“Experimenter”: il film sugli esperimenti di Milgram mostra il legame tra azione ed obbedienza

Obbedienza: non sempre essa è positiva, e Milgram ce lo dimostra attraverso il suo esperimento. Noi, invece, attraverso un film scopriamo la straordinaria ricerca di quest’uomo.

Una scena del film “Experimenter”. Quanto siamo soggetti all’obbedienza?

“Si, mamma”, “faccio subito papà”, “mi dica, capo” sono frasi che, almeno una volta nella vita, tutti noi abbiamo detto. Lo chiamiamo “obbedire” e, molto spesso, è viene reputato positivo. Tutti ammirano il collega che svolge tutti i compiti richiesti, il figlio perfetto che esegue ogni richiesta, persino l’amico che segue alla lettera ogni cosa che diciamo. Ma è veramente così positiva l’assoluta obbedienza?

“Gli atti terribili in nome dell’obbedienza sono maggiori di quelli per la ribellione”

E’ proprio a partire da questa frase di Peter Snow che Stanley Milgram, psicologo della Yale University, fa le sue riflessioni sull’obbedienza. In particolare, dallo studio delle dichiarazioni dei collaboratori dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, conclusa circa vent’anni prima, Milgram si focalizza sull’utilizzo dell’obbedienza nelle strategie politiche, scoprendo che Peter Snow aveva proprio ragione. Cercando di capire meglio il nesso tra obbedienza e azione, decide di attuare un esperimento con l’aiuto di alcuni collaboratori e soggetti comuni. Il film “Experimenter” scritto e diretto nel 2015 da Michael Almereyda descrive non solo l’ingegnoso esperimento di Milgram, ma anche le conseguenze che ne derivano. Fingendo di collegare alcuni cavi elettrici ad una sedia su cui si sarebbero dovuti sedere i collaboratori, Milgram (interpretato da Peter Sarsgaard) istruiva i non-collaboratori (gente comune, prevalentemente di sesso maschile, tra i 20 ed i 50 anni) sulla procedura da seguire per un finto esperimento di copertura. I non-collaboratori, credendo di partecipare ad un esperimento sullo studio della memoria, avevano il compito di elencare una serie di parole o di cifre ai collaboratori e di somministrargli delle scosse di intensità crescente qualora la ripetizione della serie non fosse corretta. Ovviamente, le scosse erano finte, e i collaboratori, nascosti da una parete, dovevano solo fingere di piangere, supplicare, svenire ed infine, anche morire. E, nonostante i collaboratori portassero a termine il compito alla perfezione, pochi dei non-collaboratori, nonostante alcune esitazioni, hanno fermato l’esperimento. Milgram, che per tutta la durata dell’esperimento osservava i non-collaboratori spronati da un collega a somministrare le scosse, ricevette dei dati più terribili di quelli immaginati: circa i due terzi dei soggetti non si fermava davanti al compito, la restante parte si fermava dopo voltaggi molto alti.

Stanley Milgram, lo psicologo della Yale University che fece importanti studi in merito all'azione correlata all'obbedienza.
Stanley Milgram, lo psicologo della Yale University che fece importanti studi in merito all’azione correlata all’obbedienza.

“Per favore, vada avanti. Non ha scelte, deve andare avanti.”

Bastavano queste parole a far continuare i non-collaboratori che, nonostante suppliche e pianti, portarono a dei risultati sconcertanti. Durante l’esperimento, i soggetti, consapevoli di aver somministrato scosse molto forti (13.42 su una scala da 1 a 14), hanno iniziato a tremare, balbettare, mordersi le labbra, graffiarsi prima e dopo la somministrazione di ogni scossa, ridere nervosamente. Tre di loro hanno avuto convulsioni dettate da spasmofilia per nervosismo e ansia, in un caso, l’esperimento è stato interrotto a causa delle condizioni di salute critiche in cui era improvvisamente caduto un soggetto. Fa impressione pensare che, nonostante questo, quasi tutti i soggetti hanno portato a termine il compito. Le uniche, deboli frasi di opposizione che sono state registrate (Penso che stia cercando di comunicare, lo sento picchiare sul pavimento … Non è giusto dare scosse al ragazzo … sono voltaggi estremi. Non credo che sia umano … Oh, non posso continuare, no, non è giusto. È un incubo di esperimento. Quella persona sta soffrendo. Non voglio andare avanti. È una cosa da folli) hanno comunque preceduto una scossa di intensità superiore rispetto a quella somministrata precedentemente. Risultati già spaventosi di per sé, è bene sottolineare che i non-collaboratori non venivano puniti nel caso in cui si rifiutavano di continuare l’esperimento, né ricevevano un premio nel caso in cui l’avessero concluso. Gli unici incentivi, erano frasi come quella riportata precedentemente. “L’esperimento ha bisogno che lei continui“, ed è scossa.

Nonostante l’esitazione di molti partecipanti, la maggior parte concluse l’esperimento, portando a dei dati spaventosi e aberranti.

Discussione dello studio e analisi delle variabili

Milgram, riproponendo l’esperimento più volte, ha notato che, al cambiare delle caratteristiche dello studio, i risultati erano diversi. In particolare, lo studioso individuò alcuni punti che sembrano aver inciso sui livelli di obbedienza:

  • L’autorità a cui fa capo lo studio (Yale University).
  • Lo scopo, ovvero lo sviluppo di nuove conoscenze (la paura delle scosse aiuta la memorizzazione?).
  • La volontà della vittima a sottoporsi all’esperimento.
  • L'”obbligo morale” del non-collaboratore nei confronti dello studio.
  • La sicurezza di non arrecare, secondo gli sperimentatori, danno permanenti alla vittima.
  • La mancanza di tempo per scegliere un’altra procedure comportamentale più adeguata.
  • Il conflitto tra la moralità (non fare del male al prossimo) e tendenza naturale all’obbedienza.

Lo studio, come mostrato dal film del 2015, non ha avuto molto successo, e ha provocato una decadenza a livello professionale di Milgram. Perché? Perché sembrava accusare la popolazione di essere una massa costantemente soggetta ad un’autorità, senza tralasciare il fatto che vennero reputati una sorta di “giustificazioni” a terribili azioni collettive compiute da soggetti indirettamente collegati ai più gravi crimini mai commessi, uno tra tutti, l’Olocausto.

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