Il sonoro ha ucciso il cinema? Scopriamo la fine della Hollywood degli anni ’20

Il film “Babylon” riporta fedelmente sul grande schermo in che modo il progresso tecnologico abbia cambiato Hollywood.

Poster del film Babylon

L’introduzione del sonoro è sicuramente l’evento che più di tutti ha rivoluzionato il cinema e negli anni ’30 ha dato il via a una nuova era a Hollywood. Ma, come racconta Chazelle nel suo ultimo film, l’avvento del nuovo a volte deve eliminare il vecchio.

La nascita del sonoro

La seconda metà degli anni ’20 segnò la nascita dei film con il sonoro. La Warner Bros fu la casa di produzione che diede il via alla nuova era del cinema, facendo uscire il primo film sonoro di sempre nel 1926, ovvero “Don Giovanni e Lucrezia Borgia”. Questo film conteneva solo la colonna sonora, cioè solo la musica; non c’erano dialoghi. La svolta arrivò nel 1927.

In quell’anno infatti la Warner Bros produsse “The jazz singer”, film ricordato per due ragioni: la prima è il fatto di aver creato una delle più famose blackface del cinema (all’attore bianco fu applicato del sughero bruciato per colorare la sua faccia di nero). La seconda ragione è l’essere stato il primo lungometraggio in cui si sente la voce degli attori. Il film, sia in Babylon sia nella realtà, ebbe molto successo grazie alle parti parlate e cantate dall’attore protagonista Al Johnson. In Babylon tale successo è rappresentato dalla standing ovation del pubblico presente alla première del film; vedendo questa reazione da parte della platea, Manuel, protagonista del film di Chazelle, si sente costretto a correre fuori dal cinema per chiamare Jack e la MGM per avvisarli che grazie al sonoro “sta per cambiare tutto”. Niente di più vero.

Al Johnson in una scena del film The Jazz Singer (1927)

I primi passi negli studios

Sin da subito il sonoro rivela i suoi limiti, almeno a livello di produzione. La tecnologia richiedeva estrema precisione e gli attori non erano abituati a parlare quando recitavano. È emblematica in Babylon la scena in cui Nellie LaRoy (Margot Robbie) deve ripetere per otto volte la stessa scena perché il tecnico fonico continua ad interromperla: prima lei parla con voce troppo alta, facendo saltare le valvole, poi con voce troppo bassa; inoltre, l’attrice manca più volte il segno in cui deve piazzarsi perché il microfono prenda la sua voce, poi uno dei produttori starnutisce nel bel mezzo della scena e, nel frattempo, il fonico continua a interrompere perché sente uno stridio in sottofondo. Per non parlare poi di un membro dello staff che viene sgridato per non aver indossato scarpe con la suola in gomma (meno rumorose).

Se a raccontarla questa scena può sembrare comica, la verità è che questi problemi si verificavano seriamente, le scene venivano ripetute molto più di otto volte e questo fatto rallentava i tempi di produzione, alzando di conseguenza i costi del film. Per non parlare poi dei problemi con la voce degli attori e, in alcuni casi, con le loro scarse doti di recitazione e intonazione. I produttori e i proprietari degli studios iniziarono così a eliminare chi non era più adatto al nuovo cinema, mentre alcune star più famose iniziarono a prendere lezioni per migliorare l’intonazione e la voce.

Fonte: Unsplash

La caduta della Babilonia degli anni ’20

Con l’inizio degli anni ’30 il sonoro divenne ormai parte di quasi ogni film. Era quasi più strano vedere un film muto di uno col suono. Solo alcune eccezioni potevano permettersi di non dare voce ai propri personaggi: Charlie Chaplin, ad esempio, non fece parlare Charlot fino a “Tempi Moderni” nel 1936 e poté permetterselo solo perché il suo personaggio, che era nato nell’era muta, era apprezzato così com’era e non aveva bisogno di cambiamenti.

Sorte diversa ha Jack Conrad, altro personaggio principale di Babylon. Grande divo negli anni ’20, Jack  è entusiasta quando sente della novità del sonoro, ma sarà proprio il cambiamento tecnologico a farlo affondare. Non sa recitare bene e i suoi pochi film sonori sono un disastro; dopo averlo confermato inizialmente, la MGM e Hollywood, lo scaricano. Questa situazione ed altri problemi personali lo porteranno al suicidio. La Hollywood, che lo aveva accolto, reso una stella e che lui stesso definisce “Mondo Magico”, non esiste più e l’attore non appartiene più a quel mondo.

Molti attori e divi degli anni ’20 ebbero lo stesso destino di Jack, a causa delle scarse doti recitative portate a galla dalla nuova tecnologia. Ma la categoria dei divi non fu l’unica colpita in negativo: anche i didascalisti, ovvero quelli che scrivevano le didascalie per i dialoghi nei film muti, videro la loro carriera finire improvvisamente. Potendo infatti incidere le voci degli attori direttamente sulla pellicola, i loro servizi non erano più richiesti e gli studios poterono liberarsene.

Esempio di didascalia in un film muto

La nuova era del cinema

Come mostrato in Babylon non fu solo l’avvento del sonoro a rovinare molti attori. Il giro di droga, il proibizionismo, l’entrata in vigore di nuove leggi e altri fattori storici compromisero la vita privata di molti protagonisti del cinema. Il suono però fu l’evento che permise di dare inizio a una nuovo mondo del cinema: senza il sonoro oggi non avremmo colonne musicali epiche, dialoghi e monologhi memorabili, non avremmo l’emozione data dalla recitazione di alcune scene; a discapito di tutti questi vantaggi, i vecchi attori, o comunque la maggior parte di essi, che non seppero adattarsi al cambiamento, sparirono dalle scene facendo posto a nuova generazione di star del cinema; una sorta di selezione naturale hollywodiana.

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