Aumenta la spesa ma diminuiscono i consumatori di cultura: si tratta di una divaricazione sociale sempre più ampia e di un dato ancora sotto i livelli prepandemia.
Dall’indagine emerge che più di una persona su tre ha tagliato i consumi culturali, circa il 10% degli intervistati mostra invece un incremento netto dei consumi.
Il consumo culturale oggi
Rispetto al 2021, si registra una crescita della spesa per concerti dal vivo, festival culturali, mostre e musei. Ci sono poi dinamiche molto diverse in relazione ai diversi consumi, che hanno subito variazioni importanti durante la pandemia. La fruizione di programmi, film e telefilm in tv da canali a pagamento è aumentata del 10% rispetto al 2019. La riduzione del numero di consumatori appare più accentuata per gli abbonamenti a cinema e teatro, rispettivamente -3% e -1%. Per libri, quotidiani e riviste cresce l’utilizzo delle piattaforme web in abbonamento e in streaming (+3% rispetto al 2021). Restano stabili le quote di lettori sia legati al cartaceo, ancora al 53%, che al digitale. La fruizione dei quotidiani resta però legata in maggioranza alle edizioni web gratuite. Per quanto riguarda il teatro rimane stabile la fruizione dal vivo (35%), ma continua la riduzione della fruizione teatrale via TV. Rispetto al 2021, aumenta invece la quota di chi vuole assistere dal vivo agli spettacoli.L’offerta culturale delle città risente di differenze territoriali importanti: il 64% dei più soddisfatti risiede nei centri con più di 100.000 abitanti e il 48% nel Nord Italia. Da questa rilevazione emerge una divaricazione sociale, si spende di più in cultura se si ha maggiore disponibilità economica, ma ovviamente si hanno anche più oppurtunità in base al comune e alla regione di residenza.
L’importanza dei consumi culturali
Il consumo culturale è importante perché ci aiuta a comprendere meglio il mondo in cui viviamo, a sviluppare la nostra creatività e a connetterci con il passsato e il presente attraverso l’arte e la cultura. Inoltre, il consumo culturale può aiutare a migliorare la nostra capacità di pensiero critico e a sviluppare una maggiore consapevolezza di noi stessi e della società in cui viviamo. Qualsiasi genere di consumo culturale possiede la stessa dignità e la stessa importanza, a prescindere dalla sua specificità. Per queste ragioni è sempre più importante sostenere quella che è la domanda, ma anche l’offerta di beni e produtti culturali di ogni genere. In una società in cui la forbice sociale si allarga sempre di più, il consumo culturale diventa quasi un lusso, una cosa in più che non tutti possono permettersi in egual maniera. Occore quindi ribadirne l’importanza e la centralità per una società contemporanea che a tratti ha la convinzione di poterne fare a meno. Occorre educare le giovani generazioni a non essere travolte dalla rivoluzione digitale, ma ad avere la capacità di unire tutta la potenzialità del digitale a tutto ciò che non può essere sostituito dalla tecnologia.
La cultura umanista
L’umanesimo è un movimento culturale e intellettuale che ha avuto origine nell’Europa del XIV secolo. Alla base vi è l’idea che l’uomo sia al centro del mondo e che l’individuo abbia il potenziale per raggiungere la propria realizzazione. Questo concezione fu già approfondita da Pico della Mirandola, sull’uomo come essere plasmatore di sé stesso, l’unico a non avere natura determinata e a diventare ciò che sceglie di diventare, secondo la propria volontà. Siamo di fronte a una nuova visione del mondo in cui individuo è al centro e l’ uomo ha una nuova posizione mobile, modificabile.L’umanesimo ha posto l’accento sull’importanza dell’istruzione e della cultura umanistica universale e multidiscplinare. Ci furno quindi nuovi modi di produzione del sapere, l’affermazione di luoghi laici come le università, le accademie, i cenacoli letterati e filosofici, e soprattutto le tipografie. Le stamperie furono un luogo di fondamentale importanza ai fini della produzione e della circolazione. In quest’epoca caratterizzata dalla mobilità e dall’aprirsi di nuovi orizzonti geografici e culturali, gli umanisti viaggiano e portano con sé biblioteche e opere. Nel 500’ si affermò il fenomeno di traduzione di opere dal latino e tra lingue volgari.