FEMMINILITÀ NEGATA: STORIA DI UNA PRATICA ANTICA (MA ATTUALE) DALLE FATTEZZE DI UN RITUALE MAGICO

Un segreto da nascondere per le oltre 200 milioni di donne a cui è stata praticata l’infibulazione. Ora l’intervento viene praticato illegalmente anche in Occidente. 

Nonostante in Italia l’infibulazione sia reato, chi è immigrato nel nostro Paese ha portato con sé questa pratica che, per loro, è un vero e proprio rituale magico. Ma poche, se non addirittura nessuna di queste ‘piccole’ donne, ha scelto liberamente di sottoporsi a questo intervento.

LA BAMBINA DEL FAZZI DI LECCE

Una bambina viene trasportata d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Sta male, accusa dolori al basso ventre. I genitori dicono sia caduta dalle scale. Può succedere, in fondo ha solo 8 anni. Ma è durante la visita che i medici, inorriditi, scoprono la verità: infibulazione, una pratica che prevede la mutilazione dei genitali femminili. In alcuni luoghi come il Malì, paese originario della bambina, è un vero e proprio rituale. La bambina viene ricoverata e, nel mentre affidata ai servizi sociali. La Procura per i minori di Lecce, infatti, ha voluto vederci chiaro sulla faccenda aprendo un fascicolo e scrivendo nel registro degli indagati i genitori e gli altri due figli minori. Il sospetto è che la bambina, dopo essere stata infibulata, probabilmente qui in Italia dove la pratica è vietata, ebbe un’emorragia. La piccola ora è stata affidata ai servizi sociali, ma dove sono tutte le altre ragazzine?

QUALCHE DATO E QUALCHE CENNO SU UNA PRATICA ULTRACENTENARIA

Sono 200 milioni le donne che hanno subito mutilazioni genitali nei paesi in cui si concentra la pratica, e sono a rischio di mutilazione circa 3 milioni di ragazze ogni anno, la maggior parte delle quali prima dei 15 anni. A dirlo è L’Organizzazione mondiale della Sanità. Ma, esattamente, di cosa stiamo parlando? Era l’alba del IV millennio a.C quando si cominciò a praticare la circoncisione ai ‘maschietti’. I motivi erano molteplici. Fu il popolo sumero ad introdurre la pratica che, col tempo, diventò la normalità. Successivamente, a partire dalla seconda metà del XX secolo, nacque l’infibulazione femminile che a differenza di quella maschile, è molto più invasiva: via il clitoride, le piccole e le grandi labbra. La vulva viene cucita e lasciato soltanto un piccolissimo foro. La verginità di trasforma in una virtù, mentre la femminilità in un lontano ricordo. Il sogno ‘proibito’ viene punito, ed ecco che queste ‘piccole’ donne crescono insieme al loro segreto. La cicatrice resta, come il dolore.

QUESTIONE DI CREDI

Convivere col dolore, quello della sessualità negata. Una scelta compiuta da altri, che si paga per sempre. Tra le conseguenze immediate, tra cui lo shock, e quelle a lungo termine come i dolori durante i rapporti e i problemi durante le mestruazioni, chi è stato infibulato sa bene che la sua vita non sarà più la stessa. Lo capiscono le bambine, prima che quei ‘chirurgi’ mettano mano su di loro, ma non gli adulti che scelgono per loro. La pratica è tutt’ora condivisa da parte di molti, tra false credenze e miti da sfatare. Nessuna religione le preconizza, non garantisce la moralità delle giovani ragazze e la fedeltà delle spose. E’ falso sostenere che esse rendono le donne più feconde. E’ falso sostenere che le mutilazioni favoriscono l’igiene. È invece vero il contrario, in quanto sono frequente causa di complicazioni ed aumentano il rischio di infezione.Tutte credenze che, tutt’ora, vengono ignorate, mentre quelle ‘piccole’ donne provano a scappare dal loro destino.

 

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