Per secoli la donna è stata considerata il “sesso debole”, il “cuore”, destinata a subire passivamente i torti del marito e costretta a girare la testa dall’altra parte. Ma che succede quando “debolezza” fa rima con “passione”? Divampa una fiamma difficile da placare.
Attraverso la figura di Emma Bovary e Mrs Robinson, guardiamo la trasformazione della noia in ardente fuoco perpetuo.
MADAME BOVARY
Capolavoro di Gustave Flaubert, “Madame Bovary” narra la storia di una sognatrice che dopo essere convolata a nozze con un ufficiale sanitario di nome Charles, si ritrova relegata in una mediocre vita di periferia. Lei era cresciuta leggendo i grandi romanzi d’amore, quelli che ti fanno innamorare e sperare che il lieto fine, in fondo, possa esistere anche nella vita reale. Purtroppo però, non tutti i sogni son desideri. Emma si trovò incastrata un una vita che non era la sua, una vita condivisa con un uomo nei confronti del quale non provava alcun tipo di passione e che, a lungo andare, l’ha trascinata in uno stato di profondo malessere psicologico. Questa condizione si aggravò in occasione di un ballo organizzato dal Marchese di Andervilliers, momento in cui Emma potè constatare l’esistenza di persone che vivevano proprio come lei avrebbe sempre voluto, uomini e donne che respiravano la bellezza,si nutrivano di essa, in una realtà all’insegna di lusso e vanità. È quindi così che tra un incontro defilato e un bacio rubato, la donna còlta dalla una noia esistenziale si adopera per costruirsi la vita che ha sempre voluto, cercando di sfuggire dalla provincia per approdare in una realtà scintillante. Ma attenzione: non è tutto oro quello che luccica.
[…] Perché declamare contro le passioni?Non sono forse la sola cosa bella che ci sia sulla terra, la fonte dell’eroismo[…] delle arti, di tutto infine?
MRS.ROBINSON
Uscito nel 1967, “The graduated” racconta della passione di una donna di mezza età per un giovane che ha da poco portato a termine i suoi studi. Un giovanissimo ed emergente Dustin Hoffman del quale questa pellicola rappresenta il battesimo, si ritrova invorticato in una relazione adulterina con un’affascinante donna adulta amica dei genitori, con la quale trascorre un’estate tra sogno e realtà. La donna lo ammalia come fosse una moderna Sirena che, con i suoi collant e i tacchi alti, intrappola il giovane malcapitato facendogli conoscere il brivido della trasgressione e il fascino della segretezza. Mrs. Robinson è un’altra vittima della monotonia di un matrimonio senza passione, né erotica né sentimentale, che decide di concedersi qualche vizio finché le è possibile, finché cioè da due…non diventano tre! Spetterà allora al giovane Benjamin la scelta, difronte la quale la nostra eroina dal trucco tragico sfodererà le sue armi migliori pur di tenersi stretto l’ultimo alito di vitalità che è rimasto nella sua ormai piatta e monotona vita.
QUANDO NOIA FA RIMA CON PASSIONE
Qual è la differenza tra il tradimento di un uomo e quello di una donna? È semplice: la donna non lo fa mai con leggerezza, non “capita”, specialmente se instaura un rapporto adulterino reiterato nel tempo. Al contrario di quanto i narcisisti maschietti possano pensare, se una donna tradisce è perché in qualche modo lo ha deciso lei, e questo è vero soprattutto quando di mezzo c’è un matrimonio. Non è così stupida da tradire solo per il gusto di rivivere quella pulsione adolescenziale latente, non lo fa perché incapace di resistere al fascino di qualche bellimbusto che sfodera da anni sempre le stesse mosse. Prima di mandare a farsi benedire un giuramento con tanto di abito, fedi e ricevimento, si guarda dentro cercando di rintracciare il motivo che causa questa esistenziale condizione di inconsistenza e, il più delle volte, lo ritrova nella noia, nella monotonia. Arriva al punto in cui l’unica consolazione possibile è rintracciabile nell’immobile e silenzioso mondo di Morfeo, nel sogno di una vita diversa, di un grande amore, di un lavoro più gratificante o nella possibilità di essere altro rispetto al sé. Tutte noi siamo cresciute sognando il principe azzurro, immateriale personificazione di ciò che dalla vita vorremmo avere e, per un pò, si riesce a far tacere quella piccola voce che continuamente ci avverte del fatto che la strada perseguita non sia quella giusta. Ma pian piano, giorno dopo giorno, questa voce si insinua nella mente e ci ricorda che tutti i nostri sogni, qualunque essi siano, sono lontani anni luce. È allora che una donna tradisce. Quando è ormai vittima di una vita che lei stessa, almeno nella maggior parte dei casi, ha scelto, accanto all’uomo a cui lei ha detto quel fatidico “si, lo voglio”. Difronte a tale realizzazione, l’unica soluzione è fuggire, rintanarsi in una nuova passione in grado di alleviare le sofferenze di un’anima fragile, sul punto di infrangersi in mille pezzi. È l’amore a spostare le montagne, l’amore vero, quello che tocca le corde dell’anima, quello che permette ai sogni di assumere plasticità, materialità, corporeità. In assenza di amore però, ci si può accontentare della passione che, parimenti, permette di vivere quell’attimo in grado di cancellare le sofferenze, di farci rivivere quel sogno senza il quale smetteremmo di esistere. In parole povere, in grado di farci sentire vive.