La dualità del libero arbitrio dalla serie tv “Streghe” alle opere di J.R.R Tolkien.

La magia ci trasporta in un mondo dove tutto è possibile. E forse ci fa qualche rivelazione sulla nostra vita.

Il nostro destino, nel bene e nel male, si compie a seconda delle decisioni che prendiamo. Realtà, questa, che ci appare banale, se vista sotto la lente della quotidianità. Ed ecco che, per renderci maggiormente partecipi, arrivano in nostro aiuto i prodotti artistici. In particolare tutte quelle storie pregne di magia e fantasia che ci fanno comprendere a pieno e con trasporto che il destino è pienamente nostro, che il mondo è nelle nostre mani e noi possiamo salvarlo o distruggerlo, basta solo volerlo. Da una famosa serie tv del 1998 alle opere del Professor John Ronald Reuel Tolkien, affronteremo insieme questo breve viaggio sulla dualità del libero arbitrio.

Plasmare il proprio destino: le Halliwell ci spiegano come fare.

Un telefilm molto amato, quello che racconta la storia di tre sorelle, le Halliwell, che scoprono un giorno di essere streghe. Pilot abbastanza topico, schematizzato. Ma la storia è fatta veramente molto bene, perché oltre ad avere un cast impeccabile, presenta moltissimi elementi che creano dei continui climax di tensione. Demoni che vogliono essere buoni, storie d’amore epiche ed altre assolutamente impossibili, angeli bianchi, angeli neri, scoperte dal passato, un libro che possiede un’importanza vitale per la magia delle streghe, il Libro delle Ombre, che è direttamente collegato alla loro unione: solo se Piper, Phoebe e Prue (in seguito sostituita da Paige), che unite formano il “potere del trio“, sono unite le une alle altre, allora il libro dona loro i poteri. Ma il libro può anche diventare uno strumento di magia occulta, se le sorelle si convertono al Male. Nel corso della storia, infatti, capiterà spesso che le streghe si sentano attratte dal Male, dalla sua potenza, dal suo fascino, che ne siano possedute. Oppure, come nel caso della storia d’amore tra la strega buona Phoebe ed il Demone (per metà umano) Cole, si sentiranno attratte da un amore per certi versi malato, che non farà altro che degenerare e portare Phoebe ad abbracciare il Male o la sua morte (può questo ricordarci forse qualcosa della nostra attualità?). Cosa succede a questo punto, quando la magia nera possiede le tre streghe?

Succede che loro scelgono il Bene. Spesso prima di farlo, sbagliano anche. Ma poi ritornano sempre sulla retta via, salvano gli innocenti, liberano loro stesse, scelgono di essere buone, anche se a volte il Bene ha il suo prezzo. Ed è qui che avviene la magia della vita reale: quando piangendo Phoebe decide di eliminare il suo amore, Cole, perché capisce che non può cambiare, non può diventare buono, e si libera di quelle catene. Quando, nonostante la morte di una delle sorelle, le altre decidono di riprendere la loro missione e continuare a lottare. Quando scelgono ancora e ancora la fede nel Bene, di fare la cosa giusta, nonostante questo sia faticoso, doloroso, spesso molto difficile. Loro scelgono. E plasmano così i loro destino, il destino di coloro che saranno salvati grazie a quella magia buona.


Proprio come le sorelle Halliwell, anche noi dobbiamo scegliere.

Queste storie ci fanno sentire compresi, in quanto persone continuamente costrette a fare scelte difficili. In queste storie c’è tutto quel pathos che ci fa pensare: “Sì, è giusto così”. Perché tante volte, ogni giorno, ci capita di dover scegliere tra il bene ed il male. Vorremmo fare del male a chi ci ha feriti, vorremmo distruggere coloro che ci hanno tolto qualcosa di importante, vorremmo essere vendicatori, potenti, vorremmo raggiungere i nostri scopi con la disonestà. Eppure, il più delle volte, scegliamo di non farlo. Di inghiottire il veleno. Perché?

