La creatività è una fenice ardente che danza sulle ceneri delle sue possibilità ormai estinte. Eppure, è sempre possibile rinascere.
Attraverso il celebre video Moon, di Karim Musa alias Yotobi, cercheremo di approfondire il tema della creatività cercando al contempo di individuare validi consigli per favorirne la rinascita.
Un piccolo passo per l’uomo
Come ritrovare la creatività perduta? E se si trovasse sulla luna?
La luna, distante eppure vicina, è sempre stata nei pensieri dei creativi di ogni tempo e cultura. Da poeti a pittori, passando per registi e youtuber. Musa eterna, simbolo del divino e del possibile, ha sempre richiamato a sé la fantasia e i sogni degli uomini. Non è un caso che Yotobi si trovi proprio lì, nei panni dell’astronauta per cui ogni bambino che si rispetti abbia sognato, almeno una volta, di diventare. Così, con i piedi poggiati sul suolo lunare, Yotobi inizia il suo video. Un elogio alla creatività che cerca di parlare ad ogni persona che, nella sua vita, abbia tentato almeno una volta di unire i suoi sogni alle sue possibilità nella realizzazione di sé.
Uno dei punti di forza di questo video, è l’unione perfetta di intrattenimento e utilità. Yotobi riesce si ad intrattenere con battute ben piazzate, ma riesce anche ad intrecciarvi consigli utili e pratici, elaborati grazie a famose celebrità italiane come J-ax e Bruno Barbieri. Ma quali sono questi consigli?
Alla ricerca di noi stessi
Ognuno di noi vaga in un labirinto infinito ed eterno, dove perdersi forse è l’unica soluzione per ritrovare l’uscita…
I consigli che Yotobi ci pone, anche grazie alle risposte che ha ricevuto dai suoi follower, potrebbero essere suddivisi in due categorie: quelli relativi al nostro essere e quelli rivolti ad esso posto in relazione con il mondo circostante. Come direbbe Kant, per analizzarli è meglio partire prima da quelli più vicini a noi, ovvero quelli relativi alla nostra interiorità. D’altronde, conosciamo meglio noi stessi del mondo che ci circonda.
Come ricercare quindi la creatività dentro noi stessi? Secondo Kant, l’uomo agisce e pensa in base a principi elaborati dalla sua ragione, che indirizzano così il suo intelletto verso il giusto intendimento del reale. Quindi, per ricercare la creatività dentro di noi, è necessario prima analizzare i principi che la permettono e amministrano. Ad esempio, il principio di unificazione è un tassello fondamentale dell’essere creativi. Esso ci spiega che l’uomo per apprendere e organizzare in un tutto razionale i suoi pensieri, ha bisogno di ricondurli ad un unità. Esempi lampanti possono essere ritrovati in qualsiasi storia, e in particolare nella sua strutturazione. Così, se il buono, il cattivo e l’aiutante sono elementi molteplici necessari alla sua elaborazione, necessitano tuttavia di essere ricondotti ad un tutto innicomprensivo che sia in grado di assemblarli e unirli nella maniera giusta. Così, nasce una storia, ovvero un sistema che racchiude nella sua unità il molteplice. I principi che guidano il nostro pensare sono molti, e tuttavia necessari. Forse analizzandoli, potremmo comprendere il funzionamento corretto della nostra creatività, così da poterlo sfruttare a nostro vantaggio nell’elaborare concetti sempre nuovi.
L’importanza della cenere
Come può una fenice rinascere senza prima morire? È dalla cenere delle opportunità perdute che emergono quelle nuove.
Il secondo tipo di consigli che Yotobi introduce derivano da stimoli esterni a noi. Sono essi, con la loro forza dirompente che ci spinge all’azione, a permettere lo sviluppo della nostra creatività. D’altronde, come potremmo elaborare qualcosa senza un mondo esterno che ci fornisce dati da immagazzinare e poi usare. Esempio lampante è quello dello Chef Barberi. Anche per lui la quarantena ha rappresentato un periodo difficile, che tuttavia è riuscito a superare grazie al supporto dei suoi fan.
Ma se uno stimolo esterno è in grado di spingerci all’azione, quale di essi può rappresentare la svolta decisiva nel nostro essere? Secondo Heidegger, lo stimolo per eccellenza che ci spinge all’autoaffermazione di sé, è l’eterna dipartita, la morte. È essa a costituire il vero ossigeno della vita e della creatività stessa. È il suo opprimente richiamo, che non ci abbandona mai, ma ci percuote l’anima costantemente, a richiamare la nostra attenzione sull’azione. Così, forse, per riacquistare la creatività perduta sarebbe meglio abbandonare le zone di comfort, che ormai ci attanagliano con la loro prevedibilità, per buttarsi a capofitto in un’impresa folle, spregiudicata, che elevi il nostro essere mettendolo a contatto con la nostra mortalità. Voler raggiungere la luna, potrebbe essere un’idea.