Il fiume Mississippi è in secca. Durante questo difficile momento, però, sono molti i tesori scomparsi che stanno riemergendo.
Tra i tesori ritrovati vi è un fossile di leone estinto durante il Quaternario.
Un leone enorme
Circa 11.000 anni fa, nei territori degli odierni Stati Uniti d’America, viveva un leone lungo due metri e mezzo, alto un metro e dal peso che superava i 400 chili.
Questo gigante era più grosso del 25% rispetto al leone di oggi e rappresentava uno dei predatori per eccellenza, ma come successo alla cosiddetta “megafauna del Pleistocene” anche questo leone è scomparso dal Pianeta durante l’estinzione del Quaternario, l’ultimo periodo del Cenozoico.
A differenza altri animali suoi contemporanei, i fossili di leone americano sono particolarmente rari e la loro scoperta ha sempre grande risonanza mediatica.
Il recente ritrovamento avvenuto sulle rive del Mississippi da Wiley Prewitt e riportato per primo da “Sun Herald”, poi, merita particolare attenzione poiché non riguarda solo la paleontologia.
La secca del Mississippi
Il lungo fiume sta attraversando un difficile periodo di secca, la peggiore degli ultimi dieci anni come riportato da NOAA, la National Oceanic and Atmospheric Administration.
Il suo livello è così basso che barche e chiatte fanno fatica, con tutte le conseguenze sul commercio.
Dal punto di vista ambientale la notizia non è buona, ma l’incredibile ritrovamento ha portato questa difficile situazione ad assumere anche sfumature importanti.
La siccità, infatti, sta riportando alla luce diversi tesori finora rimasti sommersi.
A ottobre, ad esempio, dalle acque del fiume è riemerso un traghetto che era affondato a fine Ottocento.
Un tesoro ritrovato
Wiley Prewitt è un normale cittadino che ha avuto la fortuna di imbattersi in qualcosa di davvero straordinario.
Prewitt abita in Mississippi e ha ritrovato l’osso del leone su una spiaggia vicino alla città di Rosedale e l’ha portato agli esperti del Museo di Storia Naturale di Jackson, la capitale dello Stato, nella quale era in corso un incontro riguardante proprio i fossili del Nord America.
Gli esperti hanno confermato che il fossile è una mandibola di Panthera atrox.
Questo è il quarto fossile di leone americano ritrovato nel bacino del fiume.
Fino ad ora la maggior parte delle conoscenze che abbiamo sull’animale arrivavano da più di 80 esemplari ritrovati nello stesso luogo: i pozzi di catrame di La Brea, in California.
Anna Reginelli, l’organizzatrice dell’evento, ha dichiarato che Prewitt ha fatto la storia.
L’importanza dei fossili
I ritrovamenti di fossili sono sempre una grande riscoperta.
Attraverso di essi è possibile costruire, ricostruire e rettificare opinioni e supposizioni scientifiche.
In questi anni sono stati diversi i ritrovamenti fossili in tutto il mondo e alla comunità scientifica e paleontologica sono state offerte, ancora una volta, importanti occasioni di studio e ricerca.
Ecco perché occasioni come queste devono essere sfruttate per analizzare e indagare su tutta la storia (o meglio, almeno in questo caso, la preistoria) su cui abbiamo sicuramente ancora molto da scoprire.