Cimiteri pullulanti di fantasmi con ancora conti in sospeso da regolare con i vivi, tormenti passionali, storie inconcluse… Come spezzare tutto questo?

Emily è una giovane nobile innamoratasi di un forestiero. Questi le aveva promesso di sposarla, ma a causa del loro amore impossibile sono costretti a fuggire. Si incontreranno sotto un albero, per scappare insieme verso un nuova vita… Ma lui non arriva. O meglio, si presenta, ma solo dopo ore, derubandola dei beni che lei si era portata per consentire ai due di avere del denaro una volta lontani dal villaggio, e uccidendola. La ragazza viene così intrappolata nel mondo dei morti, in una sorta di limbo in cui si tormenta aspettando che quel tanto agognato giuramento possa infine essere esaudito…
Il tormento di chi non riesce ad andarsene
Anche nel romanzo di Saunders lo stesso desiderio frustrato, le stesse attese mancate che prova Emily sono condivise da tutte le anime del cimitero di Georgetown. Queste assistono alla discesa tra loro di Willie, il figlio morto di tifo di Abraham Lincoln. Come nel film, anche nel romanzo i diversi personaggi non riescono a trovare la pace e ad ascendere in quello che l’autore definisce il Nirvana, rifacendosi a Il libro tibetano dei morti. Allo stesso modo del limbo che si ritrova ne La Sposa Cadavere, qui le anime sono bloccate nel Bardo, stato intermedio in cui la coscienza è sospesa tra la vita passata e quella futura.
Proprio qui assistiamo all’arrivo del figlioletto di Lincoln e al suo rifiuto di lasciare il cimitero. D’apprima non riesce infatti a capire di essere morto, condizione che accomuna più anime all’interno di Georgetown. Inoltre percepisce il dolore distruttivo del padre in maniera estremamente forte. Egli è incapace di dire addio alle esequie e si presenta più volte al capezzale, piangendo solo la scomparsa del figlio. Per questo motivo Willie decide di rimanere con l’anima accanto a lui. Se se ne andasse, cosa si ritroverebbe a piangere il padre se non fredda pietra? L’amore che nutre per lui è troppo forte, a tal punto da aspettare pazientemente il suo ritorno ogniqualvolta che Lincoln si allontana.
Come lui, anche molti altri fantasmi non riescono a distaccarsi dal mondo dei vivi a causa dell’amore che provano verso le persone vive che hanno abbandonato. Una madre che ha lasciato le sue due figlie tra le grinfie del marito violento, un uomo anziano convolato a nozze con una sposina che col tempo era riuscita ad amarlo sino ad acconsentire a consumare il matrimonio, eppure morto poco prima di unirsi carnalmente con lei… Tutti si rifiutano di andarsene, proprio come Emily. Per questo motivo quando Victor incautamente si allena a ripetere il giuramento in quello che crede un bosco isolato, lei subito acconsente a quel vincolo, rapendo il giovane e portandolo con sé nell’oltretomba.

L’ascesa al Nirvana e la serenità raggiunta
Come si può trovare la pace e abbandonare questa condizione di morte intermedia? Entrambi gli autori non hanno dubbi. Per potersi innalzare da questa condizione coloro che non accettano la situazione in cui si trovano e che sperano di poter rimediare ritornando nel mondo dei vivi, devono liberarsi da questo tormento. Il modo è molto semplice: distaccarsi infine da tutto ciò che ancora li tratteneva nel mondo precedente, sciogliendo i propri dissidi interiori e trovando in tal modo la serenità e la pace.
Per Emily l’ascesa avviene alla fine del film. Dopo aver incontrato nuovamente il suo vecchio innamorato nonché suo carnefice, e averlo visto morire, sceglie di farsi da parte per lasciar libero Victor di amare Victoria. Restituisce quindi l’anello al suo quasi sposo, ringraziandolo di averle permesso di essere libera. Ora può ottenere finalmente l’eterno riposo. Esce così dalla chiesa e, illuminata dal chiaro di luna, sfuma sino a scomparire.
I fantasmi che in Saunders ascendono al Nirvana svaniscono invece in un lampo di luce. Questo succede anche a Willie, ritrovandosi un’ultima volta fra le braccia del padre. Lì comprende finalmente la complessità della situazione, il fatto di essere morto e di ciò che è meglio fare. Dando un ultimo addio a Lincoln, svanisce in una nuovola di fumo, circondato dal resto delle anime che lo hanno aiutato a raggiungere l’ascensione. Proprio questo loro gesto, assieme a una collaborazione reciproca che in tutti gli anni di convivenza a Georgetown non erano mai riusciti a raggiungere, anche loro riescono infine a distaccarsi dal mondo dei vivi.

I morti irrompono nel mondo dei vivi
Chi ha deciso che l’aldilà è un universo separato rispetto a noi viventi? Burton e Saunders si rivoltano a questa prospettiva, lasciando i defunti liberi di poter uscire dal cimitero per avventurarsi nuovamente fra i mortali, influenzandone così le azioni.
Ne La Sposa Cadavere assistimo a più riprese a Emily e i morti che, di conseguenza alle relazioni intessute con Victor, vagano all’interno del villaggio. Culmine di questo evento è il matrimonio che il vivo si appresta a celebrare con la sua sposa dell’aldilà, nella chiesa del villaggio: il ritorno degli scheletri dapprima spaventa i vivi, che però infine riconoscono in loro i propri cari riuscendo in tal modo a rappacificarsi.
Saunders mette dei limiti molto più vincolanti rispetto a Burton: le anime dei morti possono essere sì liberi di girovagare e volare, ma solamente all’interno del cimitero. Per di più, essi sono invisibili ai vivi. Questo tuttavia non impedisce loro di influenzare il corso degli eventi, essendo in grado di entrare con la loro immaterialità nel corpo dei visitatori delle cappelle. Nel punto clou del romanzo, assistiamo a una ripetitiva entrata nel corpo di Lincoln da parte dei fantasmi di Georgetown, con lo scopo di far ricongiungere per un’ultima volta il padre al figlio. Proprio i loro interventi garantiscono l’ascesa di Willie al Nirvana, che altrimenti si sarebbe deteriorato irrimediabilmente nel Bardo. Questo è infatti il destino di chi non riuscirà, infine, a uscire da questa condizione.
In questo modo, anche Lincoln riesce a rasserenarsi, ad accettare il lutto e, tramite l’entrata nel suo corpo di un vecchio schiavo nero, di prendere sulle sue spalle il destino di tutta l’America.
