Ecco come Bacco,Arianna e il tempo delle mele ci insegnano la bellezza della giovinezza

“Goditi questi anni perché poi li rimpiangi”, è la tipica frase che tutti, almeno una volta, si sono sentiti dire e a cui tutti, allo stesso modo, hanno guardato con sospetto.  Ma siamo certi che non sia così?

Attraverso il “Trionfo di Bacco e Arianna” e il film “Il tempo delle mele”, vediamo perché dovremmo imparare a godere degli anni della giovinezza che “si fugge” in men che non si dica.

LORENZO DE MEDICI, BACCO E ARIANNA

Lorenzo De Medici è stata una delle personalità più influenti del XV secolo. Abilissimo uomo politico, è stato Signore di Firenze oltre che poeta, mecenate ed umanista. Una delle sue opere più celebri è la canzone a ballo il “Trionfo di Bacco e Arianna”, scritta nel 1490 in occasione del carnevale. Il testo è parte dei “Canti carnascialeschi” , composti come accompagnamento musicale per la sfilata dei carri: la struttura della canzone risponde a queste esigenze e si adatta ad un’esecuzione corale, grazie alla presenza di un medesimo ritornello che precede l’inizio delle singole strofe. Bacco, Arianna e gli altri personaggi, diventano qui paradigma di amore, edonismo, naturalismo e di tutti quei piaceri di cui l’uomo può gioire e godere nella vita,  in particolare nel periodo della giovinezza.

Quant’è bella giovinezza,

Che si fugge tuttavia!

Chi vuol esser lieto sia:

di doman non c’è certezza

I temi affrontati nel lungo testo che conta quattordici strofe, si inseriscono nell’ampia riflessione sul carpe diem di derivazione oraziana, definibile come un vero e proprio invito a “cogliere l’attimo”, a viverlo nella sua interezza. Particolare in questa trattazione, è il fatto che la tematica è qui declinata alla giovinezza, alla bellezza di questo periodo della vita, di cui tutti dovremmo godere perchè,  come disse anche Cesare Pavese, “A quei tempi era sempre festa […] siete giovani, non avete pensieri”.

DREAMS ARE MY REALITY

Era il 1980 quando una giovanissima Sophie Marceau ha vestito i panni della tredicenne Vic, la piccola donna in una grande Parigi fatta di amore e bellezza. In “Il tempo delle mele” ci viene raccontata la sua vita, o meglio, l’inizio della sua vita, le prime pazzie, i litigi con i genitori, le ribellioni e, ovviamente, il primo amore. Sono messe in scena tutte le problematicità dell’adolescenza, vissute con la tipica innocenza di una ragazza che per la prima volta sta scoprendo il mondo con i suoi piccoli occhi. Il titolo originale della pellicola è “La boum” e, tanto in francese quanto in italiano, comunica il senso stesso del film che intende rappresentare il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, il tempo della maturazione dei giovani che, come le mele, da acerbi diventano maturi. È quindi così che sulle note della celebre traccia “Dreams are my reality”, ci facciamo spettatori della vita di Vic che rappresenta la storia di ognuno di noi, raccontata qui con dolcezza e innocenza

QUANT’ È BELLA GIOVINEZZA

Quello dell’adolescenza è uno dei periodi  più particolari della vita, fatto di cambiamenti fisici e mentali, di novità, di prime esperienze, di ribellione e di autoaffermazione. Si tratta dell’ingresso nel mondo degli adulti, di cui però si inizia a fare esperienza senza avere tutte le carte in regola per affrontarlo, procedendo per tentativi.  È in questo la bellezza e la difficoltà: si vive un momento in cui è possibile sperimentare l’adultità, senza però sentire il  peso delle responsabilità  ad essa legate. Si ha ancora la possibilità di cadere, rialzarsi ed imparare, di cancellare ciò che è stato iniziando a scrivere la propria storia esattamente come si vuole. È per questo che già a patire dai poeti latini la giovinezza è paradigma di gioia, o meglio, di spensieratezza che inevitabilmente porta alla gioia pura e sincera dell’innocenza giovanile. Vale quindi la pena sprecare tutto ciò per inseguire un qualcosa che oggi sembra essere insormontabile ma che domani sarà già dimenticato? Decisamente no perché, cara Vic, Matieu non è l’unico ragazzo sulla terra e di feste a cui partecipare ce ne saranno tantissime altre. È questa la lezione di Lorenzo De Medici nel suo inno alla vita, con cui ci esorta a spogliarci di tutto ciò che è superfluo e vivere nella bellezza di un periodo di maturazione,  senza pensare eccessivamente a quello che sarà perché “del doman non c’è certezza”.

 

 

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