Il “Mignottone pazzo” di Michela Giraud visto attraverso gli occhi di Catullo.
Cosa fare una volta che si è stati lasciati? Forse la soluzione migliore sarebbe quella di sparire dal web, ma molti di noi, Catullo incluso, preferiscono perseguire un’altra via: quella del mignottone pazzo.
Chi è il mignottone pazzo?
È il 14 aprile 2021 quando esce su tutte le piattaforme musicali “Mignottone pazzo” il nuovo singolo di Michela Giraud, l’irriverente comica italiana che ha dato luce al singolo improvvisando un monologo a “Lol”, il programma comico di Amazon Prime Video più visto, discusso e memato del momento.
Ma chi è il mignottone pazzo? Presto detto: il mignottone pazzo è ognuno di noi quando viene lasciato ed entra in quella fase mistica in cui non sa come comportarsi sui social.
Dopo la rottura, qualsiasi soggetto dotato di intelletto entra in un limbo senza uscita: cosa pubblicare per non risultare patetico ma anche per far capire all’ex che non sta pensando a lui così da instillare dentro quest’ultimo il dubbio di una possibile rinascita precoce di sé stessi e farlo tornare in ginocchio, per poi peró allontanarlo fino a ottenere una controparte dipendente da affetto e attenzioni? (n.d.a. Sì, va letto tutto d’un fiato)
Questo che a noi potrebbe sembrare un comportamento da psicopatico, è in realtà la summa del comportamento del mignottone pazzo, che da un momento all’altro comincia a pubblicare fotografie della scollatura con canzoni di Vecchioni, calici di vino pieni di lacrime, poesie, l’intera saga di Sex&thecity e così via a completare il kit.
Ma siamo sicuri che il mignottone pazzo sia solo donna? Io vi dico di no, e vi presento pure il mignottone pazzo della letteratura latina più rappresentativo della sua categoria: Gaio Valerio Catullo.
Catullo
Dai suoi versi bellissimi e dalle sue parole d’amore, non sempre troppo coerenti, possiamo dedurre una cosa molto semplice: Catullo è per eccellenza il mignottone pazzo della letteratura latina.
Immaginate cosa sarebbe successo se Catullo avesse avuto Instagram? Una sera sì e l’altra pure avremmo assistito a suoi selfie appena uscito dalla doccia, rigorosamente con l’asciugamano sotto i fianchi che dà quel vedo non vedo che tanto piace alle puelle, con in sottofondo “SOLOCHEPENSAVOAQUANTOINUTILEÈFARNETICARECREDEREDISTAREBENEQUANDOÈINVERNOETE”; ma anche a screen della congiura contro Cesare, con quest’ultimo pugnalato alle spalle con scritto “oggi così”; o ancora una foto con Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda vestite di nero, taggando i poetae novi e scrivendo: “Amo noi quando lei morirà ihihihih #perchèl’arcoloabbiamonoi”
Insomma, grazie al Cielo, Catullo non aveva Instagram, ma nei suoi componimenti, l’animo da mignottone pazzo non è mai venuto meno: se da una parte l’autore amava Lesbia incondizionatamente, dall’altra non le ha mai risparmiato la sua parte piú toxic.
Carme 8 e carme 58
Ed eccoci qui, finalmente, a fare i conti con le due fasi di elaborazione del lutto del mignottone pazzo: l’autocommiserazione, e l’aggressività passiva; rispettivamente rappresentate dal carme 8 e dal carme 58.
Nel carme 8 è evidente il disagio sentimentale dell’autore, che, parlando con sé stesso, cerca di convincersi di dimenticare Lesbia, lui ricorda i momenti passati insieme, i soli raggianti che hanno visto splendere, i baci appassionati, per poi concludere rivolgendosi direttamente a Lesbia, ricordandole come la sua vita adesso, senza di lui, sará vuota e senza amore:
“Sciagurata, guai a te! Che vita ti rimane?Chi ora si avvicinerà a te? A chi sembrerai bella?
Chi ora amerai? Di chi si dirà che sei?
Chi bacerai? A chi morderai le labbra?”
Nel carme 58, invece, Catullo si rivolge all’amico Celio, e descrive Lesbia come una prostituta in modi decisamente poco fraintendibili (n.d.a. Sì cari, Catullo è lo stereotipo dell’ex tossico per eccellenza).
“O Celio, la mia Lesbia, quella Lesbia, proprio quella Lesbia che Catullo amó lei sola più di sé stesso e di tutti i suoi, ora scortica nei quadrivi e nei bordelli i discendenti del magnanimo Remo”