È la passione a spostare le montagne, non solo quella amorosa ma anche (e soprattutto) quella perpetua fiamma che arde nei cuori di tutti i sognatori e le sognatrici. È un sentimento complesso che fa da padrone nel regno in cui “i sogni di son desideri” di realtà: la la land.
Attraverso la figura di Vittorio Alfieri ed il film da sei premi Oscar “La la land”, scopriamo ciò che muove i cuori ardenti di passione.
VITTORIO ALFIERI
Si dice che il genio non possa risedere in animi pacati e, di certo, Vittorio Alfieri costituisce l’eccezione che conferma la regola. Nato da una nobile famiglia piemontese nel 1749, ha subito il fascino del vento proveniente dalla vicina Parigi, all’epoca alle prese con i preparativi della grande rivoluzione a cui lo stesso autore guarderà con gradissimo entusiasmo. Dopo aver compiuto il servizio militare ed il canonico viaggio alla scoperta dell’Europa, il giovane tormentato decide di stabilirsi in Italia e di dedicarsi all’unica attività per cui il suo animo sembrava essere predisposto, la letteratura. È così che nasce il mito che dalle pagine dei più grandi è riuscito a trarre la linfa della sua poesia, unendo autori distanti per tempo e tematiche in un matrimonio immortale senza precedenti. Naturalmente gli stimoli raccolti durante gli anni di studio hanno trovato nella sua anima un terreno fertile, facile da coltivare ma assai difficile da gestire: assieme ai suoi testi infatti, viene ricordata la complessità della sua mente tormentata e “cupa” che sembrava muoversi a ritmo di un circolo vizioso impossibile da interrompere. Questo è evidente se si guardano testi come la “Mirra” o il “Saul”, le “tragedie psicologiche” per antonomasia che vedono i protagonisti districarsi tra “due passioni tra loro contrarie” che provocano un conflitto esistenziale specchio dello stesso autore. Scisso tra l’eroismo e la consapevolezza della fragilità insita nella natura umana, Alfieri si è infatti ritrovato a fare i conti con un intimo travaglio dell’anima dal quale sarebbe potuto uscire solo con la morte. L’unica luce in un’esistenza così cupa è stata per lui la sua passione per le lettere, il motore che faceva battere il suo cuore e consolava la sua mente, il sentimento che lo ha portato a scrivere:
Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli
Infondo quando si pensa ad Alfieri torna in mente questa frase imparata durante una noiosa lezione di italiano, ci deve pur essere un perché.
CITY OF STARS
Come descrivere una storia che racchiude in se stessa ogni forma d’arte, se non utilizzando il termine “passione”? I termini di questa equazione sono così intrecciati tra loro da essere ormai diventati imprescindibili. È per questo possibile affermare che quella di “La la land” sia una storia di passioni a tutto tondo, una banale vicenda umana elevata nel meraviglioso mondo dell’arte, unico luogo in cui le anime dei due protagonisti sembrano essere autorizzate ad amarsi. La scintilla tra Mia e Sebastian si accende tra un locale jazz e la caffetteria dei gli studios nella cornice della Città delle stelle, trasposizione tangibile di una dimensione al limite tra il sogno e la realtà. Sulla scena il regista mette a nudo i due personaggi partendo dalla imprescindibile passione per l’arte, punto di di inizio e di fine della narrazione, a cui si aggiunge quella amorosa, forse troppo grande per Mia e Sebastian. È infatti quando termina il sogno e si inizia a fare i conti con la realtà che i due si dimostrano incapaci di vivere il proprio amore, come se non fossero disposti a condividerlo con il mondo esterno, come se non fosse possibile viversi al di fuori di un contesto immaginario sganciato dalle regole dell’hic et nunc. Amare l’arte comporta enormi sacrifici, amare nell’arte ancora di più. Entrambi sentono questo forte richiamo che mette spegne il mondo per accendere le luci e le musiche della ribalta che trasportano il singolo in un vortice di amore, passione, gioia e dolore che basta per sentirsi vivo. Anzi, è l’unica via per sentirsi vivo. È per tutto questo che “La la land” non è una storia d’amore come le altre, paragonabile all’incredibile racconto del “Mouline Rouge” a cui si aggiunge la straordinaria contemplazione delle “Affinità elettive”. In una Los Angeles che “never shine so brightly” inizia la storia d’amore di Mia e Sebastian, una vicenda di passioni ultraterrene esclusivamente contemplabili nell’edenico Giardino dell’Arte.
LA LA DREAM
Nulla più dell’arte è in grado di far provare un sentimento così forte da essere passione, quella dimensione in cui l’essere fluttua cullato da una dolce melodia a ritmo della quale batte il suo cuore. È come l’amore: una volta conosciuto non è possibile farne a meno, diventa un pensiero ossessivo che dà il buongiorno la mattina, la buonanotte di sera e tiene compagnia nei momenti di solitudine. Come fosse un’entità antropomorfa infatti, la passione diventa la compagna di vita più fedele, dalla quale, volente o nolente, è impossibile liberarsi in quanto estensione del proprio corpo, una dimensione in cui abitano i sogni, le speranze, le aspettative. E cos’è l’essere umano senza tutto ciò? Senza quel fuoco che arde nel petto e brucia ogni singola parte del corpo? Nulla, rimane semplice materia, incapace di contemplare la meraviglia del mondo delle idee dominato dalla bellezza in ogni sua forma. In questa dimensione i corpi non sono soggetti alla forza di gravità, fluttuano in un cielo di stelle splendenti e danzano sulle note di una dolce musica non udibile dal resto del mondo. Questo è ciò che si prova, una gioia talmente grande da far dimenticare le ferite provocate da un mondo invidioso in cui non c’è posto per i cuori traboccanti di passione. Tutto questo è possibile solo nel mondo dell’arte che non conosce limiti, numeri, regole o formule, è talmente grande da raccogliere al suo interno tutte le anime incapaci di vivere una realtà troppo arida e ostile. La passione è tutto questo, è il fuco che brucia ogni fibra del corpo e l’acqua che disseta, è la gioia e la tristezza, insomma è il luogo in cui i piani della realtà si invertono e il proprio corpo rinascer sotto nuova forma. È un pensiero che non si può allontanare, è lì notte e giorno pronto a ricordati che il tuo posto nel mondo esiste, sta aspettando solo te. E quindi che fare? Chiudere gli occhi, tendere la mano e spiccare il mirabile volo.