Quante volte abbiamo sentito questa parola, magari a scuola o in altre situazioni, senza capire bene cosa volesse dire. Così un giorno l’abbiamo finalmente cercata e abbiamo scoperto che deriva dal greco κάθαρσις e significa “purificazione”. Sì, ma purificazione da cosa? Ecco la risposta.
Cos’è la catarsi? Ce lo spiega Aristotele
I greci intendevano la catarsi sia come una cerimonia di purificazione legata a riti religiosi, sia, in senso filosofico, come una purificazione dell’anima dagli impulsi irrazionali e dalle passioni. Ma è soprattutto con lo sviluppo delle rappresentazioni tragiche che questo termine assume il suo significato più proprio. Nella sua Poetica Aristotele descrive la catarsi come il liberatorio distacco dalle passioni tramite le forti vicende rappresentate sulla scena. Egli, intendendo la tragedia come mimesi, cioè imitazione della realtà, sottolinea l’effetto della catarsi di purificare e rasserenare l’animo dello spettatore dalle sue passioni, permettendogli di riviverle intensamente attraverso lo stato sentimentale. Lo spettatore, assistendo alla rappresentazione teatrale, proverebbe in particolare due sentimenti: la pietà (ελεος), nei confronti di chi ha subito un male senza meritarlo, e la paura (φοβος), ovvero la sofferenza per un male imminente ed ineludibile, sentimento legato al fatto che gli spettatori conoscevano già il finale delle tragedie rappresentate. Ovviamente appare chiaro che, affinché questa catarsi avvenga, lo spettatore non deve far parte del dramma in quanto attore, ma assistervi dall’esterno. Solo così potrà immedesimarsi nelle situazioni provate dai personaggi, che non sono propriamente sue, ma che egli vive in quanto le domande che quei personaggi si pongono di fronte alla morte o al destino sono le stesse che lui si pone e l’amore, il coraggio, la gelosia, lo smarrimento, la paura, ecc… sono anch’essi sentimenti che sente propri e che, grazie alla tragedia, può analizzare meglio e superare.
L’effetto catartico in “This is us”
“This is us” è una serie tv statunitense emessa da NBC nel 2016, e in corso tutt’ora, che narra la storia della famiglia Pearson, attraverso passato, presente e futuro. La peculiarità di questa serie sta nel suo essere vera pur essendo una serie di finzione. Infatti i personaggi e le situazioni rappresentate non vengono qui, come spesso accade, idealizzate. Al contrario, questa serie punta a raccontare il mondo per com’è, a presentarci dei personaggi che non sono perfetti, ma, che si trovano a dover fare i conti con la vita, che spesso è imprevedibile, ingiusta e in cui non è facile essere felici. Una serie che ti dà la forza di andare avanti nonostante tutto, ecco. Il creatore Dan Fongelman ha dichiarato in merito alla serie: “Forse è il momento giusto perché una serie mostri speranza e ottimismo, faccia piangere e sentire bene con se stessi“.
L’effetto catartico sta nel voler emozionare il pubblico raccontando una storia umana fatta di domande senza risposta, di dubbi, di decisioni difficili, di amore, situazioni che fanno parte della nostra vita quotidiana e che per questo motivo ci emozionano nel vederle rappresentate sullo schermo, così come emozionavano, anche se in modo diverso, gli antichi nel vederle a teatro. Ma allo stesso tempo ci fanno riflettere, ci aiutano a trovare le risposte che anche noi stavamo cercando, ci purificano l’anima.
Questi siamo noi
This is us è una serie in cui è impossibile non ritrovarsi e ce lo dimostra lo stesso titolo che con quel “us” (noi) non vuole intendere solo i protagonisti della serie, ma tutti noi. I temi trattati dalla serie infatti toccano la vita e i drammi di ognuno. Uno dei temi cardine è l’amore che non implica sempre rose e fiori, ma difficoltà e decisioni importanti da affrontare insieme, l’amore visto come unione, forza, accoglienza, coraggio. Altro tema è l’importanza della famiglia, che non è fatta di serenità e perfezione, ma la famiglia reale fatta di problemi quotidiani, incomprensioni, litigi, risate e momenti condivisi. Le difficoltà dell’essere genitori, dal parto, che non sempre va come dovrebbe, alla pazienza necessaria per gestire i figli, che spesso non capiscono le tue azioni, i tuoi silenzi, le tue scelte. E poi l’adozione, le difficoltà legate al sentirsi diversi rispetto agli altri, ma allo stesso tempo l’amore incondizionato che una famiglia può darti. L’obesità come punto di partenza non per odiare il proprio corpo, ma per darsi la forza di cambiare e seguire i propri sogni senza vergogna. L’insicurezza, l’alcolismo, l’assunzione di droga, la depressione, mali che sembrano non avere fine, ma che si possono tutti superare. La perdita di una persona cara che lascia un vuoto dentro incolmabile e il coraggio di andare avanti, nonostante il dolore. Come avete visto i temi trattati sono i più vari e chissà, forse qualcuno di voi si sarà ritrovato in una delle situazioni descritte proprio perchè “this is us” ovvero “questi siamo noi“.
Eleonora Raso