Allerta meteo, le temperature non mentono: prospettati picchi oltre i 38 gradi in tutta l’Europa. Ma tutto questo caldo, quanto male ci fa?

Chiamatelo riscaldamento globale, chiamatelo caldo record, questa settimana abbiamo pensato tutti, almeno una volta, alle famose parole della presentatrice Katuxa (@katuxacloseoficial su Instagram). I dati rilevati sono, però, preoccupanti e le ripercussioni sul corpo possono essere particolarmente gravi. Ciò che più dovrebbe allarmare è quanto racchiuso nella battuta ormai diventata slogan: sarà veramente questa l’estate più fresca dei prossimi anni?
WOW, CHE CALDO!
Incendi, siccità, colpi di calore: lo scenario sembra apocalittico. Mentre gli attivisti urlano a gran voce per un’azione repentina contro il riscaldamento globale, l’Europa fa esperienza del caldo feroce di questa estate. I contadini dell’Emilia Romagna lamentano il più lungo periodo di secca da più di 60 anni, a ruota seguono il Veneto e le altre regioni del Nord. Il primo campanello di allarme è dato proprio dalle colture: come racconta il presidente dell’ANBI, Francesco Vincenzi, si parla di circa 2 miliardi di danni all’agricoltura (fonte: GreenReport.it). La piantagione più colpita sarebbe quella del grano che, in periodo di guerra, è già diventato un lusso: si parla del 7% in meno (fonte: GreenReport.it; dati: Wheat Initiative).
Purtroppo non finisce qui. Che lo sfrenato capitalismo possa remare contro sé stesso ce lo dimostra già Marx, ma non solo. Proprio in questi giorni, l’Italia ha varato un’iniziativa che permette la Cassa Integrazione in caso la temperatura, anche percepita, tocchi i 35 gradi Celsius. Il progetto, sostenuto da Inail e Inps, tenta di salvaguardare la salute (e la vita) dei lavoratori a rischio di stress termico: il nome è Worklimate, e l’opuscolo ad esso correlato mette in guardia sulle patologie, anche a lungo termine, che l’eccessivo caldo potrebbe provocare.

RISCHI E PERICOLI
L’associazione Antigone denuncia l’emergenza caldo anche nelle carceri italiane (fonte: la Repubblica). Senza acqua e senza aria che possa attraversare i portoni blindati: i rischi sono altissimi, dato anche l’eccessivo affollamento degli istituti penitenziari. Insomma, come dice il giornalista Massimo Razzi, “stare al fresco” non è mai stata locuzione più sbagliata.
Ma, quindi, perché è così importante ripararsi dal caldo eccessivo? Nella guida del progetto Worklimate, sono esposti i più comuni esempi di disturbi legati all’esposizione ad eccessivo calore. Si legge di crampi e dermatite da sudore, fino ad arrivare a gravi episodi di sincope da calore oppure al più famoso “colpo di calore” che, fra le conseguenze, conta anche la possibilità di morte (fonte: Worklimate). In generale, i problemi più pericolosi sono legati alla vasodilatazione (i capillari, le vene e le arterie si “allargano” per l’eccessivo caldo, la pressione precipita e il cuore deve sforzarsi per far arrivare il sangue al cervello) o a problemi di autoregolazione del corpo. Infatti, secondo gli studi il corpo umano sarebbe in grado di gestire temperature intorno ai 37°: è intuibile, pertanto, perché i bollettini meteo dei giorni scorsi abbiano allarmato così tanto i medici.
ARISTOTELE E IL CALORE
Eh sì, Eraclito di Efeso non era semplicemente “fissato” con i fiumi, nei quali non possiamo bagnarci due volte. Aristotele ricorda come Eraclito, da buon naturalista monista, ricorse al fuoco come arché: principio iniziale di tutti gli altri 3 elementi, aria, poi acqua e terra. Ma, oltre ad essere una tesi molto dibattuta, è importante ricordare come, per Platone e Aristotele, fuoco e calore non fossero la stessa cosa. Infatti, per lo Stagirita, il calore era una proprietà del fuoco e, ancora più importante, una proprietà del corpo vivo.
La teoria cardiocentrista della filosofia antica, sostenuta appunto da Aristotele, vede fondamentale il collegamento fra caldo e sangue, corpo e cuore. Qui, dove il cuore diventa la sede dell’anima, il sangue si fa veicolo principale della vita (e, quindi, del calore): nella teoria biologica del filosofo, infatti, il sangue permea in tutte le operazioni compiute dal corpo per la sopravvivenza, e non solo. Qual è il collegamento fra caldo e vita? Bene, nel momento in cui il corpo è caldo manifesta anche la vita, la presenza di movimento e dinamicità al suo interno. Quando un uomo (o un animale) muore, questo diventa freddo, equivalendo esso alla fine della vita. Per maggiori informazioni, consultare l’articolo di Marcello Zanatta: link al pdf.
Certo, il calore è, quindi, alla base della vita umana, ed è strettamente collegato al cuore e al sangue, come dimostrato da Aristotele e dalla medicina generale, eppure in eccesso può portare persino alla morte. Ironico come possa essere passato da fonte di vita a pericolo per quest’ultima, chissà cosa avrebbe detto oggi Aristotele. Forse “buone vacanze”.