Il Joker in terapia: follia e ombra analizzate da Freud e Jung

“Caro ragazzo, questa perla si chiama Gotham, un posto che deve la sua fama ai roditori volanti e ai maniaci omicidi sfigurati.”

Tornato alla ribalta nell’immaginario collettivo grazie all’interpretazione dell’attore Heath Ledger nel film del 2008 ‘Il Cavaliere Oscuro’ e poi seguito da quella di Jared Leto in ‘Suicide Squad’ nel 2016, il Joker è un personaggio che può ormai vantare quasi ottant’anni di ininterrotta presenza nella narrativa popolare.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Bob Kane, co-creatore di Batman nel 1939 insieme a Bill Finger, il malefico Principe Pagliaccio del Crimine nacque da un’ispirazione fornitagli da un suo collaboratore, Jerry Robinson. Si era presentato nel suo ufficio mostrando un jolly estratto da un mazzo di carte da poker, affermando che da quella immagine si sarebbe potuto ricavare un eventuale villain per le storie del Cavaliere Oscuro. Questo perché le caratteristiche del Jolly/Joker sono molto vicine all’idea di cattivo. La prima è l’imprevedibilità e nulla è più imprevedibile di qualcosa che non è numerato, definito. Ciò determina nuove possibilità o nuove disgrazie, ma sempre non previste e prevedibili. Il Jolly può modificare gli esiti di una partita in corso. La seconda è il disordine: l’atemporalità, l’assenza di valore e significato come espressione del nulla e del vuoto. La terza è l’irregolarità, la sua unica regola è l’assenza di regole.

“Io credo semplicemente che quello che non ti uccide, ti rende più… strano!”, nerdbrurger.it

L’uomo che ride

“Se proprio devo avere un passato, preferisco avere più opzioni possibili!”

Il personaggio è sempre stato descritto come un maniaco omicida, violento, con atteggiamenti un po’ sopra le righe. La consacrazione definitiva a personaggio nichilista arrivò negli anni Ottanta grazie al genio di Frank Miller, che ne ‘Il Ritorno del Cavaliere Oscuro’: descrisse Joker quasi come una forza demoniaca, un agente del caos legato all’esistenza stessa di Batman.
La sua storia è un lungo flashback, un viaggio nei ricordi malati e nella folle psiche del personaggio, che prima di diventare il Joker era un comico fallito. Un giorno questi viene contattato dalla mafia locale per un ‘lavoretto pulito’: rapinare una fabbrica di carte da gioco che si trova accanto ad un impianto chimico, in cui aveva lavorato fino ad alcuni anni prima.  Il giorno della rapina, però, la polizia porta al futuro Joker la notizia della morte della moglie: i dottori non sono riusciti a salvare né lei né il bambino di cui era in attesa. La notizia lo sconvolge, ha un crollo nervoso e tenta di tirarsi fuori dall’affare, ma ormai è troppo tardi, viene costretto a portare a termine il lavoro. Mentre passano all’interno del centro chimico, i due mafiosi vengono uccisi. Subito dopo, appare maestoso Batman e Joker, nel tentativo di sfuggirgli, cade nelle verdastre acque di scarico. Riemerge con la pelle scolorita dall’acido, le labbra rosse, i capelli verdi e il volto sfigurato in un eterno sorriso. Alla vista del suo nuovo volto la psiche di Jack, già fortemente debilitata dal trauma per la perdita della moglie e del figlio, crolla definitivamente. Così nasce il Joker.

“La follia, come sai, è come la gravità: basta solo una piccola spinta”, bestmovie.it

Spara senza puntare

Si potrebbe analizzare la psiche del Joker attraverso la prospettiva psicoanalitica di Frued, più precisamente facendo riferimento alla Seconda Topica: Io, Es e Super-Io.
L’Io rappresenta sia l’aspetto conscio, sia l’aspetto inconscio – ovvero i meccanismi difensivi necessari a contrastare le pulsioni istintive. L’Io è governato dal principio di realtà, infatti funge da mediatore tra l’Es – impegnato al soddisfacimento delle pulsioni –, le esigenze del mondo esterno e le richieste del Super-Io. Il suo compito è quello di stabilire cosa è opportuno soddisfare immediatamente e cosa invece no.
L’Es rappresenta il “polo pulsionale della personalità”. Definisce tutto ciò che è inconscio ed è governato esclusivamente dal principio del piacere: la ricerca istintiva del piacere e la spinta per evitare il dolore, al fine di soddisfare le esigenze biologiche e psicologiche. L’Es è l’abisso oscuro dell’animo umano: non segue regole logiche o morali e include le spinte pulsionali di carattere erotico, aggressivo e auto-distruttivo.
Il Super-Io invece è principalmente inconscio, ma le funzioni di critica e giudizio sono aspetti consci. Deriva dall’interiorizzazione degli ideali e dei divieti sociali, dei codici di comportamento e degli schemi di valore. Nella struttura della psiche, il Super-Io svolge il ruolo di valutatore, giudice e censore, perché regola il passaggio delle pulsioni dall’Es alla coscienza. È una sorta di coscienza morale.
Alla luce di quanto detto, il personaggio può essere paragonato all’Es freudiano: Joker rivendica con forza l’importanza del Caos, la vera natura dell’uomo, al di là di ogni principio etico di bene e male. È guidato da tutto ciò che esiste di pulsionale e istintivo, non ha moralità né valori.

“Vuoi sapere perché uso il coltello? Le pistole sono troppo rapide. Non puoi assaporare tutte le… piccole… emozioni.”, medium.com

Il peso di un’Ombra

Un’ulteriore analisi sul Joker può essere condotta utilizzando gli studi di Jung sugli archetipi. Secondo questa teoria, la personalità umana è caratterizzata da una parte di Luce e una di Ombra. L’Ombra è vicina all’uomo e ne cela l’inaccettabile. È la figura proiettata sulla parete che insegue l’individuo anche quando si allontana, è uguale nella forma ma opposta nei movimenti e direzione. L’Ombra è qualcosa che esiste solo in presenza della Luce, poiché un corpo immerso nel buio non ha parti oscure, non ha Ombra. Luce e Ombra sono quindi considerati come metafore del Bene e del Male, Positivo e Negativo.
Nella normalità, l’uomo tende a dimenticare il suo lato oscuro, convinto che esso non possa appartenere al suo essere. Ma c’è una parte nell’uomo che non gli permette realmente di rinunciare alle sue origini e riconoscere la propria Ombra, accettare che il Male sia inevitabilmente presente anche in noi sembra essere una meta molto desiderata e – allo stesso tempo – pericolosa, in quanto processo inconscio. All’inizio Joker non sapeva di possedere un’Ombra e la totale costrizione ad Essa lo condanna a vivere un’esistenza lontana dall’Io, dalla coscienza, dalla razionalità. Per Jung solo l’Ombra occultata e allontanata risulta realmente minacciosa. L’Ombra è positiva, stimolante e fonte di nuova energia psichica solo se riconosciuta e accettata dal proprio Io.

Martina Di Perna

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