Sentiamo dire tutto e il contrario di tutto, negazionisti che invocano alla dittatura sanitaria e medici che vorrebbero internare questi soggetti.
Trovare un po’ di buon senso e il giusto mezzo, in una situazione che ha sconvolto le nostre vite e i nostri piani, non è facile ma è un’operazione che bisogna tentare.
La scoperta della popolazione
Chiaramente le popolazioni sono sempre esistite, ma soltanto in epoca moderna, tra il XVII e il XIX secolo sono diventate oggetto di studi sistematici, di tipo economico, politico, sociale e psicologico. Fino all’età moderna erano viste per lo più come abitanti in relazione a un tipo di territorio, sottomessi alla podestà di un monarca o di un signore. Successivamente con le teorie fisiocratiche iniziano a diventare oggetto sistematico di attenzione, in quanto vengono connesse direttamente con la produzione della ricchezza. Successivamente la nascita della scienza economica diventano un punto di centrale rilevanza. La popolazione offre forza lavoro, capitale, ricchezza.
Passate quindi dall’essere un fenomeno poco studiato le popolazioni cominciano a destare l’interesse di tantissime figure, dai giuristi ai sociologi, passando per psicologi e economisti. Secondo Adam Smith infatti la popolazione è connessa direttamente alla produzione della ricchezza, per cui a uno stato converrà sicuramente gestirla nel migliore dei modi.
Un incrocio di macro e micro, il ruolo del soggetto
Questa formazione di un nuovo oggetto di indagine e di studio ha cambiato quindi il modo di vedere gli individui. Secondo Foucault questa scoperta della popolazione come un qualcosa da gestire ha implicato un attenzione per gestire la vita degli individui fino ai loro aspetti più micro. La vita degli individui diventa strettamente legata al benessere dello stato e al benessere della popolazione tutta. Foucault fa un discorso molto complesso in merito, qui tenteremo di seguirlo su due piani.
Il primo riguarda le norme. L’aumento sistematico di caserme, scuole, prigioni è servito proprio a questo, per creare delle norme sociali da far interiorizzare a tutta la popolazione. Paradigma esemplificativo di ciò, come racconta in un corso al College de France sugli Anormali, diventa il bambino masturbatore, ovvero il prototipo di tutti gli individui. Tutti devono prestare attenzione ai loro comportamenti, fin nei più piccoli dettagli, per osservare ed adattarsi alle norme.
Il secondo piano riguarda la pastorale cristiana. La scia della controriforma che porta al concilio di Trento inaugura un nuovo modo di prendersi cura delle anime. Da questo momento al prete durante la confessione si dovrà dire tutto nei minimi dettagli. Il concilio di Trento farà prendere cura della popolazione sia da un punto di vista statistico (nascono le prime raccolte di dati sulla popolazione in modo sistematico) che dell’anima.
La biopolitica durante la pandemia
Spesso si sente parlare di biopolitica in modo acritico e decontestualizzato dal pensiero dell’intellettuale francese. Si parla di dittatura sanitaria e di sanità come nuova ragione di governo, se forse non del tutto sbagliato, bisogna andarci piano. Secondo Foucault la politica da quando scopre la popolazione inizia a interessarsi dei loro aspetti biologici: salute, malattia, sessualità, non riguardano più (o almeno non solo) la vita degli individui, ma riguardano la popolazione e lo Stato.
Il covid fa emergere questi aspetti in tutta la loro forza. Lo stato deve decidere sulla salute dei cittadini, su cosa fargli o non fargli fare, su quanta libertà concedere. Il tema è molto delicato. Da una parte ci sono i progressi medici con i loro paradossi, ovvero che più si scoprono medicine per curare le diverse malattie, più la vita media aumenta e di conseguenza si ha un grande aumento di richiesta di cure, e quindi anche di esclusi. Dall’altra ci sono numerose categorie di persone con le loro richieste e le loro pressioni.
Il tema del green pass poi ha aperto degli innumerevoli dibattiti che riguardano temi politici, economici, etici e morali. Chiaramente emerge il bisogno di gestire questa emergenza in modo deciso sfruttando i vaccini, allo stesso tempo però ci si chiede se siano legittime delle politiche di obbligazione. Qui il nesso inscindibile tra vita privata e pubblica diventa evidente. Fin dove lo Stato può spingersi nel decidere sulle libertà degli individui per tutelarne degli altri? Quanto è labile il confine tra bene e male? Quanto è labile il confine tra giusto e sbagliato?