Michael Scott di “The Office” potrebbe presentare un disturbo della personalità. Analizziamo la natura e le caratteristiche di questi disturbi.
Uno dei personaggi più influenti della serie tv “The Office” è sicuramente Michael Scott, capo della compagnia. Oltre a farci ridere con i suoi comportamenti bizzarri e assurdi, ci dà anche l’opportunità di scoprire i disturbi della personalità.
Quando la vita è ostica
Prima di provare a fare una diagnosi, quindi capire a che problematica si potrebbero ricondurre le caratteristiche del suo comportamento, dobbiamo prima capire che cosa sia un disturbo della personalità, aiutandoci con l’ICD-11, ossia la Classificazione Internazionale delle Malattie.
Possiamo definire un disturbo della personalità come un disturbo mentale caratterizzato da problemi il soggetto come individuo (ad esempio, la propria identità, autostima, visione di sé stesso) e/o difficoltà nel rapporto con gli altri e nella società (risolvere conflitti, avere e mantenere relazioni soddisfacenti, capire le emozioni altrui) presenti da più di due anni.
Una corretta diagnosi non deve essere però affrettata, ma tenere conto di diversi elementi:
- come già detto, la presenza di problemi a livello personale ed interpersonale per almeno due anni;
- il disturbo si manifesta a livello cognitivo, emotivo e comportamentale;
- il disturbo si presenta in tutte o in un ampio spettro di situazioni, anche se alcune situazioni potrebbero accentuare o stimolare i sintomi;
- i sintomi non sono legati né all’utilizzo di sostanze medicinali, né ad altre patologie del sistema nervoso;
- il disturbo è associato a distress (stress “negativo”) e compromette molti ambiti della vita del soggetto, con comportamenti poco o non controllabili da quest’ultimo;
- ultimo ma non meno importante, questo disturbo non deve essere diagnosticato se i sintomi sono in linea con il normale sviluppo della persona (ad esempio, problemi nella costruzione di una propria identità durante l’adolescenza).
Si fa presto a dire disturbi della personalità
Facendo riferimento questa volta all’ICD-10 (predecessore dell’ICD-11), possiamo inoltre distinguere i principali tipi di disturbo della personalità. Questi sono disturbi di personalità: paranoide, schizoide, antisociale, borderline, istrionico, ossessivo-compulsivo (da non confondere con il disturbo ossessivo-compulsivo base), evitante, dipendente.
Osservando i comportamenti di Michael Scott, potremmo classificare il suo disturbo come “Disturbo Istrionico della personalità”, caratterizzato da un’affettività superficiale ed instabile, autodrammatizzazione, teatralità, espressione esagerata delle emozioni, suggestionabilità, egocentrismo, autoindulgenza, mancanza di considerazione per gli altri, eccessiva sensibilità sentimentale e continua ricerca di apprezzamento e attenzione.
Tutte queste caratteristiche sono presenti in Michael, nelle sue battute fuori luogo, nella sua incapacità di capire le emozioni del suo interlocutore, nel continuare imperterrito per la propria strada, pensando che più di adattarsi all’ambiente, sia l’ambiente a doversi adattare a lui.
Cause e cure
Non è ancora del tutto chiaro cosa causi l’insorgenza dei disturbi della personalità, ma si pensa derivino da diversi fattori. La genetica può influenzare molto, così come dei traumi infantili (soprattutto abusi sessuali), abusi verbali, cambiamenti a livello cerebrale (come un malfunzionamento dell’amigdala) e, si pensa, fattori culturali (paesi con prevalenza di un tipo di disturbo specifico).
Visto le cause ancora incerte, la cura per questi disturbi non è definita.
Una prima opzione è la psicoterapia, volta ad attenuare l’ansia e depressione che accompagnano il paziente, ma anche a rendere i soggetti coscienti del problema (in quanto spesso questi non realizzano nemmeno che il problema non si trova negli altri, ma in loro stessi) e a cercare di modificare quei comportamenti che ostacolano la vita di tutti i giorni.
Al paziente inoltre possono essere somministrati dei farmaci, sempre al fine di stabilizzare il comportamento e gli stati emotivi del soggetto. A questo scopo sono possono essere somministrati antidepressivi, ansiolitici, neurolettici e stabilizzanti dell’umore.
Nei casi più gravi, potrebbe essere necessario lo spostamento in un ospedale psichiatrico o in una qualsiasi altra struttura capace di attenuare i sintomi ed evitare che il paziente si faccia del male.