Gli incubi dietro ai testi di Billie Eilish spiegati da Sigmund Freud

Cosa si nasconde dietro ai testi della giovane cantante californiana? Ce lo spiega Freud con la sua Interpretazione dei sogni.

When We All Fall Asleep, Where Do We Go?  è il nome dell’album di debutto della giovane artista Billie Eilish che da mesi ormai domina le classifiche musicali di tutto il mondo. Il filo rosso che lega un testo all’altro sono i sogni, o meglio gli incubi, che la ragazza dichiara essere fonte di ispirazione e argomento dell’intero album.

Dove andiamo quando ci addormentiamo?

Billie Eilish Pirate Baird O’Connell, questo il suo nome di battesimo, è una diciassettenne statunitense che già all’età di 11 anni inizia a scrivere e cantare i suoi testi insieme al fratello Finneas. Nel 2016 pubblicano il brano Ocean eyes sulla piattaforma Soundcloud e da lì inizia la loro carriera musicale di livello internazionale fino alla pubblicazione dell’album When We All Fall Asleep, Where Do We Go?  il 29 marzo 2019.
Billie afferma che in tutte le canzoni dell’album cerca di dare una risposta alla domanda dove andiamo quando ci addormentiamo? nata proprio da una serie di incubi durante i quali, ogni notte, viene perseguitata da mostri che lei puntualmente disegna sul suo taccuino e sulla parete della sua camera da letto. Questi incubi diventano quindi forza motrice e fonte di ispirazione per il suo lavoro artistico. In ogni testo, infatti, troviamo un frammento in più del suo inconscio che cerca di emergere violentemente già dal titolo dei brani: i love you, when the party’s over, xanny sono tutte parole che incarnano sentimenti forti come l’amore, la malinconia che rimane quando la festa è finita, l’ansia che può essere curata solo con un farmaco. Per quanto riguarda il testo di bury a friend, Billie in un’intervista per Umusic sostiene di aver scritto questa canzone dalla prospettiva del mostro che vive sotto il suo letto e confessa che potrebbe essere lei stessa quel mostro, come a voler dire che i mostri che la perseguitano sono in realtà parti di lei, parti di inconscio che si fanno sentire.

Billie Eilish, When the party’s over (Genius)

I sogni di Billie spiegati da Freud

Tutto questo ci riporta alle teorie di Sigmund Freud che ne L’interpretazione dei sogni, oltre a proporci una struttura della psiche umana, costituita da conscio, preconscio e inconscio, ci spiega poi che quest’ultima è la zona meno toccata dai vincoli della censura e della rimozione. Per questo motivo qui giacciono desideri repressi e ricordi lontani che sono stati confinati in una zona oscura, estranea alla nostra coscienza. Questi elementi però possono riemergere sotto forma di sogni che hanno, dal punto di vista di chi li sperimenta, la stessa consistenza dei fatti reali, fanno soffrire e fanno vivere emozioni che al risveglio ci lasciano destabilizzati, come se veramente nella notte fossimo stati trasportati in un’altra dimensione.
Nel sogno poi Freud distingue un contenuto manifesto, ciò che ricordiamo e possiamo raccontare la mattina seguente, e un contenuto latente, ovvero tutte quelle dinamiche inconsce che cercano, tramite la rappresentazione onirica, di raggiungere la coscienza del soggetto. Così il sonno si trasforma in un momento di conoscenza, una meditazione non voluta che però diventa inevitabile flusso delle idee.
È propio questo che accade nei testi di Billie, una ricerca introspettiva che parte dall’incubo e si snoda in centinaia di parole per risolversi infine con un semplice goodbye, consapevole che gli incubi e i sogni non si risolvono ma si vivono, ci si abitua alla presenza dei propri mostri che possono nascondersi dentro di noi o sotto il letto.

Anne-Louis Girodet de Roussy, Sonno di Endimione (Preraffaeliti.blogspot)

Gloria Morsello 

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