È stata scoperta da poco una cripta risalente all’XI secolo.

Il ritrovamento, avvenuto in Val Susa, Piemonte, è davvero straordinario.
La scoperta
In Val Susa, in Piemonte, è stata rinvenuta una cripta risalente all’XI secolo nell’abside della cattedrale di San Giusto.
Si tratta della cripta della cattedrale segusina, riemersa in tutta la sua bellezza.
Ora l’oggetto degli scavi sarà un’antica cripta ipogea, emersa durante il restauro del coro ligneo: si stima essere risalente alla fondazione della Cattedrale primigenia.
La cripta era sepolta sotto metri di macerie, con tracce di stucco, pitture e tutto il reliquario probabilmente di un santo.
La scoperta è davvero importante proprio perché in Piemonte non ha precedenti.
Il ritrovamento è considerato il più importante degli ultimi 50 anni e ora servono i soldi per il restauro.
La cripta, datata all’inizio dell’anno mille, è stata ritrovata quasi per caso: da lì è così iniziato lo scavo che ha riportato alla luce un inaspettato passato.
Le ricerche dovevano essere destinate a riguardare i primi 50 centimetri della parte presbiteriale e invece lo scavo si è interrotto poco dopo, quando è stato trovato il vano della cripta che era stato colmato di macerie.
La scoperta si riflette anche negli stucchi e nelle decorazioni pittoriche ora ritrovate e da salvare.
Inoltre, è stata scoperta anche un’epigrafe di età romana dedicata a Minerva: si tratta di un caso unico in tutto il Piemonte.

Gli scavi sono stati presentati venerdì.
In questa occasione vi erano il monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e Susa, Luisa Papotti, soprintendente archeologia belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, Deborah Rocchietti, funzionaria archeologa responsabile di zona, e il responsabile del Centro Culturale Diocesano di Susa.
Ritrovamenti archeologici
In Italia sono moltissimi i ritrovamenti archeologici che vengono fatti ogni anno, alcuni, poi, risultano particolarmente importanti.
Tra i siti che ci regalano più sorprese ci sono, ovviamente, Roma, Pompei ed Ercolano.
A Roma, dei semplici lavori comunali, possono portare alla luce rovine e oggetti usati dagli antichi romani.
Ercolano e Pompei, poi, si sono rivelate, soprattutto negli ultimi anni quando già si ipotizzava di aver riportato alla luce la maggior parte delle testimonianze storiche, delle vere e proprie “miniere d’oro”.
Resti di ville, mosaici, manufatti e scheletri riemergono e tornano alla luce, regalandoci la possibilità di aggiungere un altro importante tassello alla nostra storia.
Italia: un incredibile “pozzo” di architettura nascosta
In Italia non siamo nuovi a notizie di tale importanza.
Nel nostro paese, infatti, sono davvero tantissimi i siti archeologici che spesso emergono durante semplici azioni di restauro e anzi, a volte, se le rovine ritrovate non sono così importanti, si decide di continuare i lavori senza provvedere ad uno scavo mirato.
Questa nazione, probabilmente più di ogni altra, è stata un vero e proprio fulcro di molte civiltà e, ognuna, ha lasciato un segno del proprio passaggio.
Insomma, quando si iniziano dei lavori di routine, c’è spesso da aspettarsi grandi sorprese.