Perché la verità, il bene, l’onestà, pagano sempre. Non subito, no. Spesso ci sentiamo più degli stupidi per aver agito in maniera corretta, perchè così non si ottengono facilmente le cose. Infatti altrettanto spesso prendiamo le nostre decisioni attratti dalle “ricchezze” che il Male ci offre. Ma tutti sappiamo che alla fine non ferire, non distruggere, non rubare, non ingannare, sono le cose che pagano davvero l’anima. E che finiscono per plasmare il nostro destino.

“Anche la persona più piccola può cambiare il corso del futuro”

Così come è importante ricordare che tutti dobbiamo scegliere, ogni giorno, la via da percorrere ed assumerci le responsabilità delle nostre scelte, bisogna sempre ricordare che non bisogna essere grandi, famosi, facoltosi, per cambiare le cose.

Certamente non possedere fama e denaro può rallentare (non necessariamente) il processo, ma tutti, tutti possiamo fare la differenza su questa Terra, se davvero le desideriamo. Questo è quello che ci insegna l’illustre J.R.R Tolkien, in tutti i suoi scritti. Possiamo riferirci alla trilogia del Signore degli Anelli o al Silmarillion, in ogni caso le storie tolkieniane trovano sempre lo spazio per dare potere agli umili, ai piccoli. Certamente da qui potrebbe partire un fil rouge infinito, perché dalla Bibbia con l’episodio di Adamo ed Eva, ai Promessi Sposi, con l’episodio in cui Lucia riesce persino a convertire l’Innominato, abbiamo storie in cui delle creature piccole, senza alcun potere particolare, hanno plasmato grandi destini. Nel bene e nel male, appunto.

Frodo, come sappiamo, in realtà alla fine sceglie l’anello, sceglie il Male. Frodo, dopo aver affrontato insieme a Sam il lungo viaggio verso Mordor, pronuncia le terribili parole con cui poteva distruggere tutta la Terra di Mezzo: “L’anello è mio”. E Sam, che in quel momento potrebbe essere qualsiasi persona costretta ad osservare gli sbagli degli altri, sapendo che ne verrà distrutto senza colpe, lo guarda con uno sguardo disperato e sconfitto. Come quando guardiamo inermi le indicibili conseguenze delle azioni di chi conduce le guerre e distrugge senza pietà, senza ritegno. Sull’orlo del precipizio nella bocca del Monte Fato, il piccolo e coraggioso Hobbit cede al fascino del Male, cosa che gli costerà anche un dito. Per fortuito caso, o forse no, la storia alla fine finisce bene. Perchè Gollum, personaggio ambiguo, sempre sul filo sottile che divide il Bene ed il Male, aveva ancora una parte da recitare in questa storia. Ed infatti questa creatura decide di donarsi totalmente al Male, alla fine, strappando l’anello (ed il dito) dalla mano di Frodo, finendo dritto nella bocca del Vulcano. Sino alla fine si vede il suo sorriso mentre guarda l’anello conquistato, perché preferisce sciogliersi nella lava del vulcano impugnando l’anello rubato a Frodo, piuttosto che lasciarlo a qualcun altro. Questa serie di scelte, di piccole azioni, alla fine, hanno grandi, enormi conseguenze. E questo è il semplice quanto pungente messaggio che cogliamo tra le righe di stupende opere come quelle di Tolkien, di affascinanti serie come quella di Streghe, e non solo.

Che si scelga il bene o il male, che noi siamo persone facoltose o meno, la responsabilità del libero arbitrio grava sulle nostre spalle ed è tanto un dono immenso quanto un’arma letale. Sta a noi scegliere, sta a noi cambiare le cose. Non è mai troppo tardi per ritornare sui binari giusti, per portare il nostro treno alla destinazione che il nostro cuore desidera. Basta solo volerlo.

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