
I Pinguini Tattici Nucleari e le loro allusioni
Lo scorso 19 maggio usciva il nuovo singolo dei Pinguini Tattici Nucleari dal titolo Rubami la notte. Fresca e dal romanticismo leggero che contraddistingue tutti i lavori del gruppo bergamasco, la canzone è già da considerare una hit estiva.
Nonostante le premesse, questa non vuole essere una recensione musicale alla canzone che nei mesi estivi riempirà bar, locali e radio, bensì luogo per dimostrare come anche i cantanti moderni utilizzino espedienti retorici (figure retoriche, ndr) che, senza soluzione di continuità, dalla letteratura antica sono giunti fino a noi.
Se, al di là della melodia orecchiabile, ci soffermassimo sul testo, ci accorgeremmo come i Pinguini Tattici Nucleari ricercano una complicità che va al di là del semplice rapporto band-fan: richiedono all’ascoltatore uno sforzo attivo nell’interpretazione del testo che può essere apprezzato appieno solo dopo che l’ascoltatore ha riconosciuto le moltissime allusioni nascoste al suo interno.
In Rubami la notte si legge “tu sei personaggio in cerca d’autore“, con un chiaro rimando al testo teatrale edito nel 1921 da Luigi Pirandello. Questa allusione non è, ovviamente, la sola che si può ritrovare all’interno dell’intera discografia dei Pinguini Tattici Nucleari: in Giovani Wannabe i protagonisti sono figli dei fiori del male, chiaro riferimento a Baudelaire, prendono vita dalla Belle Epoque e possono essere letti come il passato sul viso di Dorian Gray, protagonista de Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.
L’allusione sconfina nel panorama artistico e, sempre all’interno del nuovo singolo, possiamo ascoltare
“sulla schiena c’hai la musica
Man Ray“
riferimento che presuppone una conoscenza approfondita anche del panorama artistico novecentesco.
L’allusione in letteratura
Fare una lista delle allusioni presenti nei loro testi può essere un gioco divertente ma fine a sé stesso, ciò che ci interessa è vedere come funziona il meccanismo dell’allusione, espediente retorico che, dai testi letterari, non perde potenza e forza se utilizzato all’interno di un brano musicale.
Alludere, in letteratura, significa fare riferimento in modo insinuante e misterioso ad alcuni elementi e oggetti del discorso senza citarli direttamente. È in questo alone di mistero in cui l’autore rinchiude l’allusione che il gioco viene messo in atto.
L’allusione, per funzionare, presuppone la condivisione tra autore e pubblico di una precisa memoria letteraria, artistica e culturale, di una stessa “biblioteca”. Quando i lettori (o gli ascoltatori) riconoscono l’allusione in essi si genera un sentimento di soddisfazione.
È sicuramente più facile immaginarsi il lettore delle Metamorfosi ovidiane quando, soddisfatto, riconosce dietro il brano su Narciso (Metamorfosi X), uno dei canti nuziali di Catullo, perché nel nostro immaginario entrambi fanno parte di un lontano passato letterario. La stessa cosa, però, accade anche quando uno studente fan dei Pinguini Tattici Nucleari riconosce nei loro testi ciò che ha appena studiato a scuola e su cui, magari, è appena stato interrogato.
È come se, nascosti tra le parole, Ovidio e i Pinguini Tattici Nucleari ammiccassero al lettore e all’ascoltatore e tra di loro si istaurasse un rapporto di complicità.
Senza dover guardare troppo indietro nella storia letteraria, un gioco di allusioni viene messo in atto da uno dei più grandi autori del pieno Novecento: Eugenio Montale. Nella sua più famosa raccolta poetica, Ossi di Seppia (1925), Montale ha bisogno del panorama letterario immediatamente precedente: si serve del linguaggio di Pascoli e di D’Annunzio, andando però ad opporsi alla loro poetica. Interessante la lirica Incontro, di cui si leggano questi bellissimi versi:
“A lei tendo la mano, e farsi mia
un’altra vita sento, ingombro d’una
forma che mi fu tolta; e quasi anelli
alle dita non foglie mi si attorcono
ma capelli“
Non è sicuramente questo il luogo adatto per l’analisi di una lirica così complessa, ma con un po’ di attenzione si può vedere come Montale abbia incastonato la nota metamorfosi dannunziana dei due amanti della Pioggia nel Pineto che si trasformano negli elementi vegetali e naturali della Versilia toscana. Qui, però, Montale sta suscitando nel lettore attento il ricordo della lirica dannunziana, invertendone completamente il significato: da “le chiome /auliscono come / le chiare ginestre” ai capelli, non foglie, che si attorcigliano alle dita del poeta. Montale, così facendo, annulla l’effetto voluto da D’Annunzio, banalizzandolo.
L’allusione in musica
Più leggero, moderno e immediato, lo stesso meccanismo viene messo in atto al momento della costruzione dei testi delle canzoni dei Pinguini Tattici Nucleari: la band spera che, quanto più il fan riuscirà a individuare e scoprire le allusioni disseminate nel testo, tanto più verrà creata complicità e soddisfazione. La forza di queste canzoni sta proprio nella loro capacità di comunicare a tutti e di voler ricercare un rapporto d’affetto con chi, dall’altra parte delle piattaforme streaming, sta cogliendo con soddisfazione i significati nascosti delle allusioni.
La letteratura, l’arte e la storia fungono, proprio come per Ovidio o Montale, da bacino di inesauribile portata, che ancora ci parla, anche se modificato nelle sue parti, attraverso il tempo e lo spazio.
In Stage Diving, brano dell’ultimo album dei Pinguini Tattici Nucleari, si ascolta
“E piove sui nostri volti
la riconosco, è la pioggia del Pigneto“
agendo proprio come Montale nel 1925.
Immediato è, infatti, il rimando alla già citata lirica La pioggia nel pineto. Se in Montale l’allusione rimane più nascosta, qui il gioco viene svelato subito dallo stesso testo, ma c’è una novità: gli amanti della lirica sono stati trasportati in un panorama più moderno dove a fare da sfondo alla favola bella non è più la Versilia bensì uno dei quartieri di Roma, il Pigneto. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, la lirica non perde di potenza, tutt’altro. Acquista nuova forza e continua a operare nella stessa direzione per la quale è stata creata: comunicare e parlare al pubblico, che esso sia quello del 1902 o del 2023.
Complimenti a Caterina, ci ha fatto scoprire inedite emozioni, nonostante il pensiero comune: sono solo canzonette!