E’ uno dei tre poteri della forma-Stato moderna e democratica, nonché un elemento fondamentale per lo scorrere tranquillo delle nostre vite: la magistratura.Tutti abbiamo avuto a che fare con la magistratura almeno una volta nella vita. Può essere stata una multa per eccesso di velocità contestata dal giudice di pace, o magari per il divorzio dei propri genitori, o forse per testimoniare in caso aveste visto in diretta un incidente stradale. Le vie della magistratura sono infinite, per fare una semi-citazione. Oggi siamo qui per riscoprire il ruolo di questo importantissimo terzo potere dello Stato, senza il quale gli altri due difficilmente tirerebbero avanti. A ricordarcelo è proprio il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Le dichiarazioni di Mattarella
Il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante il discorso per l’inaugurazione della sede napoletana della Scuola di Magistratura italiana, ci ha tenuto a ricordare l’importanza cruciale di questo potere. Mattarella ha infatti chiesto ai magistrati di mantenere serietà, professionalità e terzietà nel loro mestiere, che è determinante per la vita democratica. In seguito, ha cercato, in maniera un po’ nascosta, di dare un monito alla classe politica: quest’ultima non deve in alcun modo interferire con il potere giudiziario, che deve essere libero, esterno e indipendente. Inoltre, il legislatore deve effettivamente riprendere a svolgere il proprio ruolo, ossia scrivere e approvare norme. I magistrati non devono più farlo al suo posto a questo punto di saturazione.
Il potere giudiziario
Ci sono tre grandi poteri che a oggi regolano lo Stato contemporaneo democratico: quello legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario. Il primo, in Italia, è svolto dal Parlamento, il secondo dal governo e il terzo dalla magistratura. Quest’ultima è l’insieme delle organizzazioni e delle strutture volte all’amministrazione del sistema della giustizia in un Paese. Ciò è portato a compimento da diversi soggetti titolari di diritto, ossia i magistrati, divisi fra giudici e pubblici ministeri a seconda della scelta della carriera giudicante o requirente. Per entrare a far parte della magistratura in Italia è necessaria la laurea in Giurisprudenza, il superamento del concorso in magistratura e la frequenza, con tanto di tirocinio, della Scuola Nazionale di Magistratura, scegliendo appunto fra carriera giudicante o requirente. Il sentiero non è per niente semplice, però.
L’indipendenza della magistratura
Affinché il magistrato possa svolgere al meglio il proprio mestiere, è fondamentale gli garantisca l’indipendenza, così da preservarne l’imparzialità e la terzietà. L’indipendenza della magistratura può essere esterna o interna. Quella esterna fa sì che i magistrati siano protetti dagli altri poteri dello Stato attraverso diverse misure: cesura fra potere legislativo, esecutivo e giudiziario, istituzione del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura, organo di autogoverno), stabilità e inamovibilità del magistrato, responsabilità dello stesso, incompatibilità e appartenenza a uno stesso corpo. Quella interna fa sì che il singolo magistrato sia tutelato da influenze intestine dello stesso corpo giudiziario, con strumenti tipo: assetto paritario della magistratura, ruolo dei dirigenti degli uffici giudiziari, il Csm, l’inamovibilità e la retribuzione dei magistrati e il precetto del giudice naturale precostituito per legge.