In Molise il primo santuario dedicato alle vittime del lavoro: è il primo del genere in Italia.
Durante lo scorso 30 luglio la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli a Pietracatella, in provincia di Campobasso, è stata elevata a santuario per le vittime del lavoro.
La tragedia del 2015
Il 28 luglio del 2015 nella chiesa di Pietracatella avvenne un tragico episodio: tre operai rimasero coinvolti in un incidente causato da un improvviso crollo della volta. Uno morì e gli altri due rimasero feriti. La chiesa aveva bisogno di alcuni lavori di ristrutturazione , a causa del terremotò che interessò il Molise il 31 ottobre 2002. Il 30 luglio scorso la chiesa è stata promossa a santuario diocesano per le vittime del lavoro, il primo del genere in Italia. Ad officiare la cerimonia l’arcivescovo Bregantini e il sindaco di Pietracatella: l’obiettivo comune di tale celebrazione è rendere la chiesa un luogo di incontro e riflessione, per tenere vivo il ricordo delle tante vittime degli incidenti sul lavoro.
Le statistiche dell’Osservatorio Indipendente di Bologna
Secondo l’Osservatorio Indipendente di Bologna, le morti avvenute sul luogo del lavoro durante il 2021 sarebbero 695. Tale studio cerca di includere nei propri dati anche le morti dei lavoratori in nero, quelle non denunciate e gli infortuni letali non accertati dall’INAIL. Per quanto riguarda il 2023, il bollettino INAIL ,pubblicato lo scorso 28 luglio, conferma che le denunce di infortunio mortale sul lavoro sono state 450. Assumendo un punto di vista più generale, è possibile affermare che , negli ultimi 20 anni ,i dati sugli infortuni e sui morti sul lavoro risultano abbastanza stazionari. I numeri restano comunque preoccupanti :ad allarmare maggiormente è la crescente incidenza di mortalità tra i giovanissimi , con età compresa dai 15 ai 24 anni.
Le condizioni dei lavoratori nel XIX secolo: la figura di Engels
Denunciare le precarie condizioni dei lavoratori non è certo una scoperta del nostro secolo. Friedrich Engels(1820-1895), filosofo e pensatore socialista, scrisse l’opera “La situazione della classe operaia in Inghilterra”(1845). In questo libro Engels, ad appena 24 anni, fornisce un quadro economico e sociale di un’Inghilterra sconvolta dalla rivoluzione industriale. Figlio di imprenditori, ha l’occasione di girare tra le fabbriche inglesi e tocca con mano le disumane condizioni in cui versano gli operai, raccontando anche alcune vicende. Per esempio, il filosofo scopre due dinamiche riguardanti i bambini. In primis, non esistono permessi di assenza dal lavoro successivamente ad un parto poiché la macchina non può essere fermata. Inoltre, il neonato veniva lasciato incustodito a casa e spesso veniva stordito tramite un fazzoletto imbevuto di alcool, per “tranquillizzarlo” fino al ritorno dei genitori. Insomma, dal 1845 è stata percorsa molta strada riguardo ai diritti e alla sicurezza dei lavoratori, ma i dati sopra elencati ci confermano che, ad oggi, c’è ancora parecchio da fare.