Halloween è tornato, e con lui spaventosi mostri provenienti dal folklore del mondo intero.
Dagli zombie ai vampiri, sono molte le creature che dominano la notte più spaventosa dell’anno. Tra fantasia e fantascienza però, la chimica può aiutarci a fare un po’ di luce sul buio del 31 di ottobre.
L’emoglobina: la merenda preferita di Dracula
Il vampiro è una figura presente in molte tradizioni. Questa creatura si ciba di sangue, la cui componente più interessante è l’emoglobina. Questa molecola molto complessa è il motivo per cui nelle nostre vene il sangue può trasportare l’ossigeno. Al centro di questa enorme molecola è presente un atomo di ferro. Questo è solo un esempio di molecole organiche, ossia molecole a base di carbonio, ossigeno e idrogeno, possano contenere metalli. La famosa vitamina B12, contiene Cobalto. Tornando a Dracula, la sua passione per il sangue è strettamente legata alle sue capacità. I vampiri possiedono infatti una vista e un olfatto formidabili. Con ogni probabilità, quello che Dracula percepisce all’interno del sangue, è proprio il ferro all’interno dell’emoglobina. Il sangue finto utilizzato nei film può avere invece le composizioni più varie. Una di queste, che si può comodamente produrre in casa, ha come base il semplice amido di mais!
Gli zombie e le molecole della putrefazione
Un’altra delle presenza immancabili alle feste di Halloween, è la cricca di amici vestiti da zombie. Da Romero a The Walking Dead, gli zombie sono entrati nell’immaginario comune come un ammasso di carne non morta putrida. E a dirla tutta, è probabilmente la definizione migliore. Dietro alla putrefazione però, ci sono dei processi chimici e biologici ben più reali di film e fumetti. Putrescina e cadaverina sono due nomi realmente esistenti, dati a due delle molecole che si sprigionano durante i processi di degradazione. Questi processi sono causati da microbi e batteri, e la lunghezza del processo può essere molto varia. Questo è influenzato da umidità, esposizione al sole, profondità della sepoltura eccetera. Tutti i microbi che degradano i cadaveri lo fanno eseguendo delle reazioni chimiche, principalmente di ossidazione, che sviluppano gas e cattivi odori. Alcuni di questi odori sono dati dallo zolfo, come quello delle uova marce che viene causato dal solfuro d’idrogeno. Esiste addirittura una pianta, chiamata Aro titano, che per il suo terribile odore si è meritata il soprannome di “pianta cadavere”. A differenza dei fiori che producono esteri, come il geranio e i fiori della frutta, questa pianta produce delle sostanze dall’aroma terribile, che richiamano quello dei cadaveri. Capire però le molecole che causano i cattivi odori, è molto più complesso rispetto alle molecole che profumano, per così dire.
La paura nella chimica del nostro cervello
Le nostre emozioni sono un complicato insieme di impulsi e molecole presenti nel nostro cervello e nel nostro corpo. La felicità, ad esempio, è influenzata dalla serotonina, gli sprazzi di energia dall’adrenalina, le pulsioni sessuali da testosterone o estrogeni. Negli ultimi anni si è cercato di individuare la molecola o l’insieme delle molecole che regolano la paura. La risposta, ora c’è. Si tratta di una molecola denominata Bdnf, ovviamente un acronimo che non ha nulla a che fare con la sua composizione chimica. Questa molecola agisce sul nostro cervello, attivando i centri della paura e facendo scaturire in noi la sensazione di terrore. Da quel momento scattano una serie di sinapsi, ossia scosse elettriche tra i nostri neuroni, che danno ordine al nostro corpo di gridare, fuggire, o reagire allo stimolo di paura. La paura è quindi un insieme molto complesso di sostanze chimiche, reazioni più o meno volontarie, e sinapsi tra le nostre cellule celebrali. Curiosamente, le uniche paure con cui noi nasciamo, quindi gli eventi più basilari che innescano questa catena, sono i rumori forti, il vuoto e il buio. Tutte le altre fobie nascono da esperienze e pensieri. Proprio per questa ragione, la reazione alla paura è una delle più studiate dal punto di vista biochimico. Gli appassionati di fumetti ricorderanno anche come Scarecrow, uno dei nemici di Batman, utilizzasse proprio un cocktail chimico ricavato durante un attacco di panico, per sviluppare il suo “siero della paura”.
Le zucche: profumi, sapori e molecole
Come per ogni alimento, le proprietà delle zucche dipendono dalla loro composizione chimica. Il loro profumo caratteristico è dato dal cis-3-esen-1-olo. Questa molecola, della famiglia degli alcoli, ha 6 atomi di carbonio, un doppio legame e il caratteristico gruppo OH degli alcoli. Per coloro che non sono appassionati di chimica, il gruppo OH altro non è che un insieme di due atomi, idrogeno e ossigeno, contenuto in tutte le molecole degli alcoli, compreso l’alcol delle bevande che tanto piace ai giovani durante le feste di Halloween, e l’alcol per disinfettare, altrettanto popolare quest’anno a causa della pandemia. Le zucche sono molto ricche di acqua, la cui molecola sta alla base di moltissimi tipi di alimenti; il carotene, una molecola di modeste dimensioni, che serve per produrre la vitamina A. Le vitamine non sono una vera e propria classe di composti: a differenza infatti di alcoli, proteine o carboidrati, non hanno un gruppo di atomi particolare che le contraddistingue. Per questo motivo tra le vitamine si trovano molecole con caratteristiche e dimensioni molto diverse tra loro. Oltre alla vitamina A, B1 e C, contiene anche diversi sali minerali. Come sentiamo spesso dire che la carne è ricca di ferro, esistono anche alimenti che contengono fosforo, sodio, potassio e altri atomi fondamentali per il funzionamento ottimale del nostro corpo. La zucca è allora non solo il simbolo di una festività, ma un ottimo modo di mantenersi in forma e dilettarsi in cucina con i piatti più svariati.