Una nuova età dell’oro per gli italiani dove, oltre alla rivoluzione a quattro ruote, comincia a prendere forma anche il modello televisivo italiano.
Comincia per l’Italia un nuovo capitolo dopo i fatti della Seconda guerra mondiale. A fare la rivoluzione furono, oltre il boom economico, anche un giovane conduttore italoamericano, definito da Umberto Eco un everyday man.
IL NUOVO IDOLO DEGLI ITALIANI
Micheal Nicholas Salvatore Bongiorno, ma per i telespettatori del piccolo schermo semplicemente “Mike”, è stato un conduttore televisivo, uno dei pilastri della televisione italiana. Ricordato per aver portato per primo i giochi a premi nei nostri palinsesti, a tal punto da essere soprannominato “Il re dei quiz”. Eppure prima di entrare nei luminosi studi televisivi dovette affrontare, come i suoi telespettatori, l’orrore della guerra. Fu addirittura partigiano e si salvò dalla fucilazione solo perché venne rinvenuto dalla Gestapo il suo passaporto americano. Fu quindi portato a San Vittore, dove fu compagno di cella di Indro Montanelli. Dopo la fine della guerra, tornò a New York per realizzare il suo sogno: diventare un giornalista. Venne notato da Vittorio Veltroni, all’epoca funzionario della Rai, che lo mise dietro la scrivania per il Radiogiornale e che, per eliminare il suo accento americano, lo iscrisse a delle lezioni di dizione. Debutta sul piccolo schermo nel 1955 con Lascia e raddoppia?, il cui successo consacrerà il giovane conduttore. Il meccanismo del gioco era molto semplice: se il concorrente “lasciava”, intascava la somma vinta fino a quel momento, altrimenti avrebbe continuato a rispondere alle domande, a cui aveva un minuto e mezzo di tempo per dare la risposta corretta. Se la risposta si rilevava corretta, il suo montepremi raddoppiava e tornava la settimana successiva, mentre, se la risposta fosse stata errata, perdeva tutto il suo montepremi, eliminato dal gioco e vinceva, come premio di consolazione, un’utilitaria. Tralasciando gli intenti educativi attraverso la somministrazione di domande basate culturali, essendo comunque il programma andato in onda in piena paleotelevisione, il programma educò i telespettatori al consumo. Non solo perché i telespettatori erano talmente affascinati da Mike Bongiorno da non volersi recare in un luogo pubblico o a casa del vicino per guardare il programma, ma anche perché quel premio di consolazione che, solo successivamente, sarebbe diventato simbolo del boom, era desiderato dagli italiani tanto quanto il televisore. Si aprono quindi due macro temi: il primo quello del miracolo italiano, il secondo la nascita del televisore nel contesto del boom economico, sia come dispositivo che come genere.
ALLA RICERCA DI UN MODELLO TELEVISIVO
Il modello televisivo italiano era ancora alle prime armi quando modello televisivo americano dimostrò la propria indipendenza. Esso si fonda sulla competizione tra più network, finanziate dagli investitori pubblicitari ma gratuite per lo spettatore. I programmi più in voga all’epoca erano d’intrattenimento, d’informazione, i primi game show, spettacoli di varietà fino ad una forma primitiva di fiction. I generi televisivi erano per lo più d’informazione, programmi di approfondimento condotti da anchorman che, come suggerisce il termine, venivano filmati fino al busto. Lo spazio era assai limitato per inserti sullo spettacolo, lo sport e la politica. Il modello televisivo europeo sarebbe invece dipeso dal monopolio e sarebbe stato una forma di servizio pubblico. L’offerta televisiva era limitata e senza concorrenza, le trasmissioni andavano in onda in bianco e nero su un solo canale, disponibile in un numero ristretto di ore. Di interesse per i dirigenti delle tv europee erano il gradimento delle proprie trasmissioni e la qualità dei programmi e, per tale ragione, i palinsesti vennero adattati in base alle preferenze delle pubblico. Cambia il pubblico e quindi anche i generi televisivi: notiziari, romanzi sceneggiati, opere teatrali e letterarie, rubriche culturali, rotocalchi di approfondimento, pochi giochi e tanta varietà. Ogni Programma, secondo la formula della Paleotelevisione, doveva possedere una funzione pedagogica, con un’impronta pedagogizzante e l’intento di istruire ed educare le masse. Nasce la figura del conduttore, ma l’unico ad instaurare anche un rapporto di simpatia, fu solo Mike Bongiorno. Secondo l’analisi di Umberto Eco, il conduttore italoamericano possedeva la peculiarità di assomigliare al suo pubblico e, per tale ragione, sarebbe stato da lì in poi definito come un everyday man. Si narra che le persone interrompessero le loro attività non appena partiva la sigla, luoghi pubblici quali i bar si affollavano, mentre un piccolo televisore veniva posto sul palco di un cinema, osservato dal pubblico in sala. Erano anni quelli dove cominciava a farsi sentire nell’aria quel sapore di novità, di allegria e di serenità, a causa non solo del nuovo coinquilino delle case degli italiani (sia il televisore che Mike Bongiorno stesso), ma anche per la sicurezza economica che solo il boom economico seppe trasmettere. Parliamo del miracolo italiano, miracolo che i nostri nonni rimpiangono tanto.
IL MIRACOLO ITALIANO
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, l’Italia fu sommersa da un processo di trasformazioni sociali, politiche, economiche e culturali. La popolazione mondiale crebbe ad un ritmo altissimo, lasciandosi alle spalle l’inverno demografico. I motivi furono diversi: dai progressi della medicina fino ad una prospettiva economica migliore e, per tale ragione, i paesi industrializzati conobbero il così detto baby boom. La volontà di allargare la famiglia era promossa da una sicurezza economica e lavorativa ben consolidata frutto del boom economico, ricordato come una sorta di età dell’oro. Cominciò negli Stati Uniti per poi trainarsi gli altri paesi europei, grazie ai contributi del piano Marshall. Settori influenzati dal boom furono quello industriale e tecnologico, in modo tale che potessero essere prodotti beni di consumo durevoli e destinati alle massa. Un fattore che aiutò l’economia fu proprio l’aumento della domanda di beni di consumo, di abitazioni, strutture sociali, di nuova forza lavoro più giovane ma meglio qualificata, facendo calare il tasso di disoccupazione. Vi fu un miglioramento delle condizioni di vita, lasciando alle spalle le sofferenze della guerra e raggiungendo un livello di benessere materiale mai vissuto in precedenza. Nasce la società dei consumi, aumentò la produzione di beni non essenziali e si affermarono delle politiche di Welfare, con il compito di migliorare le condizioni di vita del cittadino. Tutti cominciarono così ad acquistare i primi elettrodomestici, a comprare la prima automobile e, infine, a guardare la televisione. Tutti erano impazziti per Mike Bongiorno, ed il suo programma Lascia e raddoppia? avrebbe cavalcato l’onda della popolarità fino alla sua chiusura, facendo compagnia agli italiani per molti anni.