Dall’entusiasmo degli anni ’60 ad oggi: com’è cambiata l’arte in Italia

Per quanto possa essere svalutata la ricerca artistica, dietro ogni opera c’è l”impegno e lo studio costante di centinaia di ragazzi oggi studenti nelle Accademie.

il ’68 all’Accademia di Belle Arti di Firenze

L’ambiente artistico degli ultimi venti anni ha subito uno straordinario sviluppo: dal collezionismo, ormai divenuto uno status symbol entrando anche nelle banche e negli hotel, alla conseguente speculazione economica che ha fatto lievitare i prezzi a cifre astronomiche, pare proprio che il settore non possa patire crisi: eppure il sistema è come un grande albero dalle radici ormai secche.

La rinascita dell’arte

Le devastazioni della guerra hanno riportato al centro dell’attenzione la condizione isolata e miserabile dell’uomo; tutto ciò nell’arte ha avuto un impatto devastante, mutando radicalmente la tradizione figurativa mondiale. Nelle opere traspare un completo senso di nichilismo che porta gli artisti a metodi nuovi, rivoluzionari, sfruttando le conquiste delle avanguardie della prima metà del secolo: compaiono tele dipinte sul pavimento, impronte blu di corpi femminili, squarci su tele bianche e performance che estremizzano i limiti umani. Si afferma l’artista indipendente, ma da cosa? Infondo ogni artista è passato alla storia proprio per la sua particolare visione espressiva. Gli artisti del secondo dopoguerra però non solo evolvono gli stili, ma ne sovvertono addirittura il linguaggio giungendo a giocare con l’arte stessa come qualche anno prima Duchamp e il suo Orinatoio.

C’è Bacon con le sue figure sanguinolente, Marina Abramovich che sfida i limiti umani, le iconiche figure di Andy Warhol e gli artisti che si prendono le strade come gallerie a cielo aperto. Se pensiamo solo all’evoluzione figurativa europea, maturata in secoli e secoli di esposizioni, ci risulterà sorprendente realizzare quanto il mondo dell’arte sia cambiato nell’ultimo secolo: dal movimento colto sulla tela, al quadro bianco di K. Malevic, passando dalle caricature della Germania di O.Dix per giungere a J. Beuys, il messia pescatore.  Il mercato ha assunto proporzioni spropositate con cifre che continuano a infrangere record su record ponendo però un problema: a che punto è, oggi, l’arte? E in Italia?

K. Malevic (fonte Pinterest)

Il declino del nostro sistema

Nella storia dello sviluppo europeo l’Italia ha sempre avuto un ruolo centrale: nel rinascimento nessun artista poteva resistere al richiamo della nuova arte così come delle maestose rovine della gloriosa città eterna. Il XVI secolo attira ugualmente l’attenzione dell’Europa intera facendo sfoggio di intricati incastri di corpi, per giungere alle candide statue del Bernini e alla fatale visita di J. L. David nel ‘700, evento fondamentale allo sviluppo del Neoclassicismo.

La rottura che si ha con la rivoluzione francese sposta il centro della scena a Parigi che vive uno dei periodi più avventurosi della sua storia. Dall’Italia l’unico movimento che supera le alpi è quello dei Macchiaioli, ancora una volta da Firenze, seguiti poi dalla particolare figura di Marinetti e i suoi futuristi. Passando alle più recenti esperienze artistiche si ricorda l’Arte Povera di cui alcuni esponenti come M. Pistoletto sono ancora attivi. L’ultimo artista venduto in aste milionarie è stato M. Cattelan, con le sue installazioni che hanno avuto il boom di vendite qualche anno fa.

Questo impoverimento nel fervore culturale degli artisti rispecchia pienamente le condizioni in cui versano gli istituti preposti alla ricerca. Considerate sempre inferiori alle università, le Accademie di Belle Arti, sin dal ventennio fascista dovettero adeguarsi a regolamentazioni differenti: il Ministero dell’Istruzione ha tentato di risolvere il problema nel 1999 con la legge n. 508, che ha riconosciuto gli Istituti al pari delle altre università concedendo al contempo il diritto di darsi ordinamenti autonomi. Tuttavia questo legge e i successivi decreti non hanno chiarito vari temi che hanno complicato non poco la situazione delle Accademie. Il tutto continua ad avvenire mentre i numeri degli iscritti aumentano, causando così una serie di problemi quale l’inadeguatezza delle strutture, delle gallerie, la mancanza di docenti e le conseguenti difficoltà nell’iniziare i corsi.

M. Pistoletto- quadri specchianti (fonte Pinterest)

La ricerca artistica oggi

Proprio quest’estate ha suscitato molte polemiche la decisione del Ministero di vietare i contratti Co.Co.Co. (Contratto di collaborazione coordinata e continuativa) usati largamente- fino a diventare quasi il 50% dei contratti totali- negli ultimi venti anni per sopperire alla mancanza di docenti di ruolo. Ciò significa che quasi la metà dei corsi nelle Accademie italiane sono ancora bloccati fin quando il Ministero non proponga una soluzione contrattuale adatta. L’Accademie di Palermo, così come altre per l’Italia, è tutt’ora bloccata in attesa di una degna risposta che non solo risolva il problema ormai divenuto insostenibile, ma che chiarisca una volta per tutte la situazione degli Istituti d’Arte. La questione risulta particolarmente grave in un paese che deve all’arte, ai musei e al loro indotto,entrate di 230 milioni di euro annui, in crescita di 35 milioni rispetto al 2017. Tuttavia, in tono con l’attuale chiaroscuro politico e sociale che ormai vige in Italia, sembra che tutto debba lasciarsi morire aspettando una svolta che può nascere solo dai docenti e dagli studenti.

A tal proposito il gruppo  CPC, che raccoglie tutte le rappresentanze studentesche AFAM, si sta facendo sentire con manifestazioni e iniziative sui social per chiedere al Ministero una vera e propria riforma del sistema attesa ormai da vent’anni. Le principali richieste sono quelle dell’adeguamento del corpo docenti visti i problemi riscontrati anche per il tutorato degli studenti disabili.

Le rappresentanze studentesche puntano quindi a far sentire la propria voce con manifestazioni nelle prossime settimane (in ricordo del ventennale della legge 508) affiancati anche dai docenti AFAM dai quali è partita una raccolta firme all’attenzione delle autorità competenti che finora hanno prontamente ignorato ogni richiesta da parte degli studenti. Di seguito un’intervista rilasciata da Gianluca Porzio, Presidente delle consulte studenti ABA e ISIA:

https://www.open.online/2019/12/05/larte-in-italia-e-morta-le-proteste-degli-studenti-delle-accademie-corsi-soppressi-pochi-docenti-e-nessun-fondo/

 

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