Il 22 dicembre 1876 nasce la mente e il cuore dell’Avanguardia futurista, Filippo Tommaso Marinetti

In occasione del suo anniversario di nascita, ricordiamo Filippo Tommaso Marinetti, idolatra della modernità e fondatore del Futurismo.

Poeta e drammaturgo, Filippo Tommaso Marinetti fu sicuramente una delle colonne portanti del primo Novecento e uno dei protagonisti di quel simbolico parricidio che si consumò agli inizi del nuovo secolo, uno scontro tra forze innovatrici e tradizione.

Gli esordi di Marinetti

Nato ad Alessandria d’Egitto nel 1876 da genitori italiani, Filippo Tommaso Marinetti intraprende gli studi presso un collegio francese di padri gesuiti. Nel 1893 consegue a Parigi il baccellierato in lettere. Per compiacere il padre studiò giurisprudenza a Pavia e poi a Genova, laureandosi in Legge nel 1899. Scrisse su diversi periodici parigini (Anthologie-Revue, La vogue, La plume, La revue blanche) e le sue opere giovanili furono scritte tutte in francese. Evidente come con Parigi si trattò di amore a prima vista, e proprio a Parigi stabilì moltissimi contatti frequentando i cenacoli parigini d’avanguardia. Nel 1905 fonda a Milano la rivista internazionale Poesia che funge da mediatrice in Italia delle esperienza d’Oltralpe. Favorevole alla guerra, si arruolò volontario nel 1915 e ricevette due medaglie al valore. Appoggiò il fascismo e venne nominato nel 1929 accademico d’Italia. Muore a Bellagio nel 1944.

Il periodo futurista

Marinetti fu fondatore e leader indiscusso del Futurismo, prima Avanguardia letteraria europea del Novecento. Nel 1909 a Parigi lanciò il suo proclama futurista nelle colonne del quotidiano Le Figaro. Il programma del Futurismo non riguardò solo la letteratura, ma fu un programma di intervento ben articolato e globale che si rivolgeva anche alla politica, alla vita quotidiana, alla psicologia delle masse. Fondamentale per il movimento fu il manifesto, che divenne un importantissimo veicolo d’azione culturale. A Marinetti infatti va il merito di aver conferito al manifesto lo statuto di un genere letterario. I manifesti riguardavano i temi più disparati, dalla moda alla guerra, dalle macchine al cibo, sempre in quest’ottica di azione volta a ogni aspetto della società. Della produzione futurista di Marinetti ricordiamo il romanzo “Mafarka il futurista” del 1910 e le “parole in libertà” di Zang Tumb Tumb del 1934.

Linee guida del futurismo

Nel manifesto di fondazione del Futurismo del 20 febbraio 1909 viene delineato il programma dell’Avanguardia. Alla base vi è l’incondizionata idolatria per la modernizzazione, dalla macchina alle industrie. L’ideale umano del futurista è l’uomo-macchina, il centauro, che vive in simbiosi con la macchina. Altro elemento cardine è il culto della velocità: i futuristi hanno compreso che con la modernità la vita è accelerata bruscamente e la realtà è ora all’insegna del dinamismo. La nuova Avanguardia inoltre celebra in modo fanatico la lotta, la forza, l’aggressione, ma soprattutto la guerra che viene considerata come la “sola igiene del mondo”. Altro punto importante per il futurismo è il disprezzo della donna: la donna è un ostacolo alla nascita di un nuovo prototipo umano, figlio della modernità. Dal punto di vista della letteratura, i futuristi rappresentano la velocità della modernità nella scrittura: le parole si succedono in modo rapido e incalzante, molteplici sono le onomatopee, i verbi sono all’infinito, la punteggiatura viene eliminata. Marinetti inaugura la stagione delle “parole in libertà”, parole che si succedono a caso, in modo spontaneo, prive di qualsiasi ordine sintattico. Di fatto di questa produzione non rimane quasi nulla per la banalità dei temi e per una visione che risulta eccessivamente superficiale.

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