Da Dante a Montale, sono tante le grandi menti con un naso poco elegante che hanno cambiato le nostre vite e composto opere immortali.

Un vecchio proverbio afferma che sia meglio nascere senza naso piuttosto che senza fortuna: ogni cosa nelle nostre vite ha una maggiore rilevanza della forma del nostro naso, dettaglio che non dipende da noi e che non compromette in alcun modo la nostra sorte. Eppure tante sono le insicurezze che possono scaturire: il naso è lì, immobile, al centro del viso. Può essere la prima tra le cose notate in un volto. Non si può truccare, non è possibile nasconderlo.
È proprio da una riflessione sul naso che comincia una tra le opere più celebri di Pirandello, la più esemplare per spiegare il suo pensiero: in “Uno, nessuno e centomila” la riflessione sul tema dell’identità comincia quando il protagonista, davanti allo specchio, in seguito a un commento della moglie si rende conto che il suo naso pende verso destra. Una tale osservazione dà origine ad una forte crisi di identità che si concluderà con un radicale rifiuto della propria identità e di conseguenza della sua immagine sociale.
“Avevo ventotto anni e sempre fin allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto decente, come insieme tutte le altre parti della mia persona. […] E solo allora, scambiando certo per dolore e avvilimento, la maraviglia che ne provai subito dopo la stizza, mia moglie per consolarmi m’esortò a non affliggermene poi tanto, ché anche con essi, tutto sommato, rimanevo un bell’uomo.”
A ciascuno il suo naso, è il caso di dire. Da Dante a Montale, sono tante, tantissime le grandi menti e le personalità illustri che nonostante un naso poco elegante hanno cambiato le nostre vite e composto opere immortali.
Dante Alighieri
Dante Alighieri, nato a Firenze nel 1265 e morto a Ravenna nel 1321, è sicuramente la prima figura che ci viene in mente se pensiamo a un naso poco aggraziato. Proverbiale, il suo grande e particolare naso, anche se alcuni studi suppongono che i suoi lineamenti fossero in realtà più dolci rispetto a come ci appaiono nelle raffigurazioni diffuse. Eppure, grande e brutto che sia, troviamo quel naso sulla monetina da due euro. È pur sempre il Sommo Poeta, è il padre della lingua italiana!
Ludovico Ariosto
Ludovico Ariosto, nato a Reggio nell’Emilia nel 1474 e morto a Ferrara nel 1533, è emblematico per l’epica cavalleresca, grazie alla suo Orlando Furioso. Con le sue opere, che hanno reso proverbiali diversi scenari e personaggi, è uno tra i più celebri classici della nostra letteratura. Se immortale è la sua opera, indimenticabile è il suo naso.
Ugo Foscolo
Ugo Foscolo, nato a Zante nel 1778 e morto in un sobborgo di Londra nel 1827, è un altro tra i più illustri letterati italiani. Tra i suoi principali componimenti c’è il carme Dei Sepolcri, nel quale si pone in disaccordo con l’editto di Saint-Cloud, che per ragioni di tipo igienico impediva la sepoltura nelle aree urbane e prevedeva tombe uguali per tutti. Foscolo si auspica un sepolcro come le tombe dei “grandi”, che diventano il simbolo di valori morali e civili e che hanno lo scopo di spronare gli animi ad azioni nobili e gloriose. Chissà la sua gioia, nello scoprire che la sua opera vive ancora oggi in tutti i nostri libri di scuola, affiancata da ritratti che mostrano il suo naso.
Alessandro Manzoni
Alessandro Manzoni, a Milano nato nel 1785 e morto nel 1873. Il suo romanzo I promessi sposi, letto e studiato da tutte le generazioni, contiene personaggi, storie e immagini codificate nel nostro patrimonio culturale e di valori. È ritenuto il primo romanzo della letteratura italiana, e il più letto tra i libri in italiano. Il suo naso? Altrettanto indimenticabile.
Eugenio Montale
Eugenio Montale, nato a Genova nel 1896 e morto a Milano nel 1981. Con le sue poesie, con le immagini da lui descritte e con il male di vivere che racconta, è tra i più illustri poeti del Novecento. Nel 1975 gli è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura: a chi importa del suo brutto naso?