“Game Of Thrones” è l’Orlando Furioso contemporaneo? Sveliamo tutte le somiglianze tra le due opere

L’uno un poema epico, l’altro il romanzo fantasy più conosciuto di sempre: entrambi raccontano una guerra tra re rivali, in un mondo pieno di magia e creature fantastiche…

Illustrazione dell’Orlando Furioso: Ruggiero che salva Angelica, di Gustave Doré.

Orlando è il più valoroso tra i cavalieri francesi al seguito di Carlo Magno, attualmente in guerra coi feroci saraceni, i quali hanno invaso l’Europa e stanno tentando di rovesciare l’impero cristiano. Egli è innamorato perdutamente di Angelica, principessa pagana, la quale riesce a sottrarsi alla sua custodia e fuggire. Tra tentati stupri da parte dei paladini francesi, perdutamente innamorati di lei, finisce per incappare in Medoro e innamorarsi perdutamente di lui. Questa passione lascia sconvolto Orlando, che finisce per impazzire. Il suo senno è finito sulla luna, e solo Astolfo a cavallo di un ippogrifo può recuperarlo… Apparentemente questa trama sembra distante dal freddo mondo di Martin, in cui dopo la morte di Re Roberti Baratheon, cominciano una serie di scontri in ogni regione per stabilire chi sarà il solo degno erede che possa sedersi sul Trono di Spade…

La struttura: la tecnica dell’entrelacement

Le due linee principali del racconto sono da un lato le peripezie di Angelica e Orlando, dall’altra – almeno per quanto riguarda i primi libri della saga – le indagini di Ned Stark. Attorno a questo fulcro si dipanano mille intrecci diversi, destinati ad essere di primo impatto percepiti come secondari dal lettore per poi accorgersi, man mano che il racconto prosegue, che si tratta di qualcosa di molto più intricato. Si tratta infatti in entrambi i casi di una tecnica narrativa  che consiste nel portare avanti una moltitudine di trame: la narrazione è continuamente sospesa per alcune di esse, mentre vengono riprese altre successivamente messe in pausa per portare avanti le precedenti. Tutte avvengono in contemporanea, ma ovviamente in diversi luoghi e con diversi personaggi. All’inizio l’effetto è di spaesamento, eppure in entrambi i casi si tratta di un movimento centripeto. Man mano che si procede nella narrazione, infatti, i vari personaggi tendono a instaurare legami tra loro, a unire le proprie storie, fino ad unirsi tutti in un unico punto. La corte di Carlo Magno a Parigi per l’Orlando, Approdo del re per i personaggi del Trono di Spade. Qui, una volta riannodati tutti i fili prima lasciati sciolti, può finalmente prendere avvio il finale, concentrato in una sola trama senza più salti.

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Jon Snow e Deanerys nell’ultima stagione del Trono di Spade: all’inizio i due si trovavano in due continenti diversi, ma grazie alla tecnica dell’intreccio le loro trame si sono unite.

Il gusto fantasy: magia, stregoni, creature fantastiche

In un certo senso, si potrebbe dire che anche il racconto episodico sia tipico dell’epopea fantasy. Tipica di quest’ultima è porre un obiettivo alla fine della “quest” per poi diramare la storia in vicende diverse tra di loro nello stile dell’entrelacement prima analizzato. Oltre a questo punto, è evidente in entrambe le opere l’utilizzo di storie magiche e la ripresa dei bestiari medievali. A un certo punto del Furioso vediamo Ruggiero giungere al castello di Atlante: questi è un potente stregone e il suo palazzo colmo di illusioni. Anche il Trono di Spade è colmo di persone capaci di controllare la magia; troviamo uno stregone alle porte di Qarth quando Deanerys chiede di essere accolta con il suo seguito di Dothraki. Egli è uno dei Tredici che comandano la città e che nega alla Regina dei Draghi l’accesso. Ancora più presente è la Donna Rossa, dotata di poteri magici in connessione con il Signore della Luce, dalla quale pare trarre i suoi poteri.

Ma non solo: nel poema epico di Ariosto troviamo anche creature fantastiche riprese dalla mitlogia. Tra arpie, mostri marini e ippogrifi, sono molte le fiere che costellano la narrazione, tipicamente proprie del fantasy. Non a caso sono presenti anche nel Trono di Spade, in cui si assiste non solo alla presenza dei draghi, ma anche di metalupi e giganti.

Infine, proprio di entrambi è lo scontro tra bene e male: nel fantasy troviamo spesso a trasposizione esatta dei valori cavallereschi e guerreschi più puri e antichi, cui si aggiunge spesso un gusto per il realismo. Non mancano in entrambi i casi degli scontri molto netti tra due parti distinte: cristiani e saraceni, guardiani della notte e Bruti… Ma entrambi gli schieramenti hanno validi guerrieri e nobili intenzioni e il prendere uno schieramento diventa spesso difficile per il lettore.

Amanti nemici: la passione sul campo di battaglia

Se i fan del Trono di Spade non scorderanno mai la struggente storia d’amore tra Jon Snow e la Bruta Ygritte – prima che il tutto venisse rovinato dal fanservice e dall’obbrobriosa relazione con Deanerys, gli appassionati del Furioso non potranno mai dimenticare la passione tra il saraceno Ruggiero e la cristiana Bradamante. In entrambe le opere troviamo due schieramenti netti: il valore, l’onore, le convinzioni radicali di ciascuno schieramento non potrà mai venire meno. Nessuno è disposto a venir meno al proprio giuramento… Eppure, questo non è sufficiente per rinnegare i sentimenti che aleggiano nei loro cuori. Proprio questo, alla fine, spingerà Ruggiero a convertirsi per riuscire a sposare Bradamante… E porterà, per un solo istante, a fare vacillare anche Jon Snow. Egli è il primo Guardiano della notte a capire la disperazione di un popolo esiliato al di là della Barriera, braccato a nord dagli Estranei e a Sud dai Guardiani. Nonostante questo continua la sua guerra di difesa, vedendosi morire tra le braccia la donna della sua vita. Questo lo porterà, più avanti, a prendersi a cuore la causa dei Bruti, cominciando a considerarli dei fratelli. Non è un caso che, alla fine della serie, si inoltrerà assieme ai suoi ormai nuovi compagni oltre la Barriera, in esilio, con cui trascorrerà il resto della vita.

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Morte di Ygritte durante la battaglia alla Barriera in Game of Thrones.

 

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