Inusuale Book Fest: raccontare e raccontarsi per abbattere muri e costruire ponti

Parole d’ordine: cultura, condivisione, partecipazione. Inusuale Book Fest è la fitta rassegna di appuntamenti culturali, maratone di lettura e presentazioni di libri che saranno organizzate nel mese di settembre in luoghi insoliti ed “inusuali”, appunto, nella città di Campi Salentina, situata in provincia di Lecce e già nota a livello nazionale per l’appuntamento annuale con “La città del libro”, festival dedicato ai libri e alla lettura.

Qualche semplice pensiero, audace e libero.

Qualche parola per esplicitarlo, colorata e incandescente.

Qualche pagina bianca per renderlo indelebile, che brama inchiostro e vita.

Libri, insomma, tanti meravigliosi libri che scendono in piazza per raccontarsi e per raccontarci, che entrano nelle nostre case per insinuarsi nei nostri cuori. Questo sarà Inusuale Book Fest.

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Il progetto, si legge sulla pagina Facebook dell’evento, nasce dall’idea di portare i libri nei più comuni ed informali spazi di vita intimi e privati. Infatti, ad animare l’aria settembrina di Campi Salentina, paese della provincia di Lecce, vi sarà una fitta rassegna di manifestazioni culturali, che prevede presentazioni di libri e maratone di lettura organizzate in case, piazze e corti del luogo.

A promuovere l’iniziativa, da un’idea della dott.ssa Isabella Picci, è stato il Centro multiculturale Etnos, con il patrocinio gratuito del Comune di Campi Salentina e la collaborazione di associazioni quali “La Coorte”, “MAD” e “CIF – Centro Italiano Femminile”.

Fondamentale, poi, il supporto del “Collettivo Inusu@le”, costituito da tutti i cittadini che hanno voluto offrire il loro contribuito partecipando agli appuntamenti e alla loro organizzazione e, soprattutto, mettendo a disposizione i propri spazi personali (abitazioni, sedi di associazioni, giardini, garage, attività commerciali) perché potessero fungere da cornice “inusuale” per gli appuntamenti letterari previsti.

L’obiettivo è quello di rilanciare il piacere della lettura “dal basso”, immersi nella bellezza forse ormai inusuale, ma sempre meravigliosamente affascinante dell’agorà, della piazza, a stretto contatto con la polvere della strada e con i vicoli in cui siamo cresciuti per guardarli con occhi diversi, in un percorso tra le vie della propria città che sia fisico e mentale e ricolleghi il “luogo” al “logos”.

Inaugurazione di Inusuale Book Fest

“Un vero e proprio esperimento culturale che trova nel libro non solo un fine ma anche un mezzo per veicolare la partecipazione attiva; un’esperienza sociale fuori dai circuiti ufficiali, proprio per questo non alternativa ma complementare ad essi. – si legge sul sito – INUSUALE Book Fest è un progetto su piccola scala, di vicinato e prossimità, lontano dalla grandiosità dei Festival e con l’obiettivo di unire le persone attraverso i libri, in un contesto storico come il nostro in cui paura, smarrimento e scarsità di relazioni vere rischiano di renderci freddi e indifferenti”.

Non solo. Nell’ottica dell’iniziativa, la cultura diventa in primo luogo un’ineguagliabile arma contro la xenofobia. Accogliere nel proprio spazio privato una tappa di “Inusuale Book Fest” avrà perciò una duplice valenza, nell’intento lodevole di dar vita ad un circolo virtuoso che fa dell’educazione alla sensibilità individuale e della stimolazione dell’intelligenza collettiva il proprio punto di forza.

Aprire le porte a un libro, ad una storia, ad un autore, significherà per questo anzitutto aprire la propria casa ad un pubblico ampio e variegato, ai tanti ‘chiunque’, insomma, che nella quotidianità consideriamo estranei e che, per una sera, si amalgameranno in un’unica platea, in cui tra i volti amici verranno indistintamente annoverati anche quelli sconosciuti e, talvolta, volgarmente definiti “diversi”.

In questo modo tutti insieme, questi volti saranno “noi” e si riscopriranno “compagni”, nel senso più etimologico del termine. D’altronde, non è la cultura un pane di vita che proprio nel momento in cui viene diviso e condiviso, volendo rimembrare anche un noto e significativo brano evangelico, si moltiplica?

