Diletta Leotta come le donne della storia dell’arte? No, la loro bellezza è eterna

Il monologo di Diletta Leotta a Sanremo è stato oggetto di discussione. La bellezza della donna, protagonista del discorso, ha un ruolo di rilevanza anche nella storia dell’arte.

“Danae”, Gustav Klimt

La schiettezza e la sincerità di Diletta Leotta usate per descrivere la bellezza hanno colpito in modo contrastante il pubblico dell’Ariston. Ed è proprio con la stessa spontaneità che andremo a analizzare e soprattutto apprezzare i quadri delle donne più belle mai dipinte. Il tempo di cui ha parlato Diletta non rovinerà mai la bellezza di una musa.

Il discorso della Leotta

«La bellezza capita, non è un merito. Certo è un vantaggio, altrimenti col cavolo che sarei qui» è questo il preludio che ha portato alla tanto polemica orazione della conduttrice sportiva. Già la parte iniziale è stata presa di mira da varie testate giornalistiche che, con diverse interviste monopartitiche, hanno considerato incoerente visti i presunti ritocchini estetici di cui tanto si è parlato. L’evidente obiettivo della Leotta era quello di eliminare un’ipocrisia che circondava la sua figura esponendo un dato di fatto che tutti abbiamo pensato: nel suo caso (non unico) la bellezza è stata l’elemento che l’ha portata su quel palco. La nonna è stata da sempre un esempio da seguire per la conduttrice siciliana, tanto da nominarla e rendela partecipe dei suoi minuti da protagonista sul palco. “La bellezza è un peso che con il tempo ti può fare inciampare se non la sai portare.” è questa la massima che la nonna le ha insegnato da piccola e che ha accompagnato Diletta Leotta durante la sua vita, un proverbio talmente importante da volerlo condividere con tutta l’Italia.

La figura della nonna è stata utile per collegare il discorso al fattore “tempo”. Uno dei più famosi detti della spledida terra di Cariddi dice “Tu sei riuscita a riempirti le tasche di mille storie da raccontare, ma hai lasciato dietro di te la tua giovinezza e la tua bellezza, perché questo tempo fa lo sgambetto a tutti”. Si concentra proprio su questo la Leotta quando, rivolgendosi al pubblico, si auto-pone la domanda che tutti almeno una volta ci siamo posti “Quando avrò l’età di mia nonna, sarò felice?”. Lei dice di si, perché sua nonna le ha insegnato a vivere, e questo, d’accordo o meno con Diletta, ce lo auguriamo tutti.

La bellezza della donna nella storia dell’arte

Il tempo passa per tutti, è vero, ma per le donne di Klimt, Botticelli, Leonardo ecc. la bellezza sarà eterna. La bellezza della donna è stata da sempre un concetto molto soggetivo. La donna ha rappresentato la fecondità con la Venere di Willendorf (1) per poi passare alle proporzioni perfette che l’arte classica imponeva. Nel Rinascimento la grazia e l’armonia dell’arte di Botticelli governano le figure femminili, vedi la sua Venere (2). Il ‘600 è contraddistinto dalla netta differenza tra borghesia e popolo in cui le donne della prima classe sociale sono rappresentate con dei busti e degli abiti indossati per modellare il corpo sin da bambine, mentre quelle del popolo hanno un aspetto trasandato e dismesso. Le donne del ‘700 sono consapevoli della loro bellezza, proprio per questo prendono risalto i trucchi e le acconciature che rendono ancora più attraenti le dolci figure. Passiamo alle fanciulle ottocentesche dominate dalla nudità prorompente come quelle di Goya e Manet (3) per arrivare a un ventesimo secolo caratterizzato da corpi innaturali [vedi Modigliani (4)] che hanno un fine ben preciso: uscire fuori dagli schemi della bellezza tradizionale. Questo excursus è utile per capire che la concezione di bellezza è relativa e legata all’epoca e alla società in cui si vive.

1. Venere di Willendorf
2. Venere di Botticelli
3. Olympia, Manet
4. Modigliani

I dipinti delle donne più belle

La Gioconda

Il dipinto a olio su tavola di Leonardo da Vinci è l’incarnazione del mistero artistico, che continua a stimolare la fantasia della letteratura. Dipinta intorno al 1503-1514 è tuttora un’opera emblematica ed enigmatica. È una delle opere più celebri al mondo, la sua notorietà è stata destabilizzata e oggetto di comiche rivisitazioni, come la versione con i babbi di Marcel Duchamp. Il suo sorriso accennato ha ispirato numerose pagine di critica, eppure nessuno di questi studi è riuscito a coglierne il segreto della donna dipinta su una tavoletta di 77×53 centimetri.

Marylin Monroe

 

La serigrafia è la tecnica che Andy Warhol scelse per riprodurre la celebre fotografia della divina Merilyn, scattata nel 1953 da Gene Korman. Questa tecnica è diventata il simbolo della corrente Pop. L’artista fotografa un soggetto, lo sviluppa in diapositive; poi proietta la diapositiva su una tela bianca e copia l’immagine prima a matita e in seguito la colora con sgargianti tonalità. In questa collezione l’artista esprime due concetti ampiamente trattati, quello della morte e del culto delle celebrità. La serigrafia ha rivoluzionato la concezione dell’unicità di un’opera d’arte. L’artista introduce così la ripetizione, immagini in sequenza riprodotte come manifesti pubblicitari che conquistano l’attenzione dello spettatore come se fossero davanti a uno schermo televisivo.

Giuditta I

Il dipinto fu realizzato nel 1901 dal pittore Gustav Klimt. È considerata la prima opera del periodo aureo, contraddistinto da un linguaggio di forte astrazione simbolica e dall’uso dell’oro. Il volto ritratto è quello di Adele Bloch-Bauer, donna aristocratica della società viennese. Il quadro è spesso impiegato come espressione della seduzione femminile. Simbolicamente Giuditta I rappresenta l’esaltazione della femme fatale in grado di circuire ogni uomo.

Nascita di Venere

La “Nascita di Venere” è un dipinto a tempera su tela di lino di Sandro Botticelli, prodotto tra il 1482 e il 1485. E’ l’opera iconica del rinascimento italiano e rappresenta una delle raffigurazioni più elevate del pittore. La Venere è considerata un modello universale di bellezza ed eleganza, e incarnazione della perfezione artistica.

Ritratto di Jeanne Hebuterne

Il Ritratto di Jeanne Hébuterne è uno dei quadri più famosi di Amedeo Modigliani. E’ stato dipinto nel 1917, attualmente si trova in Giappone e appartiene ad un collezionista privato. Nel quadro è ritratta Jeanne, la giovane fidanzata di Modigliani che all’ epoca aveva diciannove anni. Fra loro inizia un rapporto che durerà fino alla morte del pittore.

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