La Brexit non è il primo momento di allontanamento del Regno Unito dall’Europa. O forse non ricordate lo scisma anglicano?
Da due giorni il Regno Unito è ufficialmente fuori dall’Unione Europea. Ma questa non è la prima volta che l’UK si distacca da un’idea condivisa dalla maggior parte degli stati europei: non vi dice niente lo scisma anglicano?
Il 31 gennaio: il Brexit Day è ufficialmente arrivato
Brexit è un termine formatosi per l’unione di Britain e Exit e, come ormai tutti sanno, indica l’atto di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Se fino a un giorno e mezzo fa era ancora un concetto in un certo senso ”astratto”, oggi è un fatto più che mai concreto. Tra giochi di luci e festeggiamenti in pieno stile ultimo dell’anno, il 31 gennaio di quest’anno l’Inghilterra non è ufficialmente più uno stato membro dell’UE.
La nuova avventura britannica è iniziata con un conto alla rovescia a Downing Street e un discorso del premier Boris Johnson che definiva quel momento ‘non come una fine, ma come un inizio’. Insomma, proprio come se per la nazione della Regina il 2020 fosse iniziato con un mese di ritardo.
Ovviamente c’è ancora molto su cui lavorare. Ancora per un po’ lo stato verrà trattato come effettivo membro dell’UE, ma senza diritto di intervento. Questo significa che non potrà partecipare alle riunioni, ma che gli accordi economico-commerciali sono ancora in fase di discussione. Tutto ciò per un periodo che non dovrebbe andare oltre la fine di quest’anno.
Lo scisma anglicano come una sorta di predecessore
Ma l’allontanamento del Regno Unito da un ”ideale” europeo non è un concetto nuovo. Nel XVI secolo l’Inghilterra si era già distaccata dall’Europa, con lo scisma anglicano. Il Re Enrico VIII aveva deciso di staccarsi dalla Chiesa di Roma e creare una branca protestante della religione cristiana, l’anglicanesimo, dove il capo dello Stato si identificava anche come capo religioso.
Questa decisione fu aspramente criticata dall’autore inglese Thomas More, prima politico vicino al re. Il suo atteggiamento di sfida gli valse una condanna a morte, e ora è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. More era infatti il cancelliere di Enrico VIII e, in quanto tale, doveva occuparsi della questione dell’annullamento del matrimonio del re con Caterina d’Aragona. L’autore prima si rifiutò di farlo, e successivamente decise di non prestare giuramento al suo sovrano in quanto Capo della Chiesa, per la sua fede immutata verso il Papa cattolico.
Fu fatto prigioniero nella Torre di Londra e in seguito giustiziato pubblicamente. More aveva osato opporsi alla decisione ”indipendentista” di Enrico VIII, che aveva allontanato l’Inghilterra dai suoi paesi vicini e dal Papa (all’epoca uomo non solo di grande riferimento, ma anche di potere). L’inventore del termine utopia si batté per il suo ideale, andando contro la maggior istituzione del suo paese che voleva uscire da ”un’unione” più che consolidata.
Cosa direbbe dunque Thomas More del Brexit Day?
Facendo ovviamente le dovute differenze, che concernono la differenza di natura e le diverse motivazioni che hanno portato alle due decisioni, le situazioni in qualche modo si ricordano a vicenda. L’Inghilterra si allontana dal fronte comune con la Brexit, così come aveva già fatto anni prima invocando una religione propria.
Viene da pensare da che parte starebbe More. Sarebbe un europeista pronto a tutto per rinnegare il Brexit Day, oppure un sostenitore di Johnson? Sicuramente un uomo come lui non avrebbe avuto problemi a distinguersi nell’opposizione. Resta da capire se l’ideale dell’UE per lui potesse essere importante come quello della religione.
Non si potrà mai dare una risposta a questa domanda. Ma immaginare una figura come More in questo nuovo contesto di allontanamento risulta sicuramente affascinante.