Hollywood ha rappresentato il Disturbo Borderline in diverse pellicole. Ma ha fatto sempre un buon lavoro? Quali sono i limiti e i vantaggi nella descrizione del disturbo borderline?
“Il lato positivo” e “Ragazze Interrotte” due film con alla base personaggi con vari disturbi mentali, tra cui il disturbo borderline di personalità. Chi ha rappresentato la realtà del disturbo? E chi invece ha solo letto e messo in scena dei sintomi?
Il Disturbo Borderline di Personalità
Il Disturbo Borderline viene classificato come un disturbo di personalità. Le caratteristiche principali riguardano la paura del rifiuto, l’instabilità nell’immagine del sé, nelle relazioni sociali e nel comportamento. La sintomatologia del disturbo borderline è caratterizzata da intensi timori di abbandono, reali o immaginari. Elementi fondamentali di questo disturbo è anche l’impulsività e la collera. Si può provare una rabbia molto forte anche verso la propria persona. È proprio per questo che il disturbo è spesso associato a comportamenti autodistruttivi, come l’autolesionismo. Stiamo parlando di persone che non sono in grado di descrivere sé stesse, in quanto individui, con delle proprie idee e caratteristiche. Ma d’altra parte anche il rapporto con gli altri è gravemente compromesso, perché oltre le paure di abbandono, i soggetti borderline sono costantemente occupati a idealizzare o svalutare gli altri. C’è quindi un’alternanza tra un’alta considerazione positiva e una considerazione totalmente negativa.

Rappresentazioni ideali
Sebbene il disturbo borderline sia stato rappresentato in diversi film, non sempre c’è stata un’esatta rappresentazione del disturbo nella sua complessità. Purtroppo, per descrivere questo disturbo non basta documentarsi. È importante vivere e osservare direttamente il comportamento di chi ne soffre, per capire quasi completamente le motivazioni e la sofferenza di un soggetto borderline. Alcuni film sono riusciti a dare un’idea realistica e ben approfondita del disturbo borderline. Uno tra questi è “Il lato positivo” (2012). “Il lato Positivo racconta la storia di Pat Solitano (Bradley Cooper), un uomo con disturbo bipolare e Tiffany Maxwell (Jennifer Lawrence), una donna che molti credono mostri sintomi di BPD- anche se non le viene data una diagnosi specifica nel film. Durante la pellicola Pat e Tiffany affrontano insieme il processo di perdita di relazioni molto importanti, Tiffany ha perso il marito, mentre Pat sta affrontando il divorzio da sua moglie. L’interpretazione di Jennifer Lawrence è magistrale, pur non definendo esplicitamente il suo disturbo, i sintomi parlano per lei: “sbalzi d’umore, rabbia, impulsività, promiscuità, problemi di relazione, ma anche intenso desiderio di essere amata”.
Rappresentazioni meno ideali
Uno dei film cult nel mondo delle malattie mentali è “Ragazze interrotte” film del 1999 diretto da James Mangold. “Ragazze interrotte” è ambientato negli anni ’60 e racconta la storia di Susanna Kaysen (Winona Ryder), una donna con diagnosi di disturbo borderline di personalità (BPD) durante la sua permanenza in un ospedale psichiatrico in seguito al suo tentativo di suicidio. Durante il suo soggiorno, Kaysen fa amicizia con altre donne alle prese con problemi di salute mentale, in particolare Lisa Rowe (Angelina Jolie). Sebbene Susanna abbia effettivamente una diagnosi di BPD, alcuni credono che la diagnosi non si adatti e invece si identificano di più con Lisa, il personaggio interpretato da Angelina Jolie. Lisa infatti mostra chiaramente una mentalità borderline, come i pensieri “tutto o niente; bianco o nero”, senza contemplare le sfumature che è possibile incontrare nella quotidianità. Inoltre, Lisa mostra anche segni di autolesionismo. Susanna ha una diagnosi esplicita di disturbo borderline di personalità, ma sebbene mostrasse di sintomi del disturbo, essi erano meno marcati e poco ben rappresentati rispetto alla realtà della malattia mentale.