione. Ma mentre camminiamo per le strade buie di Rapture ci viene naturale notare il culto da parte dei cittadini, ormai irrecuperabili, nei confronti del suo Creatore. Il riferimento agli eventi della seconda guerra mondiale sembra quindi palesarsi come una copia. Una razza ariana inginocchiata di fronte ad un Dio.

In Rapture si possono trovare chiari riferimenti e parallelismi a numerosi testi filosofici a tema utopistico : vediamo quell’isola di Utopia descrittaci da Tommaso moro, seppur nella sua opera ci sia un rifiuto della proprietà privata, anche li vige il principio della libertà di parola e di pensiero. Non solo, lo sfondo dell’Utopia va qui ad incrociarsi con le idee Baconiane. Allo stesso modo ne “La nuova Atlantide” Bacone descrive una società felice, basata sulla ragione e sulla scienza. Il sapere è finalizzato all’utilità sociale e in modo sistematico, sulla base della collaborazione tra persone che hanno compiti diversi.

 

Insomma, che cosa manca a Rapture?

A Rapture non manca nulla, forse vi è qualcosa di troppo. Quel diritto individuale che lascia poco spazio alla cooperazione e che sembra far regredire quella brillante società dominata dalle scienze e dalla razionalità. L’uomo, impossibilitato a costruire un rapporto con l’altro, finisce per contare solo su se stesso, tornando in quello “stato naturale” di cui ci parla Hobbes in cui l’uomo non può sopravvivere.

Qualsiasi desiderio nella sua grandezza è realizzabile? I governi ci ingannano? Seppur in una società di regole e diritti siamo pur sempre bestie? Andrew Ryan e la sua città si sono corrotte dopo aver cercato disperatamente di creare uno stato che potesse battere il senso comune? Bioshock lascia molti spunti di riflessione dal punto di vista etico e morale, ma le conclusioni le può trarre solo il giocatore al termine della partita.

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