Il film “Il ragazzo invisibile” lancia un piccolo sguardo sul disturbo dell’attenzione

Il ragazzo invisibile è un film italiano che cerca di parlare di alcune delle problematiche degli adolescenti attraverso la fantasia

Il film “Il ragazzo invisibile” tenta di far luce su alcune delle problematiche che riguardano i più piccoli, dal bullismo al disturbo dell’attenzione, e che se trascurate hanno rivelanti conseguenze durante la crescita.

Il ragazzo invisibile

Il ragazzo invisibile” è il film di Gabriele Salvatores uscito nel 2014 in cui si è sperimentato un supereroe tutto all’italiana. La storia narra di un ragazzo, Michele di tredici anni, che si trova ad affrontare alcune delle classiche problematiche adolescenziali, che vanno dal primo amore, al bullismo al sentirsi invisibile e incompreso in un mondo divoratore di speranze, ma questa volta l’invisibilità si tramuta in un grande dono. A far comparire l’incredibile potere del nostro protagonista, sono stati proprio quelli stessi bulletti che lottano per rendere la sua vita impossibile, Ivan e Brando, i quali mettono in imbarazzo Michele difronte a tutti i suoi compagni e alla ragazza per la quale ha perso la testa. Indiscutibile è la rabbia che il protagonista prova nei confronti dei suoi aguzzini ma l’invisibilità, che loro stessi hanno fatto emergere, ha permesso lui di comprendere le ragioni di questi deplorevoli e infantili comportamenti nei suoi confronti: Brando Volpi vive sotto la costante pressione di un Padre a cui interessa solo il successo e la visibilità che il figlio potrebbe riscuotere, mettendo così completamente da parte la sua felicità e, come se non bastasse, fa anche uso della violenza psicologica per spingerlo a perseguire i suoi scopi; Ivan Casadio invece, il secondo bullo, risente molto della sua difficile situazione familiare, infatti, da quando il suo papà esce di prigione, la sua casa diventa l’unico luogo in cui non vorrebbe mai stare poiché si tratta di un uomo molto violento, sia verbalmente che fisicamente, con il proprio figlio. Un’altra problematica, che affligge questo ragazzo a rischio, è il suo disturbo dell’attenzione, una condizione che viene ignorata dagli adulti che lo circondano ma non da Michele che alla fine del film infonde in lui un briciolo di speranza.

Deficit dell’attenzione

Come detto nel paragrafo precedente, il personaggio di Ivan soffre di un deficit dell’attenzione, ma in cosa consiste? Tale disturbo consiste nella scarsa capacità di un individuo di prestare attenzione prolungata a determinati stimoli e quando lo stimolo è più di uno questi tende facilmente a distrarsi. Questa situazione è facilmente diagnosticabile dall’inizio delle scuole elementari poiché è proprio in questo periodo che si cominciano a mettere alla prova le capacità cognitive delle persone. I sintomi di questo deficit sono:

  • Non riuscire a prestare attenzione ai dettagli o si compie molti errori
  • Non riuscire a mantenere l’attenzione nei compiti scolastici, lavoro, giochi ecc.
  • Sembra di non ascoltare quando gli si parla direttamente
  • Non riuscire a completare i propri compiti
  • Non riuscire ad organizzare il proprio da farsi
  • Tendenza ad evitare e avversione per i compiti che richiedono uno sforzo mentale
  • Perdere i propri oggetti necessari per svolgere le proprie attività
  • Distrazione da stimoli esterni
  • Essere sbadato nelle attività quotidiane

Iperattività e impulsività

L’iperattività accompagna, non sempre, il disturbo dell’attenzione e i primi sintomi si mostrano in età prescolare, e sono:

  • Essere spesso agitati con movimenti di mani e piedi
  • Lasciare spesso il proprio posto come in classe o in ufficio
  • Correre e saltare anche in situazioni in cui farlo è inappropriato
  • Difficoltà a giocare e a impegnarsi in attività tranquille
  • Essere spesso sottopressione
  • Parlare troppo
  • Dare risposte a domande prima che l’interlocutore possa finire di palare
  • Non riesce ad attendere il proprio turno
  • Essere invadenti verso gli altri, per esempio interrompendo le conversazioni, i giochi ecc.

Basta che si presentino sei dei sintomi precedenti, sia per il deficit d’attenzione si per il deficit d’iperattività, e che durino per più di sei mesi per diagnosticare tali disturbi.

Risolvere l’ADHD

 

Chi presenta un disturbo dell’attenzione (ADHD) può incorrere in gravi conseguenze se non riceve tutto l’aiuto necessario da parte delle figure adulte che si occupano della loro educazione, come viene dimostrato dal personaggio di Ivan che presenta una forte mancanza di fiducia in sé stesso, rabbia repressa e ovviamente grave disattenzione, ecc., e, di certo, la violenza nei suoi confronti da parte del padre non rende migliore la situazione. Gli interventi che si adoperano in circostanze come quella di Ivan possono essere farmacologici, psicoeducativi (per il bambino, per la famiglia, per la scuola), cognitivo-comportamentali e infine il parent training. Per poter migliorare il futuro dei più giovani, che soffrano o meno di tali difficoltà, è importante comprenderli e sostenerli, accompagnandoli piano piano verso la strada che li condurrà alla felicità.

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