Accostamento impensabile quello di Amelia Rosselli e Nitro? Probabile. Non per questo privo di fascino. Scopriamolo insieme.
Amelia Rosselli nasce nel 1930 a Parigi; Nitro in provincia di Vicenza nel 1993. Tanti anni e altrettanti avvenimenti li separano. Ma come spesso accade in letteratura e musica, una distanza temporale non corrisponde giocoforza a una separazione.
Gli outsiders
“perché io non voli, purché tu non
cada, purché la luce si faccia tutt’un
universo, ch’io dorma, nell’infortunato addio.”
Prive di titolo e, alle orecchie dei più, anche di significato, queste parole appartengono ad Amelia Rosselli, poetessa poco conosciuta ma dalle grandi capacità e dotata di una genialità fuori dal comune.
E fuori dal comune è sicuramente la caratteristica che più le si addice. È, a tutti gli effetti, ciò che noi chiameremmo una outsider. Curioso, no? Anche il tour tutto dicembrino che Nitro sta per cominciare abbia per titolo proprio “Nitro outsider. Winter tour”.
Starete pensando, immagino, che la coerenza e la coesione interna di un testo io non sappia neppure cosa siano. Come si fa ad accostare uno dei più conosciuti artisti dei nostri giorni a un’autrice vissuta a cavallo tra la prima e la seconda metà del Novecento?
Accostamento improbabile, lo ammetto, ma non per questo privo di senso logico. Mi spiego meglio.
In un’intervista recentissima rilasciata da Nitro per RollingStone, “Nitro, andarci pesante col mondo”, il cantante si mette a nudo, com’è solito fare nei suoi testi: “E a chi mi chiede se non mi dà fastidio che la gente sappia i cazzi miei, rispondo che tanto li saprebbero lo stesso, per altre vie, e allora tanto vale che sui miei problemi ci faccia un bel pezzo. E poi sigillarli in una canzone mi permette di lasciarmeli alle spalle”.
L’intera intervista al link:
https://www.rollingstone.it/musica/interviste-musica/nitro-andarci-pesante-col-mondo/819206/
Sto alla paranoia
Chi non conosce Amelia Rosselli non può cogliere un’affinità mentale col nostro Nitro: ma credetemi quando vi dico che, seppur distanti spazialmente e temporalmente, entrambi vedono nell’espressione artistica una modalità per affrontare ciò che portano dentro, cercando di scenderne a patti.
Qualcuno potrebbe obiettare che tutti gli artisti o i poeti operano in questo modo, è vero. Ma Amelia e Nitro racchiudono nei testi un sistema personale, lo creano e ci si immergono, lasciando il mondo all’esterno perché, prima degli altri, l’universo costruito con le parole rappresenta un luogo in cui cercarsi tutti interi e fermarsi.
Variazioni
La biografia di Amelia Rosselli è costellata di morti e tragedie: si sente per tutta la vita un’apolide, costantemente in cerca di una città da chiamare casa. Nasce a Parigi, passa attraverso l’America, la Svizzera, l’Inghilterra e l’Italia, sperando di dare un senso a se stessa e alle sue vicende. All’età di 7 anni, infatti, vede morire suo padre Carlo e suo zio Nello Rosselli, fondatori di Giustizia e Libertà e motivo del loro assassinio.
Questo motivo ritorna ossessivamente in ogni parola e testo di Amelia, attraverso i quali cerca di dare una spiegazione alla sua esistenza.
“Contiamo infiniti morti! la danza è quasi finita! la morte,
lo scoppio, la rondinella che giace ferita al suolo, la malattia,
e il disagio, la povertà e il demonio sono le mie cassette
dinamitarde. Tarda arrivavo alla pietà – tarda giacevo fra
dei conti in tasca disturbati dalla pace che non si offriva.”
La stessa ansia è tangibile anche in Nitro che costantemente scende a patti con la sua testa e ricerca parole, rime, figure retoriche che possano sfogare e incanalare le sue paranoie – non è un caso che uno dei testi più apprezzati sia quello di Paranoia.
L’unico spazio accogliente e indagabile è quello della canzone: la stessa Amelia parte da una formazione prettamente musicale e tutto nei suoi testi va letto in quest’ottica – la sua raccolta poetica più famosa ha per titolo Variazioni Belliche, dove Variazioni sta per la variazione musicale. È in questo sistema che i due outsiders trovano posto, costruiscono e rompono, che la patologia dello straniero trova pace e direzione.
Purtroppo per la nostra Amelia questo non ha funzionato a lungo: muore suicida nel 1996 a Roma.