Dopo 3 anni di feroce dibattito, perenne campagna elettorale, e accordi che non hanno portato da nessuna parte, da oggi si potrebbe concretizzare la possibilità che il tutto si trasformi in un nulla di fatto.
Una notizia del genere lascia sicuramente confusi dopotutto sono anni che parliamo di come il Regno Unito lascerà l’Unione Europea, dei danni e dei vantaggi che potrà portare, e sopratutto sono anni che si parla di quando avverrà questa tanto discussa Brexit. Ne abbiamo parlato così tanto da dimenticarci di quanto effettivamente questa situazione è stata portata da un referendum vinto di un soffio (52% per il “Leave” a 48% per il “Remain”) e che quindi il sentimento riguardo l’Europa nelle isole Britanniche è molto diviso
L’alleanza
Negli scorsi giorni, i Liberal Democratici, i Verdi e Plaid Cymru(Partito regionale Gallese) con l’aiuto esterno del Partito Nazionale Scozzese, hanno annunciato un alleanza per quanto concerne il voto sul rimanere all’interno del’UE. In questa alleanza, che consiste principalmente a livello organizzativo, in una lista di circoscrizioni in cui per evitare di togliersi voti a vicenda, ci candiderà solo l’uno o l’altro partito, Mancano però i Laburisti che invece preferiscono non schierarsi direttamente sulla questione, e rimandare tutto ad un secondo referendum. Non mancano le critiche da parte dei conservatori più estremi che dichiarano i propri avversari come “sovvertori della volontà del popolo” e “nemici della democrazia” mentre l’ala più moderata ricorda i temi che portarono al brexit al primo referendum.
I Problemi
Molte del critiche a questa alleanza riguardano la possibile efficacia come dichiarato dallo Spectator : “Any Remain alliance that doesn’t include Labour is Hamlet without the Prince” ovvero “ogni alleanza per il rimanere che non includa i Laburisti e come un Amleto senza Principe”. Infatti i partiti che compongono questa alleanza tra di loro rappresentano solo una piccola minoranza della popolazione e si teme che senza l’aiuto dei Laburisti difficilmente possano ottenere abbastanza voti da ottenere ciò che vogliono. A questo gli alleati sperano di poter “mettere una pezza” attirando nuovi votanti con questa presa di posizione sul rimanere nel’Unione, e soprattutto si aspettano la futura collaborazione dell’ Partito Nazionale Scozzese e anche degli stessi laburisti quando si tratterà di decidere per il futuro del Regno Unito.
Può davvero finire così?
La possibilità che il tutto finisca in un nulla di fatto è reale ma ciò non la rende la soluzione più probabile, anche considerando che i recenti sondaggi favoriscono comunque i conservatori e che con alcuni scandali riguardanti Jeremy Corbyn il leader dei Laburisti anche la sinistra non è scontato abbia il successo che ci si immaginerebbe. Soprattutto rimane da vedere come si comporteranno il parlamento Scozzese e Nord irlandese, dovessero infatti decidere che l’esito di un eventuale secondo referendum o dell’azione di governo non dovesse favorirli potrebbero cambiare schieramento al parlamento nazionale cambiando gli equilibri di potere che già da adesso si prevedono molto instabili.
Nessuno sa bene come questa storia andrà a finire, e questa è stata l’unica costante nella storia della brexit, una storia che è iniziata inaspettatamente da un referendum di cui nessuno avrebbe previsto il risultato, e tutta questa incostanza ha lasciato aziende e privati incapaci di poter fare piani per il futuro insicuri appunto di cosa potrebbe succedere di nuovo l’indomani
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