In quei ‘chiunque’ che aderendo all’iniziativa si trasformeranno per gli altri partecipanti in ‘qualcuno’, allora, si potranno scorgere occhi incrociati inconsapevolmente per le strade di un paese comune, mani sfiorate frettolosamente tra gli scaffali dei supermercati che si è soliti frequentare, gambe che hanno percorso le proprie stesse strade, cuori che condividono il proprio medesimo amore, quello per la lettura.

Cuori affini, insomma, proprio perché accomunati dalla stessa grande passione per la cultura, che non conosce etnia, sesso o religione. Cuori che hanno viaggiato, che si sono persi per le arterie del mondo e che si sono voluti ritrovare sotto uno stesso tetto. Cuori grandi e aperti, così come le pagine di un libro amico e le porte di una casa ospitale, che si son celati dietro ad una fisionomia straniera, ma mai troppo forestiera per prevaricarsi l’opportunità di trovare accoglienza ed empatia in altri cuori, altrettanto predisposti al bene.

Raccontare i libri per raccontare se stessi sarà perciò l’antidoto a due dei più preoccupanti ed invalidanti drammi moderni: la paura del diverso e l’ignoranza.

“Raccontare e raccontarsi: è proprio in questa relazione che si scopriranno significati nuovi e diversi e il proprio spazio privato, almeno per una sera, diventerà aperto e comune” – si legge ancora nelle dichiarazioni degli organizzatori.

In queste serate di fine estate, perciò, in piazze e salotti gremiti di gente e di sogni, quanti vorranno e potranno partecipare avranno modo di essere pionieri di una grande rivoluzione, una di quelle che si vincono con un sorriso e che con quel sorriso riescono a cambiarci la vita, una di quelle che in punta di piedi si impongono con prepotenza discreta nei nostri pensieri per spronarci ad essere affamati e folli.

Una rivoluzione “inusuale”, insomma, ma imprescindibile.

Riflettendo sull’“inerzia culturale” dell’uomo del remoto futuro in cui vive, in una società in cui si iperbolizzano i paradossi di quella contemporanea e se ne ricalcano le assurdità, Guy Montag, protagonista del romanzo di Ray Bradbury “Fahrenheit 451, esclama: “A noi occorre non essere lasciati in pace! Abbiamo bisogno di essere veramente tormentati una volta ogni tanto!”.

Ebbene, al di là dell’estinzione indotta della cultura, un dilemma che nel libro viene espresso emblematicamente nell’operato di pompieri sui generis che danno fuoco ai libri e che oggi, invece, si esplicita nell’aberrante indifferenza verso il profumo inimitabile della pagine di un libro e verso il contatto già di per sé intrigante delle proprie mani con quelle pagine stesse, è bello ritrovare un’altra somiglianza, più piacevole e rincuorante, tra i lettori che in questo mese si ritroveranno a Campi Salentina e le vicende narrate da Bradbury: la presenza di uomini-libro.

Questi personaggi, che compaiono alla fine del romanzo, per opporsi al regresso, all’inciviltà e alla disinformazione, memorizzano integralmente le opere letterarie per tramandarle ai posteri, affinché esse non vadano perdute nel dimenticatoio dell’ignoranza e nel limbo dell’inettitudine. Gli “uomini-libri” non sono perciò null’altro se non “uomini liberi”, mai sazi di cultura e di sapere, sempre pronti ad ampliare la propria mente con le opere del passato per cambiare già da oggi il futuro, e rendersi fautori della conquista più grandiosa a cui gli uomini possano ambire: la libertà, appunto.

Allo stesso modo, le maratone di lettura e le presentazioni di testi letterari sponsorizzate da Inusuale Book Fest e da ogni altra manifestazione di cultura sapranno essere vento di libertà e cambiamento nei cuori più nobili e sensibili.

Non un vento umido di scirocco incapace di asciugare le lacrime del dolore di chi è vittima dell’ignoranza altrui, ma una tramontana forte e innovatrice, che “non lascia in pace” ma infervora gli animi e scarmiglia capelli ed idee, proprio come i venti da nord che colorano le estati salentine.

Ecco perché quella dell’Inusuale Book Fest sarà una rivoluzione e sarà meravigliosamente vincente, perché lì dove vi sono libri, entusiasmo e parole, vi è libertà.

Ecco perché per questo, per tutto ciò non si può esprimere verbalmente e per tutto quel “che ’ntender no lo può chi no lo prova”, ogni volta che vincerà la cultura “avremo vinto noi”.

Inusuale Book Fest

Mariachiara Longo