Il manoscritto di Newt Scamander.
Dando sfogo alla sua sconfinata fantasia la scrittrice Joanne Rowling tenta l’inimmaginabile: a colpi di inchiostro abbatte nuovamente il labile confine tra mondo reale e mondo immaginario. Con “Animali Fantastici: dove trovarli” l’universo fantasy ideato dall’autrice di Harry Potter riprende improvvisamente vita, piombando tra noi al seguito di Newt Scamander, fittizio autore del manoscritto datato al XX secolo. Frutto di anni di viaggi e ricerche, il volume firmato Rowling contiene la meticolosa descrizione di settantacinque specie di creature fantastiche. Ognuna delle descrizioni è il frutto di una tradizione antichissima che affonda le sue radici ai tempi del Medioevo: quella del bestiario.

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I bestiari Medievali.
Immaginiamo di poter viaggiare nel tempo, fino a giungere nella biblioteca di un antico monastero Medievale. Scorrendo tra i titoli dei manoscritti conservati tra gli scaffali troveremmo con un po’ di fortuna e con tanta pazienza un volume datato al II/III secolo d.C. Sfogliandolo, resteremmo incantati nell’ammirare le raffigurazioni di fenici in fiamme, centauri e colossali grifoni. Scorrendo tra le righe, scopriremmo di essere di fronte al trattato ‘Physiologus‘, capostipite dei bestiari. Opere che si inseriscono nel filone della letteratura didattico-allegorica, i bestiari consistono in liste di animali, reali o immaginari, dei quali viene fornita una dettagliata descrizione. Ognuno degli animali è associato ad un simbolo che offra lo spunto per una riflessione morale o religiosa.
Un simbolo per ogni animale.
Nel Physiologus l’eterna lotta tra bene e male fa da elemento cardine. Pertanto l’elefante, simbolo di saggezza e castità, è nemico del serpente, simbolo del male. L’aquila che accetta di volare verso le fiamme del sole e di bruciare per rigenerarsi rappresenta l’uomo che fissa il suo sguardo in Dio. L’aspide che chiude il suo orecchio con la coda è invece colui che rifiuta di ascoltare la Parola. La pantera dal manto variopinto che con la sua voce sprigiona un profumo d’aromi è simbolo di Cristo, mentre il drago, suo unico nemico, è simbolo del diavolo.


Singolari sono gli accostamenti, di stampo quasi goliardico, che trapelano dal ‘Bestiario d’Amore‘ di Richard de Fournival. L’aquila dal becco aguzzo rappresenta l’orgoglio, contrario all’amore. L’asino selvaggio è simbolo del poeta che, innamorato, potenzia la sua voce correndo il rischio di diventare sgradevole. La scimmia rappresenta l’uomo innamorato, in condizioni di debolezza.
Il libro scritto dal dito di Dio.
L’uomo Medievale attribuisce ai simboli un’enorme importanza: ogni elemento naturale è un signum, portatore di un significato nascosto, unità fondamentale del libro scritto dal dito di Dio. Il bestiario non si propone l’intento di saziare una semplice e vana curiosità, ma di svelare, pagina dopo pagina, i simboli e i significati allegorici nascosti in ogni elemento appartenente al regno animale e vegetale.
Oggi sarebbe inconcepibile la stesura di un’opera come un bestiario: la concezione del rapporto tra uomo e natura ha subito profondissime trasformazioni. Eppure diversi autori hanno tentato di rifarsi alla tradizione, rinnovando antichi saperi alla luce di secoli di storia e scoperte scientifiche. Tra questi figura Jorge Luis Borges.
Bestiari moderni: Il ‘Manuale di Zoologia Fantastica’.
1957: Jorge Luis Borges, intellettuale argentino, pubblica il suo ‘Manuale di Zoologia Fantastica‘. Raccogliendo le più disparate fonti, l’autore compila il suo bestiario, strappando alla voragine dell’oblio le strane entità che nel corso dei secoli la mente degli uomini ha concepito. Con scrupolo filologico Borges si occupa di specificare quale sia l’origine e la ragion d’essere di ogni mito, inserisce tra le righe aneddoti ed ironiche considerazioni. Dall’Irlanda alla Cina, dagli Stati Uniti al Vietnam: la sua penna viaggia intorno al globo terrestre alla ricerca di creature e miti sconosciuti che hanno radici tutte locali. Sebbene imposti il suo Manuale sull’oggettività scientifica, Borges afferma di basarsi sul nulla: il fine delle sue pagine è il divertimento della mente.

Amare la diversità.
I bestiari portavano con sé messaggi dall’incredibile portata morale e spirituale. Allo stesso modo con ‘Animali Fantastici: dove trovarli‘, Joanne Rowling vuole farsi portavoce di un messaggio di fondamentale importanza: il normale e lo straordinario non devono entrare in collisione ad ogni costo. Newt Scamander soltanto amando le sue creature, strambe e a tratti mostruose, riesce a relazionarsi con i diversi, con gli emarginati. Il bestiario della Rowling non è soltanto la prosecuzione di una tradizione antica. È un vero e proprio insegnamento di vita.
Daniela Ruvolo