Nel settembre del 1982, il “Venerabile Maestro” Licio Gelli viene arrestato per la prima volta, in Svizzera, dove era scappato per difendersi dalle accuse sulla loggia P2.Uno degli uomini più misteriosi e pericolosi della nostra Prima Repubblica: stiamo parlando di Licio Gelli. Il nome sembra quello di un cattivo dei cartoni animati, ma lui è stato molto più temibile. Infatti, il faccendiere pistoiese è stato il creatore della loggia massonica P2, oltre che il presunto mandante della strage di Bologna e il responsabile del fallimento del Banco Ambrosiano. Insomma, una personcina tutta particolare, che non si è risparmiata niente durante i suoi anni di vita. Ripercorriamone la storia.
Chi è Licio Gelli?
Licio Gelli nasce a Pistoia nel 1919. Da sempre di forte fede fascista, va a combattere nella Camicie Nere internazionali in Spagna, a fianco del futuro dittatore Francisco Franco. Tornato in Italia, aderisce pienamente al fascismo mussoliniano e, in seguito, diventa anche fedele alla Repubblica Sociale Italiana di Salò. Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, si avvicina agli ambienti partigiani, facendo palesemente il doppio gioco: con il suo contributo, la lotta partigiana pistoiese decolla. Dopo alcune esperienze di collaborazione con l’intelligence inglese e americana, Licio Gelli diventa direttore commerciale della Permaflex di Frosinone. Intanto, nel 1963 viene iniziato alla massoneria: è da qui che le cose si complicano.
La loggia massonica P2
Da quando Licio Gelli prende in gestione la fabbrica Permaflex, nello stabilimento industriale inizia a esserci uno strano viavai di politici, vescovi, ministri e generali dell’esercito. Nessuno riesce a capire bene il perché: si dovrà aspettare una decina di anni per vederci un po’ più chiaro. Nel 1970, infatti, Gelli ri-fonda, insieme a Francesco Cosentino la loggia massonica Propaganda 2, sulle ceneri della loggia Propaganda 1, esistente durante il fascismo. Tra l’anno di rifondazione e il 1982, Gelli riesce a far iscrivere alla loggia innumerevoli personaggi importanti, molti di questi portatori di cariche amministrative o politiche. Questa organizzazione, definita da Sandro Pertini, ex capo dello Stato, come uno “Stato nello Stato“, è formata da persone convinte che il sistema parlamentare italiano non funzioni più e che sia necessario uno schema di rinascita democratica di stampo presidenzialista e centralista.
Lo scandalo P2
E’ il maggio del 1981 quando vengono trovati nello studio di Licio Gelli e poi resi pubblici gli elenchi degli affiliati della loggia P2. Questi contengono ben 962 nomi (e sono incompleti!) tra giornalisti, politici, magistrati, capi delle forze armate, imprenditori, affaristi, banchieri e finanziatori. Fra questi ci sono anche tre ministri del governo allora in carica (Forlani I), nonché il direttore del gabinetto. Dalle indagini, portate avanti dalla commissione parlamentare di Tina Anselmo, risulta che iscriversi era ‘necessario’ per subentrare ai vertici militari, in quanto era prova tangibile della fede atlantista del candidato, oltre che fungere da raccomandazione. All’interno di questa loggia si risolvono dissidi, si trovano accordi, si decidono nomi e incarichi, tutto con il favore delle tenebre. So cosa starete pensando: saranno solamente politici di dubbio gusto i membri, no? E invece vi sbagliate. Per farvi un esempio, anche Maurizio Costanzo e Silvio Berlusconi erano affiliati.
La loggia P2 non è stata creata da Licio Gelli come riportato nell’articolo ma Gelli ne diventò maestro venerabile. La loggia fu creata nella seconda metà del 1800 quindi molto prima della stessa nascita di Gelli.