Cosa ha spinto l’autore, nascosto dietro allo pseudonimo di Lewis Carroll, a scrivere una fiaba dai temi così tanto dibattuti? vediamolo.
Lewis Carroll, una mente tanto profonda, quanto fuori dagli schemi, problemi a relazionarsi con la società, accuse di pedofilia. Il mix perfetto per un prodotto controverso di letteratura per bambini.
Lewis Carroll
Lewis Carroll, pseudonimo dell’inglese Charles Lutwidge Dodgson (1832-1898), rappresenta una figura controversa sotto diversi aspetti. Da tutti conosciuto come padre del libro per bambini “Alice nel paese delle meraviglie”, è stato fin da piccolo una mente tanto acuta quanto controversa. Inventore e cultore di logica e matematica, tenne per quasi tutta la vita una cattedra di insegnamento ad Oxford, senza però trovarne stimoli di sorta. Il suo interesse per la pittura lo portò vicino al circolo dei preraffaelliti, anche se il suo approccio alle arti visive avvenne attraverso la fotografia. Una fotografia però, che aveva come soggetto principale le sue cosiddette amiche-bambine.
Ben 3000 sono stati gli scatti realizzati nei suoi 24 anni di attività, una pratica, questa, che può risultare alquanto ambigua se correlata alle accuse di pedofilia. Sebbene niente possa far pensare ad un atto esplicito, il suo voler fotografare le sue modelle “come mamma le ha fatte”, dà certo basi su cui pensare. Particolare è poi la durata delle amicizie, le quali trovavano fine con l’inizio della pubertà della bambina di turno.
Un aspetto, questo della crescita e del diventare adulti, che in qualche modo gli dava motivo di esitazione a causa di una altalenante balbuzia. Non poche speculazioni sono state fatte su tale problema. Sebbene non ci sia alcuna prova, sembra che Carroll si trovasse in un certo qual modo a disagio di fronte agli adulti, mentre in presenza delle ragazzette la balbuzia scompariva.
Insomma, si tratta di un personaggio dalle molteplici sfaccettature, così come il suo capolavoro “Alice nel paese delle meraviglie”.
La genesi di “Alice nel paese delle meraviglie”
Già dal 1854, Carroll si impegnò in poesie e racconti dal genere comico e satirico, sebbene considerasse questi primi lavori, come ancora non degni di una vera pubblicazione. L’idea di realizzare libri per bambini, antecedente alla scrittura del suo capolavoro, poggia su una solida base di prospettive economiche. Ma come vedremo, “Alice nel paese delle meraviglie” avrà tutt’altra origine. Nel 1856 fece la conoscenza di Henry Liddell, nuovo decano del Christ Church college di Oxford, instaurando un rapporto interpersonale molto stretto.
Negli anni a seguire, frequenti furono le uscite con la famiglia Liddell al completo e proprio durante una di queste, iniziò a piantare i semi della sua fiaba. Era il 4 luglio 1862, quando si decise di organizzare una piccola gita in barca sul Tamigi, all’appello c’erano anche le tre figlie di Henry Liddel, Lorina (13 anni), Alice (10 anni) ed Edith (8 anni).
Non c’è epoca che tenga, d’altronde si sa, i bambini si tediano facilmente, neanche l’enfasi iniziale di un’uscita in barca può evitare di renderli preda della noia. Come risolvere questo? Sicuramente la presenza a bordo di una personalità del calibro di Lewis Carroll può di certo aiutare. Durante il viaggio, infatti, vestì i panni di un cantastorie, presentando un racconto immaginario su una certa Alice, una fanciulla annoiata in cerca di avventure. Inutile dire che riscosse un enorme successo su quella piccola barchetta da fiume, tanto che la piccola Alice Liddell gli chiese di scriverla per lei.
il 26 Novembre 1864 la richiesta venne soddisfatta. In oltre 1 anno di lavoro, l’autore scrisse e disegnò con una cura maniacale “Le avventure di Alice sottoterra”, titolo originale dell’opera prima che venisse pubblicato l’anno seguente.
Alice & Alice
Come abbiamo visto, la fiaba è stata dedicata da Carroll alla sua amica-bambina, ma il personaggio di Alice e la piccola Liddell sono davvero la stessa persona? Non è certo possibile dare qui una risposta sicura, possiamo però valutare le due facce della medaglia e farci una nostra idea.
Lo stesso autore smentì un’ipotetica coincidenza tra le due, definendo la sua di Alice, come un personaggio del tutto immaginario, non basato su una bambina in particolare. A vedere l’immagine sotto riportata, possiamo certo dire che in quanto a somiglianza fisica non sembrano esserci elementi in comune. L’una con capelli scuri e corti, l’altra bionda e con capelli lunghi. Fu poi John Tenniel, l’illustratore della prima edizione del 1865 ad affermare di non aver mai incontrato la Liddel. Tenne anzi a precisare che fu Carroll a fornirgli una foto di un diverso soggetto da cui prendere ispirazione. Ma allora cosa hanno in comune le due Alice?
L’Alice immaginaria ha sette anni e rappresenta il prototipo di fanciulla d’età vittoriana proveniente da una famiglia della medio-alta borghesia. L’Alice reale invece, era la figlia di quell’Henry Liddell, decano della Christ Church college di Oxford, non certo un uomo qualsiasi dunque. Quanto all’età, Carroll la conobbe sicuramente prima dei sette anni, come dimostrato dalle sue fotografie. Tuttavia, sebbene all’epoca della famosa gita in barca lei avesse ormai dieci anni, possiamo intendere questo momento come il culmine della loro amicizia iniziata anni addietro.
Sembra proprio che il periodo in cui Alice Liddell avesse sette anni, coincida – almeno nelle parole dell’autore – al momento che più rimase impresso anche a distanza di decenni. Di seguito un estratto di una corrispondenza tra i due negli anni ‘80 del ‘800:
«Non è facile collegare questo volto al vecchio ricordo, questo straniero assieme all’«Alice» conosciuta così intimamente e tanto amata e che io vorrei ricordare sempre come una ragazzina di sette anni assolutamente affascinante»