Attività vulcanica: cosa la genera e il pericolo per l’Europa

Secondo i ricercatori dell’Università della California, ci sono segnali dall’antica ma sempre attiva regione vulcanica dell’Europa nordoccidentale

Il nucleo terrestre e i fenomeni interni che lo mantengono attivo, come causano lo spostamento delle placche tettoniche ?

Francia, Germania e Lussemburgo

Sono tre degli stati i cui confini comprendono una regione tenuta sotto osservazione dai ricercatori per “attività sospette”. Secondo le loro ipotesi si tratterebbe di un antico vulcano rimasto a lungo inattivo, ma che sembra essersi risvegliato. La causa sarebbe un afflusso di magma verso la superficie, causa di un innalzamento della stessa diversi millimetri ogni anno, un lavoro significativo, considerandolo in termini geologici, e correlandolo al fenomeno del sollevamento interno di una placca tettonica. Tuttavia la regione non è nuova a fenomeni vulcanici, dato che l’ultima eruzione avvenne nel 11.000 a.c. Un simile fenomeno avrebbe conseguenze devastanti, ovvie se si pensa alla violenza dei fenomeni che li generano.

Più caldo del sole

In verità più caldo della superficie del sole, ma il loro calore ha un’origine comune, gli atomi. Nel sole gli atomi si fondono generando un’atomo più pesante, attraverso la fusione termonucleare. Nel nucleo, secondo quanto scoperto fin’ora, data la difficoltà nello studiarlo, gli atomi più instabili, come uranio, torio e potassio decadono in atomi più leggeri, liberando grandi quantità di energia e calore. Questo calore mantiene ad altissime temperature il nucleo, per poi venir trasferito al mantello, dove i moti convettivi provocano lo spostamento delle placche, dunque i terremoti. L’uranio e notoriamente radioattivo ed utilizzato nelle centrali nucleari per la produzione di energia elettrica. Una risorsa fruttuosa e ambita, con un ottimo rapporto energia prodotta/prezzo, ma con numerosi difetti che lo rendono un settore energetico molto controverso. Il potassio lo troviamo nelle banane, e fra i romani con il nome kalium, che poi gli conferisce la lettera K nella tavola periodica. Estremamente reattivo in acqua, ha degli isotopi radioattivi, in percentuali quasi nulle dal punto di vista chimico, ma comunque presenti.

I super vulcani

Esiste poi una categoria a parte per tutti quei vulcani generati da una caldera, ovvero una depressione a conca, di solito sommersa dalle acque, ove è presente un’enorme quantità di magma che, se sottoposta ad uno stress eccessivo, potrebbe esplodere, liberando ceneri, gas tossici e ad alto impatto serra, tutto questo subito dopo l’enorme terremoto accompagnato da un boato che nell’arco della storia è stato avvertito in regioni del globo molto distanti. L’energia sprigionata dalla loro esplosione equivale a quella di centinaia o in alcuni casi migliaia di bombe atomiche. Un cataclisma che avrebbe effetti devastanti sul pianeta. Anche se il vulcano “lussemburghese” non appartiene a questa categoria, un supervulcano lo troviamo proprio in Italia, e si tratta della stessa caldera a cui appartiene il Vesuvio, si tratta dei Campi Flegrei. In passato si sono registrate eruzioni minori dai vulcani che appartenevano ad una caldera, ma si tratta comunque di eventi estremamente violenti, come nel caso dell’Eruzione di Krakatoa.

 

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