Il lutto è una reazione naturale ad una perdita. Chi prima, chi dopo ognuno di noi ha a che fare con la morte. Ciò che ci distingue è come reagiamo a questo dolore.
Il lutto è un’esperienza dolorosa e inevitabile. Ci sono diverse teorie che cercano di spiegarne i meccanismi, le conseguenze nella psiche, nei comportamenti e nelle relazioni sociali. Sono stati evidenziati, tra i tanti, due modi di reagire opposti: la melanconia, descritta da Freud e la resilienza, cantata in Capita Così di Brunori Sas. Vediamo le differenze.
Lutto: universale e diverso
Il lutto dal punto di vista clinico viene generalmente suddiviso i due fasi specifiche:
- Lutto acuto: segue immediatamente la morte ed è caratterizzato da un’intensa esperienza di sofferenza. Ci possono essere comportamenti inusuali come crisi di pianto, difficoltà di concentrazione, disinteresse per le attività quotidiane e per le relazioni.
- Lutto integrato o costante: la fase successiva, in cui i sintomi iniziano a scomparire e si torna alla normalità, riuscendo a ricordare la persona con maggior facilità nonostante la tristezza.
Sulla base del passaggio dalla prima alla seconda fase, si identificano due modalità di lutto diverse: lutto complicato e lutto normale.
Lutto complicato, quando il dolore si trasforma in depressione
Se dopo un anno dalla scomparsa della persona cara la fase del lutto acuto continua a permanere, l’individuo può percepire se stesso come intrappolato in un loop di sintomi che finiscono per diventare il punto focale dell’esistenza, rendendogli difficile concentrarsi su altro. Tutto ciò causa un forte impatto nella vita quotidiana dell’individuo tanto che dal lutto si può passare ad uno stato di melanconia. Descritta da Freud nel libro intitolato Lutto e melanconia, è caratterizzata da una profonda depressione in quanto l’individuo si identificava nella persona deceduta. Avendo perso quest’ultima, ha perso, con lei, anche sé stesso. Tutto il resto, le relazioni, la quotidianità, passano in secondo piano e vengono disinvestiti d’importanza. In questo caso è strettamente necessario intraprendere un percorso d’aiuto per superare la perdita e ritrovare sé stessi.
Lutto normale, quando il dolore si trasforma in una nuova quotidianità
Dopo la fase del lutto acuto, anche se la persona viene ricordata con tristezza, si torna alla normalità, alla speranza, alla gioia. Questo è quanto descritto nelle strofe della canzone Capita così di Brunori Sas. Il cantautore passa da descrivere uno stato di tristezza, di rabbia..
Ma ti senti piccolo
Minuscolo
Ti senti ridicolo
Sei ridicolo
Quando pensi che sei uno su sette miliardi
E che tanto oramai è troppo tardi
Oramai è troppo tardi
..a descrivere un cambiamento di prospettiva:
E accade un miracolo
E’ un miracolo
Accade in un attimo
E’ un attimo
Una gioia che inganna di nuovo il tuo cuore
Che ti fa dire che in fondo alla fine va bene
E alla fine va bene
Anche se capita così
Qui scatta qualcosa: si passa da uno stato di sconsolazione a una ritrovata gioia. Il lutto diventa così resilienza. L’individuo riesce a superare l’evento traumatico, ritrova la speranza. Anche se capita così spiega come questo nuovo stato non sia stato raggiunto negando l’evidenza, ma nonostante quest’ultima. La morte delle persone care è inevitabile, è normale e giusto soffrire, come lo è anche andare avanti. Spesso a questo si associano senso di colpa e slealtà nei confronti della persona deceduta, che potrebbero innescare meccanismi autodistruttivi. Ritrovare la felicità non significa dimenticare. Come canta Brunori Sas, la felicità non è una colpa e si può tornare a ridere ancora, ancora una volta.