Il labirinto di William Kurelek e la realtà secondo lo schizofrenico

” Ti danno fastidio i rumori che ho nella testa?” Dal greco “schizo”, diviso, e “phren”, cervello la schizofrenia è caratterizzata dalla presenza di una forma dissociativa di alterazione del pensiero, con la rottura delle capacità funzionali di percezione della realtà ed elaborazione delle informazioni esterne.                                                                  L’Art Brut e William Kurelek                                                                                              L’Art Brut, si contrappone consapevolmente all’arte bella o arte colta. Inaugurata da Dubuffet nel 1945, vuole essere rozza, primordiale, non mediata, spesso scandita da una ritualità incontrollabile. Include le opere dei popoli cosiddetti primitivi, dei bambini, dei malati psichiatrici, dei carcerati. È la grezza espressione di una visione libera da vincoli culturali, di coloro che vivono in condizioni di reclusione, costrizione o marginalità, ossia degli artisti inconsapevoli che vivono, spesso loro malgrado, all’insegna dell’esclusione sociale. La ricerca di Dubuffet non è solo artistica, ma soprattutto antropologica: qual è il legame tra espressione artistica e follia? I quadri dell’Art Brut, tra cui il labirinto di Kurelek sono realizzati da artisti autodidatti, emarginali e rintanati in uno spirito ribelle o impermeabili alle norme collettive. Creano senza preoccupazione per la critica pubblica né per lo sguardo degli altri. Non hanno bisogno di riconoscimento o di approvazione, visto che progettano un mondo per il loro uso. Sono la prova vivente di come la realtà possa essere cambiata dal cervello: guardata, assorbita e rielaborata secondo la propria visione personale. Emerge una visione del mondo, di sé e degli altri, unica, proveniente da un essere umano irripetibile, con un bagaglio culturale ed esperenziale che, in qualche modo, riesce a toccare cuori e menti di persone altrettanto diverse; dall’altro la difficoltà di chi si trova a vivere in un mondo così distaccato da quello reale. Se in alcuni casi l’arte è terapeutica, un mezzo di trasporto e traduzione di un mondo tutto nuovo, vivo solo nella propria testa, e probabilmente l’unico mezzo di vicinanza con chi si trova nella realtà, in questo caso l’opera d’arte diventa una porta tramite cui è possibile accedere alle ossessioni e alle emozioni di chi ha vissuto intrappolato in un universo altrimenti incomprensibile.                                                                                     Lo schizofrenico                                                                                                         La schizofrenia è una malattia cronica, invalidante, che colpisce il cervello. L’individuo affetto da schizofrenia può sentire voci che gli altri non sentono, è convinto che gli altri siano in grado di leggere i suoi pensieri o che addirittura complottino di fargli del male; questo può spaventare in maniera pesante il soggetto e può renderlo particolarmente agitato. L’individuo schizofrenico può fare discorsi senza senso, può stare seduto per ore senza muoversi né parlare e altro ancora. Generalmente molte tra le persone affette da schizofrenia fanno fatica a trovare un lavoro e a prendersi cura di loro stesse, tanto da dover dipendere dagli altri. La
malattia interferisce con la capacità dell’individuo di riconoscere la realtà e di gestire le proprie emozioni. Non solo, questa malattia purtroppo influenza anche alcune delle funzioni più evolute dell’essere umano, come ad esempio la percezione, la memoria, l’attenzione, l’apprendimento e le emozioni. E’ una malattia subdola, perché la maggior parte degli individui colpiti da schizofrenia non mostra i sintomi fino alla tarda adolescenza o alla gioventù. Attualmente, diverse sono le ipotesi relative alle cause della malattia. Si parla infatti di una eziopatogenesi cosiddetta multifattoriale, dove diversi sono i fattori che contribuiscono a creare un terreno favorevole per lo sviluppo della schizofrenia. Tra questi fattori si ritrovano l’ereditarietà, eventi avvenuti durante il periodo della gestazione, stress ambientale (ad esempio l’esposizione ad agenti tossici o sostanze inquinanti), stress psicologico ed altro ancora. Le cure                                                                                                                                                                                              Oggi come sintomi della schizofrenia indichiamo: deliri, allucinazioni, disturbi del comportamento, scadimento del funzionamento lavorativo, relazionale e sociale. Inoltre, per poter porre diagnosi di schizofrenia, occorre che il disturbo continui per un certo tempo e che si possa escludere che quei sintomi siano prodotti da sostanze psicoattive o da lesioni cerebrali come tumore o emorragia cerebrali. Veniamo allora alle possibilità di cura; come farmaci ci sono gli antipsicotici che agiscono sul neurotrasmettitore della dopamina. Erano farmaci con pesanti effetti collaterali: davano tremori, rigidità muscolare. Anche per questo erano rifiutati da molti pazienti. Oggi non hanno forti effetti indesiderati e questi, comunque, agiscono per lo più sul sistema endocrino. Insieme inoltre, si fanno terapie cognitive e ralzionali per intervenire sulla struttura psichica del soggetto. Occorre sottolinerae che si può certamente sperare nella guarigione. Un terzo dei malati di schizofrenia può guarire completamente in qualche anno di cura. Il fatto è che è tanto difficile convincere questi malati a seguire le terapie. Lo stigma per questa malattia è così forte che anche chi ne soffre ha un rifiuto e facilmente abbandona ogni terapia.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.