Identità negate e maschere che sostituiscono volti: L’Ignota e Lo smomerato di Collegno

È possibile convivere con una maschera tanto da convincersi che essa costituisca il proprio volto? Luigi Pirandello costruisce intorno a questa domanda un dramma teatrale, “Come tu mi vuoi”, la cui storia rimanda al film “Lo smemorato di Collegno”, interpretato dal famoso attore comico Totò.

 

 

Ognuno di noi è composto da infiniti colori e molteplici sfumature. Eppure passiamo la vita a definirci e a farci definire, a collocarci all’interno di etichette che finiscono con il diventare gabbie soffocanti. Abbiamo bisogno di cornici entro le quali dipingere la nostra quotidianità, il risultato ottenuto è però quello di divenire passivi spettatori di un quadro in cui, qualche volta, non ci riconosciamo più. Luigi Pirandello racconta questo bisogno quasi patologico attraverso gli occhi di un personaggio incapace di definire la propria identità: l’Ignota. Tale bisogno viene ripreso, in chiave fortemente comica, dal protagonista del film “Lo smemorato di Collegno” interpretato da Totò. Il dramma pirandelliano e il film comico del 1962 sembrano ispirarsi allo stesso fatto di crocaca: il caso Bruneri-Canella.

La molteplicità dell’Io: il personaggio pirandelliano

Il personaggio pirandelliano nasce da meccanismi di scissione, secondo i quali l’Io vive in forme molteplici nel proprio inconscio. Questa sua natura lo porta a convivere con un intollerabile malessere, dovuto all’antinomia tra ciò che sa di essere, cioè il riflettente, e ciò che viene riflesso, quindi come gli altri lo vedono. La conseguenza di tale malessere è di vedersi vivere, situazione che costringe il personaggio ad una totale lontananza dagli altri, un Io fuori da sé stesso, la cui riflessione è una condizione privilegiata per svelare ciò che si cela sotto la maschera. Pirandello nelle sue opere, tende ad affidare il ruolo di tale svelamento al personaggio femminile. Ampliando l’orizzonte delle motivazioni più ovvie, sollecitando le perplessità, proponendo percorsi alternativi alle leggi dell’uomo, l’ottica femminile diviene il punto di rottura con la razionalità maschile tesa ad aderire alle convenzioni. Attraverso lo sguardo della donna il personaggio è messo davanti alla propria ambiguità, come se si trovasse davanti a uno specchio magico davanti al quale egli è costretto a rivelare più di quanto riveli a sé stesso. Di fronte a tale specchio la scissione dell’Io appare ingigantita, e il confronto che ne viene fuori modifica la concezione di spazio interiore e distrugge le differenze tra finzione e realtà.

Come tu mi vuoi e la ricerca della propria identità

Come tu mi vuoi, opera del 1930, sembra prendere spunto dal caso Bruneri-Canella, risalente al 1926: la vicenda è quella di un professore di filosofia, Giulio Canella, dato per disperso al fronte durante la prima guerra mondiale e ricomparso nelle vesti di uno smemorato. Si trattava di una persona ricoverata in un manicomio, la cui fotografia,  indusse la moglie del Canella a riconoscere in quest’ uomo la figura del professore. In realtà emerse che l’uomo riapparso, ribattezzato come “lo smemorato di Collegno”, era un impostore, da tempo ricercato dalla giustizia per vari reati. Questa vicenda sembra calzare perfettamente con la visione pirandelliana della doppia identità, infatti molti sono i punti in comune tra essa e la storia di Come tu mi vuoi, nonostante l’autore avesse sempre negato di essersi ispirato al caso Bruneri- Canella. In realtà il discorso di Pirandello supera la semplice incertezza sull’ identità della persona come percepita dal pubblico, ma approfondisce il dubbio sull’io che ogni persona sembra trovare in se stessa. In questo caso la memoria entra in gioco, non più come strumento di impostura, come nel caso dello smemorato di Collegno, ma proprio come ricerca della propria reale identità. L’autore, attraverso le parole dell’Ignota, si diverte ad esasperare i presenti in scena e il pubblico nel teatro, in un gioco ambiguo di affermazioni e di smentite, oscillando tra vero e falso, tanto da confonderne il confine. L’Ignota è tra i personaggi più completi dell’intera produzione pirandelliana, è una figura ricca di molteplici sfaccettature umane. L’ottica femminile diviene il punto di rottura che scardina la visione convenzionale delle cose, riconducibile allo sguardo maschile. Questo è possibile grazie alla capacità femminile di sollecitare le perplessità, di proporre percorsi alternativi all’agire dell’uomo e alle sue leggi e di fare i conti con la propria fragilità.

“Come tu mi vuoi” di Luigi Pirandello- edizione Mondadori

Lo smemorato di Collegno e l’identità negata

La storia inizia come la riproduzione esatta del caso Bruneri-Canella ma durante lo svolgimento la trama vi si discosta leggermente in quanto l’uomo viene portato in tribunale per discutere la sua identità. Egli era stato infatti riconosciuto, come il marito scomparso in guerra, da Bianca Ballarini, moglie di un ricco imprendito. Ma, attraverso una serie di testimoni, egli viene identificato anche come il marito di un’altra donna e come un famoso truffatore ricercato da tempo dalla polizia. Alla fine si scoprirà che lo Smemorato non è, in realtà, nessuno di questi tre uomini e la sua identità rimane celata anche a se stesso. Nella trama si riscontrano diversi avvenimenti che richiamano  quelli presenti nel dramma pirandelliano Come tu mi vuoi. Ad accumunare la riproduzione cinematografica e il testo, è per di più la questione degli interessi economici: Bianca Ballarini ammetterà infatti, nell’ultima parte della pellicola, di aver finto di riconoscere nello Smemorato il proprio marito e di averlo fatto per una questione di interessi. Infatti i fratelli dell’imprenditore stavano per far dichiarare l’uomo morto e nel farlo avrebbero ereditato loro la ditta di cui il egli era titolare e buona parte dei suoi beni, togliendoli quindi alla moglie. Quello che qui è una certezza, nel testo pirandelliano resta, invece, solo indicato da una serie di indizi e sospetti. Tra le similitudini la più indicativa è forse quella che si vede nel finale: l’Ignota e lo Smemorato si allontanano dalla scena scegliendo di non essere, di non esistere, accettando che la maschera che gli altri volevano farli indossare celava una mancata identità.

Carlotta Napoli

 

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